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Pubblicato il 18/11/2015

IL MITO GIANNI BRERA: PRIMA VOLEVA FARE IL PARACADUTISTA A TARQUINIA POI FECE IL PARTIGIANO

PARMA- Lo storico milanese Sergio Giuntini ha pubblicato un libro uscito in questi giorni per la Sedizioni, «Il partigiano Gianni». La domanda di fondo: Gianni Brera fu un convinto partigiano oppure un «furbone opportunista» come spesso amava descrivere gli italiani del calcio? . Brera fu affascinato da alcuni “miti” del suo tempo, tra i quali la Folgore, dove transitò da Ufficiale, per svolgere il corso di paracadutismo a Tarquinia. Il 19 Marzo del 1941 era in decollo per un volo di ambientamento. Per un caso non salì a bordo. Due aerei di quella sortita precipitarono dopo una collisione; morirono 21 persone tra Allievi Ufficiali ed equipaggi. Un’esperienza della quale il giornalista non ha mai parlato apertamente.

Di paracadutismo scrive su alcuni giornali di regime. Dopo l’8 settembre Brera accetta di dirigere il «Popolo repubblicano» di Pavia vicino ai repubblichini di Salò. La sua conduzione, troppo critica, non piace a Mussolini e Brera se ne andò in Svizzera. Decide di aderire alla Resistenza e si trasferisce in Ossola. Da qui in avanti tutto ritorna alla luce del sole, con il giornalista che partecipa allo sminamento della galleria del Sempione e diventa uno dei redattori del diario storico della Resistenza, alcuni frammenti dei quali sono pubblicati con «Il partigiano Gianni».

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