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Pubblicato il 07/01/2021

AFGANISTAN: IN ARRIVO UNA MASSICCIA OFFENSIVA TALEBANA

La firma a Doha il 29 febbraio 2020 di un un accordo tra Stati Uniti e ribelli talebani avrebbe dovuto portare ad un allentamento delle tensioni e al ritiro delle truppe americane entro maggio 2021. La pace afghana non regge facendo temere il peggio per il futuro di un processo di riconciliazione nazionale aperto con grande clamore il 12 settembre scorso.

I talebani, in posizione di forza, non concedono molto a un regime legittimo indebolito.
Il capo dei servizi segreti afghani, Ahmad Zia Siraj, ha dichiarato ieri, davanti al Parlamento, che “i talebani intendono ritardare i colloqui fino al ritiro delle forze americane dall’Afghanistan a maggio“.

Il portavoce talebano Zabihullah Mujahid ha denunciato una violazione dell’accordo dopo gli attacchi statunitensi contro i ribelli nel sud del Paese. Un rappresentante delle forze americane, il colonnello Sonny Leggett, ha assicurato che erano “difensive” e non costituivano un attacco.

Ad aggravare la tensione arrivano anche alcune accuse americane ai talebani, che si sarebbero resi responsabili dell’omicidio del vice governatore della provincia di Kabul, di cinque giornalisti e del capo di un’organizzazione indipendente di osservazione elettorale.

Il ministro dell’Interno Massoud Andarabi, intervenendo lunedì davanti al Parlamento, ha ammonito: “i talebani si stanno preparando per una guerra su vasta scala nel 2021“.

I talebani di solito passavano l’inverno in Pakistan, ma quest’anno sono rimasti in Afghanistan, presumibilmente per prepararsi a questa offensiva. Il comando talebano è addirittura in procinto di lasciare i suoi rifugi in Pakistan per tornare a stabilirsi in Afghanistan. Il vicepresidente afghano Amrullah Saleh denuncia attacchi quasi quotidiani contro le forze governative per prendere il controllo del Paese non appena sarà completato il ritiro americano.


L’ITALIA A HERAT FINO A QUANDO LA NATO DECIDERA’ DI CONTINUARE LA MISSIONE

“L’Italia continuerà a fare la sua parte in Afghanistan”, ha dichiarato il ministro Guerini in Parlamento a novembre. Il contingente italiano, già ridotto rispetto agli anni passati, ha la responsabilità del comando del settore Ovest, dove si occupa dell’assistenza militare alle forze armate afgane e non gestisce più alcuna FOB sul territorio di sua competenza.

“L’insediamento della nuova amministrazione americana, – continua Guerini- sarà il momento in cui l’Alleanza dovrà valutare la propria situazione in Afghanistan. Dovrà decidere se continuare la missione, come continuare la missione oppure se procedere alla conclusione della missione in Afghanistan con il ritiro complessivo dei contingenti li schierati”.

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