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Pubblicato il 09/12/2019

SINDACATI MILITARI: DECINE DI SIGLE IN ATTESA. AUDIZIONI IN COMMISSIONE.

PARMA – La Corte costituzionale pur dichiarando “fuori della costituzione” l’articolo 1475, comma 2, del Codice dell’ordinamento militare (I militari non possono costituire associazioni professionali a carattere sindacali o aderire ad altre associazioni sindacali), ha ribadito che la libertà sindacale dei militari deve essere soggetta a limitazioni. Tra queste vi sono: la necessità del previo assenso del ministro della Difesa, la democraticità dello statuto, la valutazione del funzionamento e del finanziamento dell’associazione, il divieto di esercizio del diritto di sciopero, il permanere dei limiti valevoli per gli attuali organismi di rappresentanza militare, escludendo con questo «le materie concernenti l’ordinamento, l’addestramento, le operazioni, il settore logistico-operativo, il rapporto gerarchico-funzionale e l’impiego del personale». Ci sono già diverse decine di sindacati che si sono proposti di rappresentare le istanze dei militari e nei giorni scorsi la Commissione Difesa ha ascoltate una ventina di sigle per iniziare ad affrontare il tema.
Si è immediatamente prospettata la esigenza di identificare, oltre a Ministro che non può decidere da solo, un organismo di valutazione collegiale, che includa anche le gerarchie militari e non solo. Quasi sicuramente sarà coinvolta anche la Presidenza del Consiglio attraverso le sue Agenzie.
In aggiunta , e qui viene la parte pioù difficile, sarà necessaria la garanzia di non politicizzazione del nuovo strumento di rappresentanza per evitare che diventi terreno di conquista per i partiti o di operatori economici e finanziari , i primi a caccia di consenso elettorale, minando la imparzialità di un Ente così importante, gli altri per scelte che potrebbero andare a a discapito della convenienza delle Istituzioni pubbliche

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