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Pubblicato il 04/02/2015

IL FUTURISMO DEGLI AEREI E DEI PARACADUTISTI A ROMA: ESPOSTE LE OPERE DI GIACOMO BALLA

ROMA- l’originalissimo Giacomo Balla si ribattezzò Balla futurista; pare che nel 1920 ci sia stato un auto-funerale, in cui il giovane artista bolognese fece sparire il suo nome anagrafico, Guglielmo Sansoni, per ribattezzarsi Tato (futurista). Ed è con questo «marchio di fabbrica» che Tato è riuscito, dagli anni Venti in poi, ma soprattutto nei Trenta, a ritagliarsi uno spazio suo nella storia artistica del movimento avanguardista italiano più importante del XX secolo. Pittore autodidatta nacque nel 1896 ed è morto a Roma nel 1974,

La mostra delle sue opere si inaugura domani alle 18 negli spazi della galleria Russo (via Alibert 20, tel. 06.6789949, www.galleriarusso.com, fino al 28 febbraio. Orari: lunedì 16.30-19.30; da martedì a sabato 10-19.30, ingresso libero).

Oltre sessanta le opere selezionate, che espongono la produzione di colui che è considerato il fondatore dell’aeropittura.

Virate, decolli, sorvoli: la mitologia dell’aeroplano non ancora divenuto mezzo di comunicazione di massa. Fra i dipinti presenti, «Sorvolando in spirale il Colosseo», esposto alla mostra del 2014 sul Futurismo al Guggenheim di New York, «Lancio con il paracadute (Sensazioni di volo)», visto alla prima mostra dell’aeropittura (1931), e una rara natura morta del 1921 firmata con lo pseudonimo Olga Mazzieri. Sotto: l’aeropittura di Balla, in spirale sul Colosseo e “prima che si apra ilparacadute” di Tullio Crali, altro emblema dell’arte futurista italiana-
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