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Pubblicato il 26/05/2017

AL G7 QUATTRO MINISTRI DELLA DIFESA SU SETTE SONO DONNE . DICE CINZIA BIANCO : “MEGLIO FEMMINA IN DIFESA CHE IN ATTACCO”

PARMA- Al G7 che si apre oggi a Taormina, quattro su sette responsabili delle forze armate delle potenze economiche mondiali sono donne: Sylvie Goulard è appena stata nominata in Francia dal neo presidente Emmanuel Macron; in Italia c’è Roberta Pinotti, in Germania Ursula von Der Leyen, in Giappone Tomomi Inada.
Fino al Duemila, soltanto la Finlandia aveva avuto una donna alla Difesa: Elisabeth Rehn, nominata nel 1990. Carme Chacón, ex ministro della Difesa spagnolo mancata ad aprile, nel 2008 passava in rassegna le truppe in Libano mentre era incinta, se ricordate.

Il loro budget complessivo è da 170 miliardi di dollari.
La stampa rileva che nessuna donna è stata oppure è responsabile delle Forze armate di Stati Uniti, Russia e Cina.
La Francia ha già avuto un ministro della Difesa donna dal 2002, durante gli anni della guerra in Iraq, Michèle Alliot-Marie. Jean-Pierre Darnis, direttore del Programma Sicurezza e Difesa dello Iai, l’Istituto Affari Internazionali dice – «Ora va anche di moda avere una donna in posti come la Difesa». Conclude però dicendo che si tratta di una innovativa e quindi scelta di cambiamento.


LA DIFESA EUROPEA E’ FEMMINA PERCHE’ NON ATTACCA NESSUNO. LA DIFFERENZA E’ TRA VENERE E MARTE
Dice Cinzia Bianco, analista Nato Defense College Foundation che l’Europa spinge sempre per un controllo civile sui militari, dove il coinvolgimento militare è sempre l’ultima spiaggia. “Di fatto, la Difesa in Europa è femmina, perché difesa di protezione, e non di attacco: la differenza tra Venere e Marte».

La Francia è l’unica dei 7 impegnata sul fronte africano in operazioni di guerra, mentre gli altri Paesi europei si occupano di missioni di mantenimento della “pace”.

MOGHERINI ALLA POLITICA EUROPEA
Ai vertici della politica estera dell’Unione ci sono stabilmente donne: prima Catherine Ashton e poi Federica Mogherini. “Volete la pace in Siria? Mettete le donne al tavolo del negoziato”, era il titolo a gennaio del 2016 di un articolo del sito Defence One. Matthew Rycroft, rappresentante permanente presso le Nazioni Unite della Gran Bretagna, ex ambasciatore in Bosnia Erzegovina e negoziatore a Dayton nel 1995, e Swanee Hunt, ex ambasciatrice americana in Austria, dove ha ospitato trattative sulla risoluzione del conflitto nei Balcani, mostrano i dati di uno studio su 182 accordi di pace.

Sul Guardian, il ministro degli Esteri svedese Margot Wallström ha sostenuto che le trattative durano più di 15 anni se sono svolte da donne. Si riferiva alle ricerche dell’International Peace Institute sulla partecipazione delle donne a processi di pace nelle Filippine e in Colombia.

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