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Pubblicato il 09/05/2016

AERONAUTICA: A PROCESSO L’EX CAPO DI STATO MAGGIORE GENERALE PREZIOSA E L’EX COMANDANTE DELLE FRECCE TRICOLORI

ROMA- L’ex capo di stato maggiore dell’aeronautica sarà processato per una serie di accuse formalizzate dalla Procura Mmilitare: «concorso nel reato continuato di minaccia a un inferiore per costringerlo a fare un atto contrario ai propri doveri» . Si tratterebbe di minacce ai sottoposti, pressioni per certificare il falso, rimozione di chi disobbediva. Obiettivo sembrerebbe fosse quello di intralciare la carriera del generale Carlo Magrassi. Insieme a Lui ci sono Giampaolo Miniscalco, già comandante della Frecce Tricolori e Antonio Di Lella. L’ udienza è fissata per il 19 maggio di fronte al gup del Tribunale militare di Roma. Preziosa ha risposto con una querela per calunnia.
L’ indagine nasce da un documento anonimo contro Magrassi che i tre consegnano alla Procura militare. Una mossa che però si ritorce contro i denuncianti.

Il procuratore sostiene infatti che i tre alti ufficiali abbiano compiuto «minacce talvolta implicite ma sempre univoche, avvalendosi della forza intimidatrice derivante dal ruolo apicale del capo della Forza armata» proprio per far andare via Magrassi. Nel frattempo avversario era diventato prima consigliere militare del premier e ora direttore nazionale degli armamenti.
Secondo l’ accusa, dal febbraio 2014, fino all’ autunno, scrive il pm, «il generale Preziosa convocava ripetutamente nel proprio ufficio il generale Domenico Abbenante, direttore dell’ Istituto di medicina Aerospaziale (in attesa di essere valutato per un avanzamento in grado) e gli dava chiare disposizioni»: dichiarare non pienamente idoneo al volo Magrassi. In caso contrario «avrebbe subìto un grave pregiudizio di carriera».

«Analoghe, indebite intimidazioni venivano rivolte in quei giorni da Miniscalco», con la frase sulla necessità di tagliare Magrassi «fuori dall’ arma». Abbenante però non si piega: il 27 febbraio emette il certificato di «piena idoneità». E una settimana dopo «viene rimosso d’ autorità dall’ incarico».

Scatta così la fase due. Un dossier anonimo che denuncia «l’ inidoneità di Magrassi», «dichiaratamente pervenuto l’ 8 aprile» viene trasformato in un esposto. E, con uno zelo che insospettirà il pm, Preziosa ordina una «urgente relazione sulle circostanze presuntamente evocate nell’ esposto», cioè il fatto che non potesse rimanere in Aeronautica.

Il colonnello Di Lello «si sostituiva materialmente» a chi doveva redigerla «e assicurava una chiave di lettura potenzialmente pregiudizievole a Magrassi». E così nella relazione all’ autorità giudiziaria e militare si dava atto di «risultanze coerenti» con l’ esposto. Ma non finiva lì. Si informava la Corte dei Conti «ventilando la sussistenza, in realtà mai emersa, di danno erariale per l’ indebito riconoscimento dell’ idoneità». Si formava una commissione d’ inchiesta. E «si tentava di coartare il convincimento del presidente, il generale Vitantonio Cormio della commissione» sulla sussistenza di quel danno.

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