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Pubblicato il 27/12/2018

ALPINI FUCILATI PER DISERZIONE E INDISCIPLINA NEL 1918 : CHIESTA LA RIABILITAZIONE E L’INSERIMENTO NELL’ALBO D’ORO DEI CADUTI

UDINE- Quattro alpini furono fucilati a Cercivento nel 1018 con l’accusa di diserzione. Furono scelti tra un gruppo di soldati che, secondo i rapporti, non eseguirono gli ordini di ritornare in prinma linea.
Per chiederne la riabilitazione è stato presentato un ddl a nome del sudtirolese Gianclaudio Bressa e della deputata di Trieste Tatiana Rojc. Dopo la cancellazione della pena di morte dal codice militare di guerra, si sancisce «la restituzione dell’onore agli appartenenti alle Forze Armate che nel corso della prima Guerra mondiale vennero fucilati senza le garanzie del giusto processo, con sentenze emesse dai tribunali militari» Gli articoli 2 e 3 prevedono che i nomi dei fucilati in forza del disposto dell’articolo 40 del codice penale per l’esercito, approvato con regio decreto 28 novembre del 1896 e della circolare del Comando supremo n. 2910 del primo novembre 1916 ( indisciplina) vengano inseriti nell’albo d’oro dei caduti, e che di ciò venga data comunicazione ufficiale ai comuni, per la pubblicazione nell’albo municipale.

L’articolo 4 prevede la trascrizione dei nomi nel Vittoriale e in tutti i sacrari militari come vittime della crudele giustizia sommaria. Vent’anni dopo l’esecuzione la Corte di Giustizia speciale, aveva espresso parere favorevole alla riabilitazione, osservando che l’ordine dato di ritornare in linea di combattimento al fronte risultava “impraticabile”; e che il sacrificio preteso, andando «oltre i limiti delle forze umane» lasciava il «dubbio sulla volontà rifiutare l’obbedienza», reato di cui, conseguentemente, gli imputati «non potevano essere considerati criminali responsabili».

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