ADDESTRAMENTO

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Pubblicato il 12/02/2013

RAID DEI PARACADUTISI SULLE DOLOMITI: TREVISO “COLPISCE” ANCORA. E BENE


Di Mario Locatelli e Francesco Saoner

Ben 20 paracadutisti provenienti da Verona, Verbania, Lecco, Reggio Emilia,Treviso,Pisa,Milano e Santa Lucia di Piave si sono ritrovati a Misurina per effettuare il Raid delle Dolomiti 2013, organizzato per rendere onore ai nostri soldati caduti sul campo di battaglia del Monte Piana

TREVISO- La terza edizione del raid invernale dolomitico, organizzata dagli amici parà di Treviso, si è svolta nello scorso week end nella zona delle tre cime di Lavaredo, suddivisa in tre fasi ben distinte,
Ci siamo trovati in venti al lago di Misurina, quota 1000 metri, il sabato mattina presto alla bella temperatura di -16, veloci sono stati i saluti di rito tra i convenuti provenienti da Pisa, Lucca, Reggio Emilia, Mantova, Varese, Verbania, Brescia, Treviso.

Zainetti leggeri e ciaspole per raggiungere il primo obiettivo, il rifugio Auronzo sito alla base della cima Grande, alla quota di di 2350 metri: in circa 2 ore siamo arrivati dopo avere attraversato splendidi boschi che solo il Caadore ha così incontaminati.Dopo un piccolo spuntino e le foto di rito,abbiamo fatto sentire a quelle splendide vallate il nostro urlo Folgore,prima di iniziare la discesa verso il punto di partenza.La bellissima giornata ci faceva rimpiangere la partenza , ma la temperatura intorno ai -20 ci invitava a muoverci,visto che le parti estreme del corpo incominciavano a perdere sensibilità.

Giunti al campo base, iniziava la seconda fase del RAID. Stavolta gli zaini contenevano tutta l’attrezzatura occorrente per affrontare la notte. L’oobiettivo era di raggiungere il rifugio Magg. Bosi a 2320 metri di quota. Credetemi: ognuno ha dato il massimo, su una pendenza che non dava respiro , sotto il peso di zaini da almeno 10-15 kg.

Giunti in vetta nel tardo pomeriggio e constatata l’impossibilità di costruire trune, visto il basso strato della neve farinosa, abbiamo avuto il permesso di usufruire per la notte della piccola chiesetta che domina la valle sottostante. C’era anche una bufera in arrivo che ha confermato la saggezza della nostra decisione.

Il gestore del rifugio ci ha preparato un’ottima cena calda, scaldata anche dai nostri canti e qualche bicchierino di una pozione preparata dal druido Francesco. Dopo un paio d’ore eravamo pronti ad affrontare la notte con – 30° , nella casa del Signore.
Un bellissimo sole ci ha dato la sveglia, ma mettere fuori il naso dal sacco a pelo è stato duro, credetemi.

Riassettato il rifugio notturno e dopo una colazione veloce, ha avuto inizio la terza parte storico commemorativa: alza bandiera, e il commosso ricordo dei caduti della Grande Guerra, con la deposizione di una corona sopra al cannone posto dai nostri nonni in quel punto per difendere la patria.

La marcia è proseguita verso le cime del Monte Piana e del Monte Piano, due sommità distanti tra loro poche centinaia di metri in linea d’aria, separate da un avvallamento,dove Italiani e Austriaci si sono affrontati per due anni senza guadagnare un metro di terreno, lasciando ben 14.000 morti.

Un piccolo cippo con una campana li ricorda, accomunati nel destino: morire per la propria Patria. Con tre rintocchi e la preghiera del paracadutista, seguito dall’onore ai caduti, abbiamo ricordato il loro eroico sacrificio.

Zaini in spalla di nuovo e giù a valle al campo base.

Emozionanti anche i saluti, tra pacche sulle spalle e promesse di rivederci il prossimo anno. Capisco che questi incontri stabiliscono amicizie nuove e rinsaldano quelle vecchie.

Dati tecnici del Raid:

circa 32 km
4600 metri il dislivello tra positivo e negativo
12 ore di cammino

I paracadutisti di Treviso hanno dimostrato ancora una volta, se ce ne fosse stato bisogno, che hanno sempre le idee giuste per rinsaldare i nostri vincoli di cameratismo e fratellanza.

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