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Pubblicato il 08/09/2023

8 SETTEMBRE 1943 – L’ITALIA SI ARRENDE E SI ALLEA CON GLI ANGLO AMERICANI SBARCATI IN SICILIA IN LUGLIO

L’8 Settembre fu annunciata da Badoglio, via radio, la resa italiana, chiamata armistizio. I nostri soldati senza ordini iniziarono a sbandarsi. L’Esercito italiano si divise tra coloro che andarono a Nord nella RSI e chi rimase a combattere contro i tedeschi.
La cronologia dello sbarco anglo americano in Sicilia potrebbe spiegare, con la sua ferocia, uno dei motivi della resa:
Il 9 luglio 1943 le truppe angloamericane diedero inizio all’Operazione Husky, cioè lo sbarco in forze in Sicilia. Protagoniste la VIII Armata britannica di Montgomery e la VII Armata statunitense di Patton, tutti sotto il comando del generale Alexander.


Della VII Armata statunitense facevano parte la 82ª Divisione paracadutisti “All American”, la 45ª Divisione fanteria “Thunderbird” e la 1ª Divisione fanteria “Big Red One” che si macchiarono di stragi di militari disarmati e vecchi, donne e bambin italiani nelle zone di Acate, Gela, Canicattì, Piano Stella e Biscari. Solo un caso di processo per crimini di guerra fu aperto dai tribunali americani.


Il 10 luglio 1943 ad Acate in provincia di Ragusa un plotone di paracadutisti del 2° battaglione del 505° Pir (Parachute infantry regiment ) della 82ª Divisione fucilò, lungo la strada che da Acate porta al vicino comune di Vittoria, 16 civili (fra i quali il Podestà, sua moglie suo fratello) mentre stavano allontanandosi da Acate sotto attacco degli statunitensi.


Il 10 Luglio a Gela (provincia di Caltanissetta) i paracadutisti della stessa Divisione, fucilarono senza motivo nella località Passo di Piazza, tra Gela e Licata, 8 carabinieri appartenenti alla Tenenza di Gela, che si erano arresi uscendo a braccia alzate.


Il 14 luglio il tenente colonnello George Herbert Mac Caffey, uccise personalmente 7 civili (fra cui una bambina di 11 anni) dopo che i militari al suo comando avevano rifiutato il suo ordine di sparare sulla folla che stava razziando una fabbrica.


Il 13 luglio, nella contrada Piano Stella situata tra gli aeroporti di Ponte Olivo a ovest e di Comiso a est, nell’insediamento colonico Arrigo Maria Ventimiglia, un drappello di paracadutisti della 82ª Divisione uccise 7 contadini braccianti agricoli, scoperti inermi in un rifugio di fortuna dello insediamento, poiché indossavano una camicia nera scambiandoli per fascisti mentre in realtà erano soltanto portatori di lutto.


14 Luglio – San Pietro di Biscari in provincia di Ragusa : avieri e artiglieri della XVIIIª brigata della 209ª Divisione costiera italiana accerchiati dal 180° Reggimento della 45ª Divisione americana , si era arreso senza combattere e aveva ceduto le armi. Fatti prigionieri, i militari furono divisi in due gruppi. Comandava il Roger Denman: 34 artiglieri furono presi in carico dal capitano John T. Compton (Compagnia C). Il capitano fece spogliare e fucilare tutti i prigionieri che il maggiore Denman descrisse come “disarmati e collaborativi”. 13 avieri col sergente Horace Timmy West (Compagnia A) incontrarono 37 prigionieri (25 militari e 12 civili e li fece fucilare tutti.


Gli angloamericani hanno ucciso in Sicilia, nei primi giorni del loro sbarco (luglio 1943), 122 italiani disarmati di cui 80 militari e 42 civili (9 donne).

Un processo ai due responabili fece emergere alcuni incitamenti all’odio: il colonnello Cookson, 180° Reggimento 45ª Divisione: “Voglio 3mila assassini nel mio Reggimento”; colonnello Shaffer, 8° Battaglione 1ª Divisione: “Non prendete prigionieri, ma eliminate i catturati”. La difesa esibì anche i testi “Soldier’s guide to Sicily” e “Sicily zone handbook 1943” distribuiti ai militari prima dello sbarco, nei quali gli italiani erano definiti “arretrati, ignoranti, ignobili, sporchi, degradati, viziosi, analfabeti, violentatori” quasi ad indicare che ucciderli fosse la migliore soluzione.

Il Patton agli ufficiali delle truppe da sbarco il 27 giugno 1943 raccomandava “…. se i nemici si arrendono quando tu sei a 200/300 metri da loro, non badare alle mani alzate, ma mira tra la terza e la quarta costola e spara. Voglio una Divisione di killer, è ora di uccidere tutti”.
Il capitano Compton venne assolto: le uccisioni di cui si macchiò ebbero luogo “subito dopo e quindi in continuità con la battaglia, nel timore che la resa degli italiani fosse finta e attuata per disorientare le truppe americane”, il sergente West fu condannato all’ergastolo , condonato e rimesso in servizio nel dicembre 1944, per “aver ucciso prigionieri a notevole distanza di tempo dalla loro resa, senza sussistenza di pericolo per le truppe “statunitensi e quando essi erano già protetti dallo status di prigionieri di guerra”.

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