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Pubblicato il 29/10/2020

AOSTA- Il Sacrario del Quarto Reggimento Alpini in mostra al Forte di Bard

Il forte di Bard è un complesso fortificato fatto riedificare nel XIX secolo da Casa Savoia sulla rocca che sovrasta il borgo di Bard, in Valle d’Aosta.

cortesia: AOSTACRONACA.IT

Le sale espositive del Museo delle Fortificazioni e delle Frontiere del Forte di Bard ospitano, dal 4 novembre al 31 maggio 2022, l’esposizione dei cimeli appartenenti allo storico Sacrario del Battaglione Aosta e del 4° Reggimento Alpini, sino ad oggi conservati all’interno della Caserma “Cesare Battisti” di Aosta.

La mostra dal titolo “La memoria dell’Aosta. Il Sacrario del 4° Reggimento Alpini” presenta 124 pezzi tra i più rappresentativi e significativi della storia del Battaglione Aosta e del 4° Reggimento: tra essi, i diari storici dei Battaglioni, lettere e fotografie dal fronte, uniformi d’epoca ed effetti personali appartenuti a coloro che fecero la storia del Battaglione e del Reggimento. La mostra è organizzata dal Forte di Bard e dal Centro Addestramento Alpino dell’Esercito Italiano con Gianni Ardoino per l’attività di ricerca. E’ curata da Gianfranco Ialongo in collaborazione con l’Associazione Forte di Bard.


La volontà di realizzare un’esposizione che valorizzasse questo patrimonio storico ha radici lontane: il 30 luglio del 2008, l’Amministrazione Difesa e la Regione Valle d’Aosta hanno sottoscritto l’accordo di programma nell’ambito del quale veniva prevista la cessione della Caserma Testa Fochi alla Regione: in quel contesto è avvenuto il trasloco temporaneo dei cimeli del Sacrario presso la Caserma “Cesare Battisti”, in attesa della nuova ricollocazione nei locali che saranno messi a disposizione dalla Nuova Università Valdostana (Caserma Testa Fochi).


Con questa soluzione non tutti i preziosi cimeli hanno potuto trovare il giusto spazio per essere valorizzati dal continuo e cospicuo afflusso di ex Allievi Ufficiali di Complemento e rispettivi famigliari, nonché da tutta la comunità. Nell’agosto del 2019, dalla volontà del Centro Addestramento Alpino di rendere fruibili alla collettività i cimeli del Sacrario del Battaglione Aosta, è stata lanciata l’idea di un’esposizione temporanea che l’Associazione Forte di Bard ha prontamente recepito, con l’obiettivo di avviare una proficua collaborazione volta alla valorizzazione delle rispettive realtà.


Il promotore morale e materiale del Sacrario fu il Colonnello Carlo Rossi, comandante del 4° Reggimento Alpini, dal 1927 al 1934. Ancor prima che la caserma Testa Fochi fosse costruita, Rossi promosse la ricerca e la raccolta di materiali, con l’obiettivo di onorare la memoria e il sacrificio degli Alpini che presero parte alla Prima Guerra Mondiale. Si tratta di centinaia di reperti che trovarono posto nel Sacrario all’interno della Caserma Testa Fochi in modo ufficiale a partire dal 18 maggio 1940. Le vicende belliche del primo Novecento avevano impresso un marchio indelebile in coloro che le avevano vissute.


Essi trovarono nell’Istituzione Militare la volontà di costruire un memoriale in cui le sofferenze e l’eroismo, attraverso gli oggetti, le fotografie e i documenti conservati, avessero uno spazio utile per trasmettere i valori e la memoria storica delle azioni che videro protagonista il 4° Reggimento Alpini. Ex alpini, militari in armi, famiglie di caduti e civili, contribuirono nel tempo all’arricchimento del Sacrario. I cimeli esposti aiutano a comprendere da un lato, come si originano i simboli e, dall’altro, come essi possano avere una continuità nell’immaginario collettivo e nella costruzione della memoria. Attraverso questi simboli e questi reperti, oggi sono possibili nuovi studi sull’uso pubblico delle testimonianze del passato.


Quel memoriale così ricco di testimonianze storiche viene ora presentato all’attenzione dei visitatori del Forte di Bard in un contesto congeniale ai contenuti del Museo delle Fortificazioni e delle Frontiere che, attraverso ambientazioni storiche, plastici, filmati, armi, illustra il progredire delle tecniche di difesa e delle soluzioni architettoniche adottate nel corso dei secoli, dall’epoca romana all’Ottocento, fino al progressivo abbandono delle fortezze, dovuto all’avvento delle nuove tecniche belliche nel Novecento.


Il ricordo collettivo va poi alla Prima Guerra Mondiale che ha rappresentato una delle pagine più cruente e drammatiche del secolo scorso, lasciando dietro di sé una scia di morti e devastazioni. La Valle d’Aosta non fu teatro di guerra in quel frangente, ma vi contribuì pagando un prezzo molto alto: 8500 giovani inviati al fronte, 1557 caduti, 3600 ospedalizzati per ferite o malattie, 850 fatti prigionieri. Molti dei caduti erano alpini del Battaglione Aosta comandato dal Colonnello Ernesto Testa Fochi. All’Aosta, unico fra gli 88 battaglioni alpini, fu conferita la Medaglia d’Oro al Valor Militare per le azioni sul Monte Vodice e sul Monte Solarolo.

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