CRONACA AGGIORNATA OGNI ORA

Condividi:

Pubblicato il 15/04/2021

AFGANISTAN- FINE MISSIONE PER L’ITALIA- SARA’ LA FOLGORE A GESTIRE LA CHIUSURA?

sopra: Il generale Beniamino Vergori , al centro, durante uno dei tanti incontri di programmazione che tiene con le forze afgane



La missione MATO in Afganistan finirà e anche la base italiana sarà riconsegata alle forze afgane. Negli altri posti dove questo è avvenuto l’area è stata rapidamente riconquistata dai talebani, che hanno scacciato senza fatica le forze di sicurezza.

«Che l’Altissimo doni all’Afghanistan l’indipendenza e un forte governo islamico», si leggeva su un sito vicino ai talebani, che festeggiava dopo l’annuncio del ritiro degli americani.
Quando gli americani e gli altri contingenti Nato, se ne andranno dall’Afghanistan, civili e militari che hanno lavorato con gli occidentali saranno esposti alla vendetta integralista. I talebani , secondo le analisi americane, guadagnano terreno e sarebbero in procinto di dare la spallata appena se ne andrà la aviazione americana.

Una fonte talebana annunciava ieri su twitter l’uccisione di un «comandante mercenario». Nel messaggio, la foto di un ufficiale dell’Esercito regolare afghano che stringe la mano ad americani in divisa: la prova del «tradimento» che l’ha condannato a morte.

INIZIO DEL RITIRO ITALIANO A MAGGIO CON LA FOLGORE AL COMANDO

Herat è la provincia dell’Afghanistan affidata agli italiani che hanno base a Camp Arena.
Il contingente è attualmente di 800 unità. Il costo di 20 anni di presenza supera gli otto miliardi, Il ritiro dovrà avvenire prima che la aviazione americana lasci l’Afganistan.
Se il ripiegamento dovesse iniziare a Maggio, sarebbe proprio la Folgore, che ha il comando della missione con il generale di Brigata Beniamino Vergori, a gestirne le prime fasi.,

DAL 2003 L’ITALIA HA AVUTO 53 CADUTI

Il generale Giorgio Battisti ha dichiarato oggi a Repubblica: “Dal gennaio 2003 la task force Nibbio di mille uomini dell’esercito italiano partecipò alle fasi di combattimento più importanti per la Difesa italiana dalla fine della Seconda guerra mondiale”. L’area di intervento era la regione di Khowst, al confine col Pakistan. Il compito era di impedire infiltrazioni di talebani e di terroristi. Molti i feriti e gli invalidi.
Il punto di maggiore espansione della presenza italiana fu di 4mila uomini della missione, sotto egida ISAF, che estese la copertura militare alleata su quasi tutto il territorio afgano.
Sul campo c’erano 19 paesi sotto la guida inglese, poi la missione divenne Nato.
Isaf ha avuto il comando centrale a Kabul, e quattro comandi territoriali, a Mazar-i Sharif, Herat, Kandahar e Jalalabad. All’Italia è stata assegnata la regione di Herat, al confine con l’Iran. Attualmente il contingente italiano , tra Herat e Kabul è composto di meno di 885 soldati che non svolgono più azioni sul terreno, ma solo sostegno e addestramento alla polizia e all’esercito afgano. Da gennaio 2021 la missione si chiama “Resolute Support”. Gli italiani si sono occupati anche di formare il personale del controllo del traffico aereo e riabilitare alcuni aeroporti nella regione. Su terreno sino ad oggi sono rimasti 53 caduti, tra cui un funzionario dei servizi .

Leggi anche