CRONACA AGGIORNATA OGNI ORA

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Pubblicato il 22/04/2016

ASSEMBLEA ANPDI DI SANDREMO: LA RELAZIONE DEL PRESIDENTE GIOVANNI FANTINI

LXIX ASSEMBLEA NAZIONALE
– SANREMO 2016 –

RELAZIONE GENERALE, MORALE, ORGANIZZATIVA,
TECNICA, ECONOMICA E FINANZIARI
DEL PRESIDENTE NAZIONALE

PREMESSA

Tutti coloro che hanno avuto la pazienza di ascoltare negli anni passati le relazioni del Presidente Nazionale e ancora ne conservano memoria, ricorderanno che sono stato costretto, a premessa e all’inizio del mio mandato e anche negli anni seguenti, a cagione della situazione in cui versava l’A.N.P.d’I., a dover promettere “lacrime, sudore e sangue”.
Quelle “lacrime il sudore e il sangue” che tutti noi ci eravamo detti pronti a versare, hanno portato i loro frutti se è vero, com’è vero, che, a partire da quest’anno, godremo di tali frutti di cui parleremo anche nella parte amministrativa.

SÌ, la medicina è stata amara, ma il paziente aveva bisogno di guarire, anzi di sopravvivere. Ci auguriamo tutti che sia arrivato il momento di terminare la “cura”, ma se ciò non fosse non abbiamo sbagliato e non sbaglieremo; non abbiamo certamente assunto la responsabilità della conduzione dell’A.N.P.d’I. perché volevamo contribuire al suo declino.

SPARTA, la polis guerriera, è comunque rimasta nella storia come fulgido esempio di ciò che si può ottenere quando si persegue un ideale senza scendere a compromessi e noi ad essa ci ispiriamo.

Noi non condividiamo e non abbiamo mai condiviso quegli atteggiamenti concilianti e incompetenti di coloro che sono costantemente vacillanti e sono in cerca di facili consensi.
Nella nostra Associazione non dovrà mai accadere che la fisiologica percentuale di ‘tardigradi’ (che da noi non dovrebbe neanche esistere) venga collocata in posizioni di responsabilità, pensando di mantenere con la furbizia e la ‘benevolenza’ un ordine associativo tranquillizzante.

Noi non condividiamo tutto questo e siamo fermamente convinti del credo del cameratismo e della disciplina, così come noi fermamente crediamo nelle nostre tradizioni perché esse sono la nostra vera forza.
Noi siamo fieri del nostro essere paracadutisti e lo vogliamo dimostrare ogni giorno, nel relazionarci con il mondo, nel nostro portamento e nel nostro sguardo, forse talvolta un po’ strafottente, ma sempre fiero, e mai arrogante.

Anche per questo noi siamo convinti che ogni paracadutista debba essere per l’altro un fratello nel vero senso della parola a prescindere dall’età, dal reparto dove ha prestato servizio, dal suo grado militare o dalla posizione occupata nella vita.

Alla luce di tutto questo, diventa sempre più chiaro che la nostra A.N.P.d’I. ha spiegato le proprie ali in tutto l’universo paracadutistico come ebbi già a dire l’anno passato, e che, per memoria di tutti, ripeterò parola per parola:
“la nostra casa madre, la nostra basilica di riferimento è, e sarà sempre, la Brigata paracadutisti che “ nel grande e santo nome” ricorda la gloriosa Divisione Folgore, è pur vero che attorno a tale basilica sono sorte, o risorte, numerose altre chiese di architettura diversa ma della medesima confessione religiosa”.

Per noi, dunque, tutti i paracadutisti a prescindere dal reparto in cui hanno servito o attualmente militano, (Alpini Paracadutisti, Incursori del 9°, Acquisitori del 185° RAO, Carabinieri Paracadutisti, paracadutisti del San Marco, Incursori del Comsubin, quelli del 17° Stormo dell’Aeronautica Militare,e delle Forze di Polizia) sono nostri fratelli.

E noi ci rivolgiamo ad essi con pari cameratesco affetto vivificato dalla fraternità d’armi e di ideali che ci fanno simili e figli della stessa idea.

Quella stessa idea che, non lo avevamo dimenticato, settanta anni fa, indusse i nostri predecessori a costituire l’API (Associazione Paracadutisti Italiani) sotto la presidenza del Capitano Giorgio Costanzo, il giorno 11 gennaio del 1946.
Associazione che volle essere, ed è rimasta nel tempo, la casa di tutti i paracadutisti italiani.
Quei paracadutisti lasciarono fuori dall’uscio le insegne di diversa foggia che per breve tempo, avevano contraddistinto gli uni e gli altri per radunarsi allora, e per sempre, all’ombra del Medagliere nazionale simbolo del valore paracadutista ed insegna per tutti noi.

L’Associazione era costituita!

Negli anni, prima di assumere la definitiva dizione attuale si è chiamata nelle più diverse maniere: FIPCS, poi FIPS, quindi GIPS, poi ANP, ed infine ANPd’I ai tempi del mai dimenticato Gen. Frattini, comandante della Folgore in Africa Settentrionale.
Non trascureremo la galassia di altre sigle di associazioni nate nel nome del paracadutismo e che, poi, confluirono nell’ANPd’I (ADLER, SOPAI e tra le altre) ma che, intendo sottolinearlo con forza, avevano lo stesso spirito e nascevano dal medesimo humus.

E prima di passare alla Parte Generale della relazione intendo rivolgere un pensiero ed un saluto ai nostri fucilieri di marina irregolarmente prigionieri


PARTE GENERALE

INTRODUZIONE
Accogliendo i suggerimenti, peraltro interessati, di molti, ho cercato di sintetizzare la mia relazione, nella considerazione che i principi cardine della filosofia del Presidente Nazionale siano, ormai, approfonditamente noti a tutti noi.
Non me ne vogliate, però, se “andrò lungo” perchè è in questa sede che si espongono,si esaminano, si valutano tutti gli sforzi ed i lavori di un intero anno che è ben difficile sintetizzare in una relazione.
Non sarà inutile, però, prima di affrontare gli usuali argomenti della parte generale, operare un richiamo, forte e chiaro, a taluni ineludibili aspetti del vivere associativo stesso e cioè in ordine seguente: «l’efficienza», «la litigiosità» ancora diffusa, e quella che potremmo chiamare «l’osmosi», indispensabile, tra la Presidenza Nazionale e le Sezioni.

Sarà quindi utile ricordare che noi siamo sì, un sodalizio di amici, siamo sì, un’associazione di entusiasti del lancio, siamo sì, uniti col più solido cemento alle nostre tradizioni ed alle nostre idealità, ma avendo noi quella peculiarità, assolutamente unica, che ci consente di poter svolgere l’attività aviolancistica, abbiamo la necessità, meglio, il dovere, di osservare precise regole e direttive e far funzionare a pieno regime l’ organizzazione.
Voglio dire che, a differenza delle altre Associazioni d’Arma, alle quali ci accomuna, certamente, il sentimento di amore e di fedeltà alla Patria congiuntamente al reverente ricordo dei Caduti, abbiamo, assai differente, l’aspetto operativo che ci costringe ad un’attenzione ed a un impegno che lascia poco margine agli errori che, nel nostro caso, possono essere fatali nel campo della sicurezza dei paracadutisti e dannosi nel campo matricolare/amministrativo.

Per questo, noi che aborriamo la burocrazia fine a se stessa,dobbiamo vivere la vita associativa tendendo ad uno scopo: nel nostro operare non devono esistere errori o ritardi, ma neanche sbavature.
Per fronteggiare tali, credo comprensibilissimi, compiti non possiamo, certamente, porre attenzione e sprecare tempo a quello che è l’aspetto, mi dispiace dirlo, litigioso dell’Associazione che, su tale punto, poco o nulla, nonostante i miei richiami e le mie esortazioni ha mostrato di voler migliorare. Ed appare assurdo verificare che, siamo stati capaci, voi più di me, di risalire di slancio una china difficile e vincere, e non essere capaci di lasciarci alle spalle le piccole e meschine, bisogna usare il termine adatto, beghe da cortile e piccinerie da bar di paese.
Ma è possibile immaginare che almeno per una volta, prima di dare inizio a sterili ed ingenerose ripicche, pensare come si sarebbero comportati i nostri padri?

Quale fu la vera forza della Folgore ad El Alamein?
Fu quella per la quale ogni paracadutista fece il proprio dovere, e anche molto di più, perché ciascuno era convinto che chiunque altro al suo posto avrebbe fatto altrettanto.
A me risulta impossibile immaginare uno di loro che, per non lasciare scoperto il fianco di un commilitone si sia fatto uccidere sul posto, cadere in infantili tensioni tese solo alla sopraffazione.

Non lo so!

So però che non posso continuare a ripeterlo ad ogni passaggio e perciò vi dico, e lo dico a tutti, ma proprio a tutti, che come avete visto, la Presidenza Nazionale non è più disponibile, nel senso che proprio non si può più permettere, di prestare attenzione a siffatte bagattelle e sprecare, come detto, tempo ed energie che devono invece essere impiegate a fronteggiare gli importanti compiti a cui siamo chiamati.

Pertanto la Presidenza Nazionale da ora in avanti non presterà alcuna attenzione, neppure sotto il profilo della cortesia, ad eventuali doglianze che, è bene ricordarlo, andranno risolte- se del caso- al livello appropriato.

Per fare questo, seguire cioè, la linea dell’efficienza concreta ci siamo sempre ispirati anche al Regolamento dell’Esercito Piemontese (Edizione 1848 – scritto da Massimo D’Azeglio ) che, felicemente, recitava: “meglio si ottempera ciò di cui si conosce il motivo”.
È per questa ragione che abbiamo cercato in maniera continua,oserei dire spasmodica, il collegamento più stretto possibile con tutti gli organi dell’A.N.P.d’I. (presidenti di sezione- consiglieri di zona- consulta direttori di scuola, CTN).
Abbiamo più volte segnalato la disponibilità dei membri della GEN a partecipare alle consulte di zona, fatto sapere, mediante disposizioni permanenti della Presidenza nazionale, di essere disponibili a colloquiare con i presidenti e/o i consiglieri nazionali per chiarire ed, eventualmente, risolvere con gli organi della presidenza deputati i ‘problemi spinosi’, facendo convenire in Presidenza (a spese dell’Associazione) tutti coloro che abbiano problemi che non riescono a risolvere in ambito locale.
Basta riflettere, per comprendere che taluni provvedimenti che ad un esame disattento e superficiale potrebbero sembrare vessatori sono, invece, adottati sempre, e dico sempre, a favore della cosiddetta“periferia” onde evitare eventuali disagi e pericoli di carattere amministrativo,e sempre a protezione di chi più è esposto: i Presidenti di Sezione;
si pensi,per esempio, al problema assicurativo.

(ribadisco ancora una volta, la possibilità per i Consiglieri Nazionali di farsi accompagnare in veste di “uditori” alle sedute del Consiglio Nazionale da un Presidente di sezione perché tutti possano “toccar con mano” quale sia il processo decisionale che viene seguito nella emanazione delle disposizioni e non solo!).
Lo abbiamo già detto in passato e lo ribadiamo: «il diritto di giudicare implica il dovere di conoscere!».

SOCI

Nel parlare della parte più importante dell’Associazione, e cioè i soci non possiamo non sottolineare che gli stessi hanno subito una, sia pur contenuta, flessione forse anche a cagione della chiusura di talune Sezioni.
Con la stessa limpida serenità, tuttavia, possiamo compiacerci del fatto che negli ultimi sette anni, gli anni di questa Presidenza, siamo aumentati complessivamente di circa tremila unità e prevediamo, grazie alla convenzione di recente firmata col Comandante della Brigata Paracadutisti, di aumentare già da quest’anno, il numero dei soci che saranno, in questo caso, tutti soci ordinari.
Tutto ciò, ovviamente, ancora non basta, dobbiamo sempre, e questo non ho intenzione di risparmiarcelo, perseguire il difficile, ma non impossibile, obiettivo dell’««UNO + UNO»»!.

SEZIONI

I Presidenti di Sezione sono la spina dorsale dell’A.N.P.d’I.
E come sono solito dire, come è il Comandante che fa il Reparto è il Presidente di Sezione che fa la Sezione.
Il Presidente di Sezione è, non voglio esagerare, il 50% del valore della stessa. Come ho sempre detto noi siamo la Specialità della qualità e non della quantità, ed in ossequio a tale, ineludibile, principio il Consiglio Nazionale ha dovuto, procedere alla dolorosa chiusura di alcune sezioni che erano tali solo sulla carta e sopravvivevano esclusivamente per la maggior gloria di chissà chi!
Sezioni che non riuscivano neanche a raggiungere il minimo della sopravvivenza ed il cui comune “leit- motiv” era: domani faremo meglio!

In tali casi, anche se l’automutilazione è cosa assai dolorosa, è bene staccare la spina e…………………….. donare gli organi!
Questa, purtroppo, è l’unica strada che l’Associazione, è costretta, proprio in nome dell’efficienza di cui ho detto prima, a dover percorrere. Sono inoltre profondamente convinto che sono le attività poste in essere dalle sezioni, piccole o grandi che siano, che consentono all’Associazione di ingrandirsi e che sono essenziali per la vita stessa dell’A.N.P.d’I..

GRUPPI REGIONALI.

Non può negarsi che per lo scorso anno il lavoro svolto da taluni Consiglieri, sia notevolmente migliorato alzando il livello di quello che è uno dei più importanti organi dell’Associazione. In tale ottica invito a non adagiarsi sugli allori ed a sentire come fosse cosa propria, come qualcuno già fa, il Gruppo Regionale di cui si ha la responsabilità.
Invito, pertanto, i Consiglieri Nazionali che ancora non sono ‘al passo’, a svolgere un’azione vieppiù incisiva e di maggior coordinamento magari anche avvalendosi di quel famoso Segretario di Consulta previsto dall’ Art. 30 Regolamento, di cui non tutti ancora si avvalgono.
Nella attuale visione dell’Associazione non è più sufficiente che il Consigliere Nazionale si ponga come efficace elemento di trasmissione e collegamento fra Sezioni e Presidenza e viceversa, ma bensì deve costituire valido elemento propositivo e di propulsione per entrambe.
A loro dico, più che ad ogni altro :

«I fatti, solo i fatti, soltanto i fatti, solamente i fatti.»,
tutto il resto non conta: è “PARLACADUTISMO”!

All’ombra del nostro basco le parole lasciano il tempo che trovano e a contare sono solo i risultati.
E se qualcosa non funziona è inutile lamentarsi, occorre fare sforzi, risolvere il problema,o almeno tentare, rimboccarsi le maniche ed andare avanti.
Noi ben sappiamo che il Consigliere Nazionale di Gruppo Regionale deve la sua autorità al consenso dei Presidenti di Sezione, ma vorremmo che egli, pur essendo la massima espressione del Gruppo Regionale, impersonificasse al meglio la qualifica “Nazionale” anche perché sono convinto che essi ben sanno le parole più false e menzognere sono quelle che vengono diffuse mentre si cerca di raccogliere consensi, voti, preferenze, ovvero quando ogni dichiarazione è inserita in una sorta di campagna elettorale continua, strisciante, e ogni dichiarazione viene fatta guardando al consenso e non alla realtà
Purtroppo è una legge non scritta: chi prende le decisioni forti è condannato ad essere sul momento detestato, ma alla lontana, nel tempo, ringraziato.

CONSIGLIO NAZIONALE

È il cuore pulsante dell’Associazione, soggetto solo alla volontà dell’Assemblea, e cioè a voi.
È il luogo dove vengono assunte tutte le decisioni più importanti ed è, a norma di Statuto, l’Organo che formula la “politica” dell’Associazione che viene poi messa in atto dalla GEN.
Non vi sono altre sedi dove ciò possa avvenire, per nessuna ragione.
Constato con grande soddisfazione che il Consiglio Nazionale si sta trasformando, seppur lentamente,dal luogo dove si confrontavano i particolari interessi di ciascun Gruppo Regionale nell’assise dove vengono prese le decisioni nel superiore ed esclusivo interesse dell’A.N.P.d’I..


CENTRO SPORTIVO

Mi limiterò a ripetere quello che ebbi a dire lo scorso anno e che, con orgoglio, possiamo ripetere anche quest’anno con la consapevolezza che non è vana ripetizione ma è la felice conferma dei progressi che, anche in questo campo, stiamo facendo.
L’ANPdI ha partecipato a numerose importanti competizioni sportive ed il plauso della Presidenza e di tutta l’Associazione, deve andare, e va, a quelle sezioni che hanno fornito i componenti delle squadre che hanno partecipato alle gare di tiro, di marcia e di pattuglia e anche di sci, tenendo sempre alto il nome della nostra Associazione.
Una menzione particolare vada alla pattuglia che ha partecipato, anche quest’anno, in terra d’Olanda, alla marcia “Nimega” riscuotendo, come l’anno precedente, l’apprezzamento delle altre squadre partecipanti e delle migliaia di persone del pubblico assiepato lungo il percorso. Tutto questo anche grazie al sinergico lavoro dei due direttori del Centro Sportivo dell’Associazione che si sono avvicendati nell’incarico, esempio per tutti di un cameratesco e fattivo passaggio di consegne.
BRAVI, Nicola e Fabio!
Non posso esimermi dal formulare un cordiale ringraziamento al Generale di C.A. dei Carabinieri Michele Franzè, già Comandante del 1° Reggimento CC Paracadutisti “Tuscania” e successivamente Vice Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, che sottolineando quali siano i sentimenti che ci affratellano ai Carabinieri Paracadutisti è ritornato dopo “alcuni” anni,non più in veste di marciatore,a rappresentare nella giornata conclusiva l’Associazione Nazionale Paracadutisti d’Italia in terra d’Olanda.

INFORMAZIONE

Rivista “ Folgore”
A premessa di quanto dirò sulla rivista “FOLGORE” desidero chiarire una volta per tutte che non vi è alcun collegamento fra il pagamento della quota associativa e la pubblicazione di Folgore.
Se qualche Presidente di Sezione, magari in buona fede, nell’intento di poter avere un maggior numero di soci afferma, al momento dell’iscrizione, che conseguenza di essa, è avere diritto alla rivista, cade in un imbarazzante errore.
Per assurdo, potremmo avere una tessera annuale del costo di “3 euro” ed avere una rivista con una uscita a cadenza quindicinale; come potremmo avere una quota annuale a 50 o a 100 euro ed avere una rivista con cadenza trimestrale o quadrimestrale.
Tutt’altra cosa sono invece i ritardi che anche quest’anno hanno caratterizzato l’uscita dei vari numeri di Folgore e dei quali me ne assumo la totale responsabilità.
Nell’anno 2015 la Rivista FOLGORE ha visto la pubblicazione di ben 308 pagine con 4 inserti speciali dedicati ai principali argomenti dell’anno. Viene pubblicata una tiratura mensile di 15.000 copie – più del doppio di quanto avveniva nel 2008 – inoltre viene distribuita gratuitamente a tutti i Reparti paracadutisti.
Pur venendo a costare meno di quanto ci costava nel 2008, pubblichiamo un numero almeno doppio rispetto all’anno di riferimento sopra citato.
Uno sforzo quantitativo e qualitativo riconosciuto da molti, anche al di fuori del nostro ambiente, tant’è che da alcuni anni raccogliamo diversi abbonamenti alla rivista da parte di persone non iscritte alla nostra Associazione.

Sito Internet Associativo
La vera novità di questi ultimi tre anni è che, oltre alla pubblicazione della rivista associativa, pubblichiamo le nostre notizie, le nostre informazioni e i nostri contatti su due nuovi, importanti e moderni strumenti di comunicazione.
Il primo nuovo “media” è il sito internet associativo, che, creato e curato esclusivamente e quotidinamente dal direttore editoria della rivista, ha dato un enorme impulso alla nostra comunicazione. I dati ufficiali, ricevuti da chi ci fornisce questi servizi telematici, sono sempre in continua crescita e qui ve li elenco:

– VISITATORI ANNO 2015: 400.115
– MEDIA VISITE MENSILI. 33.343
– PAGINE VISITATE: 1.701.320
– PRINCIPALI PAGINE VISITATE:
ATTUALITÀ: 521.487
CORSI DI PARACADUTISMO: 61.924
INDIRIZZI SEZIONI: 50.317

Dal 2015, il direttore editoriale e del sito internet, ha introdotto un’altra piattaforma multimediale di informazione quella di “GOOGLE PLUS” questo nuovo strumento di trasmissione automatica diinformazione, ha registrato l’accesso di altre 152.913 visitatori. I quali sommandosi a 400.115 visitatori del sito internet nazionale, significano che abbiamo veicolato tutto quello che dovevamo e potevamo, per quanto riguarda la nostra comunicazione, a oltre 500.000 di persone. Mi pare che questi risultati si possano commentare da soli. Ai primi posti in tutti i motori di ricerca informatici, rappresentiamo un solido e soprattutto attendibile punto di riferimento, nel panorama del paracadutismo italiano, come è doveroso aspettarsi della più grande e numerosa Associazione di paracadutisti italiani, l’unica a essere riconosciuta dalle nostre istituzioni.

Pagine del Social Network Facebook
Anche in questo caso, da tre anni il direttore editoriale ha introdotto l’utilizzo di questa piattaforma multimediale. All’interno della quale gestiamo due così dette “pagine” con 9.583 iscritti e centinaia di migliaia di visitatori. Nessuno a partire dal direttore editoriale della rivista e del sito internet, che si occupa anche di questa gestione, monitorandola giornalmente, era ed è molto convinto di questo nuovo strumento, che a volte si è dimostrato problematico. Proprio per questo manteniamo la decisione di rimanere all’interno di questo “media”, così che si riesca: in tempo reale ad affermare il nostro punto di vista, su questioni che ci riguardano; a volte mal diffuse o mal interpretate da alcuni suoi frequentatori dalla tastiera facile… Si può discutere per ore se questo nuovo modo di comunicare sia logico e positivo ma, il mondo va avanti e chi non sa interpretarlo e di conseguenza stare al suo passo, viene rapidamente escluso dal sistema della gestione dell’informazione. Nella considerazione che uno dei nostri compiti è rivolgersi ai giovani, grandi utilizzatori di tutto quanto può essere lette e inviato da un cellulare, per veicolare correttamente il nostro messaggio e farci conoscere, non possiamo non farne a meno.

EDITORIA

La cosiddetta “produzione editoriale” non è stata quest’anno abbondante come negli anni passati nella considerazione che le risorse economiche sono state indirizzate verso altri settori.
L’unico esemplare è quello che è stato appena distribuito dal titolo «L’Ultimo di El Alamein» unitamente al libro scritto e dato in omaggio del paracadutista Viggiani.
Per quest’anno è previsto un numero unico in occasione del settantennale dell’Associazione.

DISCIPLINA

Inizio questo argomento dicendo, che come affermato nel discorso conseguente la mia prima elezione, mi sono sempre attenuto e mi atterrò sempre nello spirito e alla lettera a quanto detto da filosofo Agostino da Ippona, che per i cristiani è, Sant’Agostino:

Nella casa del giusto
Anche coloro che esercitano un comando
Non fanno in realtà altro che
Prestare servizio a coloro che sembrano di comandare.
Essi infatti non comandano per cupidigia di dominio
Ma per dovere di fare del bene agli altri
Non per orgoglio di primeggiare
Ma per amore di provvedere.

Gli argomenti relativi alla disciplina sono, come noto e come prassi, argomento di competenza del Collegio dei Probiviri e dei Garanti e verranno esposti nelle relazioni dei rispettivi Presidenti dei Collegi.

Peraltro, non desidero rinunciare ad alcune considerazioni su questo importante argomento e nel tentativo di esaminare quale sia la psicologia del paracadutista sono convinto che in ciascuno di noi vi sia una certa componente anarchica, attenzione non vorrei essere frainteso, quella componente anarchica sana quella che si rifà alla più esigente dottrina filosofica,
L’anarchia morale infatti presuppone che ognuno accetti l’inconcepibile, ovvero esser completamente libero e quindi coscientemente responsabile!
I falsari e i politicanti in mala fede hanno strumentalizzato e ribaltato questo concetto e affermano invece che l’anarchia sia la possibilità di dare libero sfogo ai propri istinti ponendosi così contro ogni forma di ordine costituito.

Noi, per la verità, nell’A.N.P.d’I. abbiamo sempre vissuto una, diciamo, ‘effervescente vita associativa, dove ci sono sempre stati, chiamiamoli, dei ‘diavoletti’, ma devo dire che non erano mai stati così costanti, pervicaci,come in questi ultimi tempi, quasi desiderosi di screditare l’Associazione e di stroncare tutto quello che di buono e concreto l’Associazione cerca di fare.
Noi abbiamo un dovere che è quello che deriva dal compito di annullare questi ‘discreditatori’ ovunque essi si nascondano o allignino.
Il nostro scopo è quello di realizzare qualcosa di solido e di importante per l’A.N.P.d’I., magari avendo anche l’ambizione di essere fonte di ispirazione per qualcuno.

A questo si aggiunge il fatto che è invalsa la moda di non pensare più, le persone “ sentono”. Come ci si sente? Ha oggi “sento” bene, nel nostro gruppo ‘sentiamo”……….
Il problema a mio avviso è che al giorno d’oggi siamo circondati,e talvolta addirittura governati, da persone che danno più peso alle sensazioni invece di dare peso ai concetti ed alle idee.
I concetti e le idee sono cose importanti e sono le cose che devono interessare.
Occorre curare i nostri pensieri e questi diventeranno parole, curiamo le nostre parole e queste diventeranno le nostre azioni, curiamo le nostre azioni perché è con queste che noi faremo il nostro domani.
Non dobbiamo mai tenere per noi nostri pensieri, le nostre opinioni bisogna avere sempre interlocutori aperti, sinceri, leali che esprimono il loro pensiero, le loro idee con chiarezza invece di bofonchiare, come usan fare i congiurati, creando così un grave danno all’Associazione.
Non mi aspetto che tutti siano completamente d’accordo con la linea adottata dalla Presidenza, la critica, a condizione che sia “costruttiva” è sempre la ben accolta da chiunque provenga perché è da questo confronto che è possibile prendere le mosse per migliorare.

In aggiunta a questo ci sono persone al di fuori della nostra Associazione che vorrebbero farci desistere dalla strada intrapresa, ci sono coloro che vorrebbero farci rinunciare, ma questi devono sapere che noi non ci arrenderemo mai, non smetteremo mai, nemmeno per un secondo di andare avanti con la nostra determinazione perché vogliamo vedere crescere la nostra Associazione così da renderla sempre più grande in tutti i sensi.

È una sfida che non abbiamo iniziato noi, ma in nome di Dio e dei nostri Ideali,noi la porteremo avanti e la finiremo. Abbiamo affrontato e stiamo affrontando una sorta di aggressione non conseguente ad alcuna nostra provocazione e così come è nostro costume, reagiamo con unità, forza, e coraggio,
coscienti e sicuri che se anche tutto questo ha richiesto e richiederà ancora sforzi alla fine ciò che è giusto prevarrà su ciò che è sbagliato.

Dico tutto questo anche per tutti coloro che hanno sempre qualcosa da dire, da aggiungere, da recriminare, a coloro che conoscono alla perfezione il manuale dei diritti ma ignorano che esista un libro dei doveri,
A coloro che sono sempre pronti a fare ricorsi, reclami, appelli, domande, sempre pronti a invocare regolamenti che peraltro conoscono male e comunque interpretati a modo loro, sempre pronti a minacciare procedure legali e ignorando, come detto, i propri doveri.

A questa schiera si aggiungono e addirittura talvolta coincidono quelli che io definisco i : quelli che mal utilizzano internet, le piattaforme di discussione, i forum, i network, etc, etc…….
Guardando le loro credenziali si scopre che sono eccessivamente palestrati, tatuati fino all’inverosimile, hanno una smodata venerazione per i point-ball, i videogiochi di guerra e sognano immaginarie battaglie e vorrebbero, peraltro senza riuscirci, ispirarsi a Rambo senza sapere di impersonificare quei quattro dilettanti allo sbaraglio, quei militari della domenica, che credevano, illudendosi, di farlo prigioniero!

Il loro ideale è quello del “vorrei ma non posso”, la loro massima aspirazione è quella di farsi fotografare in tuta chiazzata, magari con cinturone con la fondina bassa o ascellare, che fa molto’figo’, con un improbabile mefisto, per poi mettere tutto su facebook senza accorgersi che in fondo sono solo dei frustrati.
A guardare le cosiddette uniformi di questi individui viene da ridere o, forse meglio, da piangere.

I veri rapporti, per quel che mi riguarda, sono quelli che si costruiscono guardandosi in faccia, meglio negli occhi, la tastiera è l’arma preferita di chi non ha coraggio e come muscolo ha sviluppato solo quello della lingua.

Detto questo, ben convinto di quanto mi avete altre volte sentito affermare citerò, ancora una volta, quella frase latina che dice:

SOPRA TUTTI I POPOLI DELLA TERRA,
SOPRA L’ASTUZIA DEI GRECI,
SOPRA LA FEROCIA DEI BRITANNI,
SOPRA L’ALTEZZA DEI GALLI,
SOPRA LA VELOCITA’ DEI NUMIDI,
SOPRA IL VALORE DEGLI ISPANI,
VINSERO LE LEGIONI DI ROMA PERCHÈ AVEVANO DALLA LORO LA DISCIPLINA.

Devo quindi dire di non riuscire a comprendere, anche ponendo tutta la buona volontà, alcuni comportamenti che sono accaduti nel nostro ambito:

– Paracadutisti, che senza autorizzazione del Presidente di Sezione prendono Labari, Fiamme, insegne della Sezione e senza il suo consenso, pretendono di gestirli a loro uso e consumo;

– Paracadutisti, che avviati a fare parte della Dirigenza dell’Associazione, contravvengono alle norme emanate e dopo avere irriso alle stesse reagiscono in maniera scomposta;

– Paracadutisti, che millantando credenziali che non hanno, navigano in quella ‘zona grigia’ che ci appare solo nauseante e così facendo credono di poter prendere in giro il “mondo”, ma non si rendono conto che prendono in giro soltanto loro stessi;

– Paracadutisti, che in riunioni ufficiali, affermano di pretendere le scuse del Presidente Nazionale che si è “permesso” di inviare un controllo alla loro sezione, come se l’inviare un controllo fosse un atto di grande scortesia o addirittura offensivo, dimostrando oltre a scarsa disciplina e notevole irriverenza una totale ignoranza dei fatti, non avendo il Presidente Nazionale mai disposto quella ispezione;

– Paracadutisti, che disattendendo Statuto e Regolamento, compiono gravi irregolarità associative nei confronti di altri soci e la cui giustificazione è il dichiarato intendo il porre in atto una sorta di ricatto nei confronti della Presidenza Nazionale;

– Paracadutisti ai quali, richiesto di assolvere semplici compiti, rispondono che sono impossibilitati e poi magari, si adombrano e fanno gli offesi se qualcuno si rende disponibile al loro posto;

– e tanto, tanto altro ancora.

Ebbene in questi comportamenti io colgo un comune denominatore, che è quello che tutta questa gente è colta da una sorta di “delirio di onnipotenza” inteso nel senso più negativo di quello spirito anarchico che ho precedentemente citato e la cui unica scusante è quella di ripetere come una sorta di cantilena che loro le cose “ le dicono in faccia”, come se questo fosse una loro esclusiva.

In chiusura del capitolo dedicato alla disciplina vorrei condividere con voi un pensiero del Patrono d’Italia, San Francesco:
«dove c’è discordia si porti armonia, dove c’è errore si porti verità, dove c’è il dubbio si porti fede e dove c’è confusione si porti la speranza».

CERIMONIE

Come abbiamo sempre detto le cerimonie non sono atti meramente formali ma, per quel che ci riguarda, esse sono la dimostrazione tangibile del nostro modo di sentire, del nostro modo di essere ed anche della nostra capacità organizzativa.
Non è possibile citarle tutte e pertanto citerò solo quella che, per tutti noi, è il momento più importante di tutto l’anno ed è la massima espressione di quello che siamo e che siamo stati, ma è anche il “punto di partenza” per il futuro più prossimo.
A riprova di ciò posso dire che, nell’occasione, pur trattandosi di giornata lavorativa i Labari presenti, convenuti a Pisa, nella Caserma Gamerra, casa madre del paracadutismo e punto di, venerato riferimento per tutti i paracadutisti in servizio e non, erano in numero maggiore di qualsiasi altro anno.
Ed in tale occasione il riconoscimento tributato, nelle allocuzioni dei massimi vertici militari presenti (Comandante della Brigata Paracadutisti, Comandante delle Forze Operative Terrestri), all’A.N.P.d’I. ha fornito prova evidente e, quasi, tangibile della considerazione che, giorno dopo giorno, ci siamo meritati.
Tale felice circostanza che ha visto premiato l’impegno di noi tutti faceva seguito al previsto lancio, ormai divenuto rituale, del Medagliere Nazionale, non effettuato per le proibitive condizioni meteo sopravvenute quando ormai eravamo in volo.
Nel corso di tale esercitazione era programmato anche il lancio della Bandiera italiana, il nostro “bandierone” da 1.000 mq. che, per i medesimi motivi, non poté essere effettuato.
(Per scaramanzia non dirò domattina, condizioni meteo permettendo, in località Morgana, cosa si potrà vedere).

A conclusione di questa esercitazione di aviolancio era prevista sul campo, la firma della cosiddetta “convenzione” tra lo S.M.E ( delegato il Generale Comandante della Brigata Paracadutisti) e l’A.N.P.d’I. ( il Presidente Nazionale).
Purtroppo, come detto, le condimeteo non hanno consentito ciò, e dall’ambiente campale la cerimonia è stata trasferita ‘ sul tamburo’ presso il CAPAR.
In tale appropriata cornice, per precipua volontà del Generale Giovanni Maria Iannucci, un atto burocratico ha assunto le forme di significativa cerimonia a suggello dell’assoluta simbiosi tra i paracadutisti in servizio e quelli in congedo.
Infatti la sottoscrizione del documento è avvenuta, assumendo, come detto, particolare significato, alla presenza di tutti i Comandanti di Corpo dei Reggimenti Paracadutisti e dei massimi vertici dell’associazione.

Testimoniava, silente e austero il Medagliere Nazionale!


STAFFETTA DEGLI IDEALI

A premessa della cerimonia del «23 0ttobre» anche quest’anno le fiaccole partite da Tarquinia e Tradate hanno attraversato l’Italia per convergere al Centro Addestramento di Paracadutismo per testimoniare che gli ideali che animarono coloro che ebbero a frequentare le Scuole di paracadutismo ( da Castel Benito a Tarquinia, da Tradate a Viterbo) sono vivi e presenti nei paracadutisti di oggi.
I tedofori che hanno percorso i 700 Kilometri correndo di giorno e di notte per portare il fuoco del paracadutismo sono stati la dimostrazione tangibile di questo spirito, e le fiaccole che sono passate di mano in mano sono state portate da giovani paracadutisti, da militari in servizio di ogni grado,da ‘giovani’ ultrasettantenni, e tutti questi hanno consegnato il “sacro fuoco”,, con un gesto di altissimo valore simbolico, nelle mani del Comandante della Brigata “Folgore” che sintetizzando la lunga marcia, è stato l’ultimo tedoforo, facendo così ingresso nella Caserma Gamerra, dove atteso dal Comandante del CAPAR, ha voluto egli stesso accendere il braciere custodito nel Sacrario.

UNIONE EUROPEA DI PARACADUTISMO

Anche quest’anno l’A.N.P.d’I. ha partecipato all’annuale congresso dell’Unione Europea di Paracadutismo a significare i vincoli che ci vedono inseriti a pieno titolo in questa organizzazione a livello europeo.
Il XXI congresso si è tenuto in Francia, a Parigi, dove purtroppo il nostro responsabile dei rapporti con l’UEP non si è potuto recare ma è stato ben sostituito dal Consigliere del 2° Gruppo regionale accompagnato da un membro del Collegio dei Garanti.
La delegazione era “impreziosita” dalla partecipazione del Capo di Stato Maggiore della Brigata Paracadutisti,il Colonnello Roberto Trubiani che, come lo scorso anno, a termine del suo intervento ha riscosso un lungo e sentito applauso di convinto apprezzamento da parte dei componenti di tutte le altre delegazioni.
Di questo dobbiamo ringraziare, ancora una volta, il Comandante della Brigata Paracadutisti che, consentendo la presenza nella delegazione di un militare in servizio di alto grado, sottolinea, in faccia al mondo, quali siano i rapporti di intesa che legano in Italia tutti i paracadutisti.
In quella sede il Presidente dell’A.N.P.d’I. è stato nominato, per normale rotazione, Vice Presidente dell’U.E.P..
L’anno 2016, vedrà lo svolgersi degli appuntamenti europei da tenersi in Portogallo, dal:
– 5 al 9 di ottobre, il XXII Congresso;
– 14 al 18 luglio, il Campionato di paracadutismo.

U.I.P. UNIONE ITALIANA DI PARACADUTISMO
L’Unione Italiana di Paracadutismo è al suo secondo anno di vita e come noto l’A.N.P.d’I. siede come membro permanente nel Consiglio Direttivo dell’U.I.P..
Come detto lo scorso anno quando illustrai questa nuova realtà, che tende a porsi come unico interlocutore con il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti – nello specifico l’ENAC, una grande Associazione come l’A.N.P.d’I. ha il diritto ma soprattutto il dovere di esser presente in campo nazionale: e noi lo siamo partecipando ai lavori dell’U.I.P. in maniera continua e fattiva. (il Presidente Nazionale a tutti i Consigli ed il par. Falciglia come membro del Collegio dei Sindaci Revisori).

PROTEZIONE CIVILE
I risultati, anzi i non risultati, denotano scarso interesse generale per questa attività, sicuramente sentita dal punto di vista emotivo, ma non dal punto di vista operativo, se non per rare eccezioni, che si sono da subito attivate.

Alla riunione indetta per verificare e prendere atto di quanto posto in essere dai coordinatori regionali, ai quali era sta inviato in precedenza un “documento di indirizzo” per fornire loro uno strumento che oltre a tutelare l’ANPd’I dall’insorgere di situazioni potenzialmente negative, raccoglie organicamente e mette a loro disposizione tutti i riferimenti necessari per svolgere l’attività di promozione di Nuclei di Nuclei Protezione Civile, ebbene a questa riunione hanno partecipato solo tre Coordinatori Regionali (Sicilia, Puglia, Campania).

Proprio per dare un senso al lavoro sin qui svolto e, in ottemperanza a quanto previsto dal nostro STATUTO, che all’art. 2 lett. f) recita: «eventualmente affiancare o realizzare iniziative a favore della protezione civile» sono stati avviati contatti con IL DIPARTIMENTO DI PROTEZIONE CIVILE allo scopo di intraprendere un percorso che consenta la partecipazione in caso di necessità di aliquote di volontari da impiegare in sole attività logistiche e di supporto.

ASSICURAZIONE
Anche quest’anno abbiamo avuto modo di apprezzare il comportamento della Società assicuratrice dell’Associazione e pertanto, la commissione costituita ad hoc per individuare la compagnia assicuratrice per l’anno in corso ha riconfermato tale compagnia assicuratrice quale compagnia di riferimento dell’ A.N.P.d’I..

PARTE TECNICA

INTRODUZIONE

Desidero, anche quest’anno iniziare la parte relativa alla “Tecnica” che tanta parte è della vita della nostra Associazione con il concetto, che a mio parere DEVE essere la premessa di tutta
l’attività di aviolancio (e che purtroppo per taluni non è ancora ben chiaro):
«l’aviolancio è per noi un mezzo per meglio raggiungere i nostri ideali e pertanto non è il fine (non è lo scopo) della nostra Associazione».

Ho inteso ripetere questa ‘filosofia’ nella considerazione che forse in passato taluni avevano scambiato il mezzo per il fine avendo così fatto degenerare quello che è invece un indispensabile ed esaltante momento del nostro vivere associativo.
Per ovviare a questa, chiamiamola “degenerazione”, abbiamo dovuto dire forte e chiaro che:
«Le scuole di paracadutismo dell’A.N.P.d’I. sono al servizio dell’A.N.P.d’I. e non l’A.N.P.d’I. al servizio delle scuole di paracadutismo».
Il processo di regolarizzazione e ‘normalizzazionÈ procede nell’ottica che l’attività aviolancistica deve prendere le mosse dall’assioma , di “Brandiana” memoria.

ATTIVITÀ AVIOLANCISTICA
L’attività aviolancistica svolta essenzialmente dalle nostre scuole di paracadutismo, porta a consuntivo dell’anno 2015:

– 9.618 lanci, così suddivisi:
– 6.863 lanci di abilitazione;
– 2.755 lanci di allenamento.

Con un incremento di 339 lanci rispetto all’anno 2014.
A fronte di questa ‘considerevolÈ attività si sono verificati solo incidenti di lieve entità.
Questi incidenti non sono di grave entità e sono di massima riferiti agli arti inferiori ma sentiamo comunque la necessita di migliorare l’addestramento.

A tale scopo, come già preannunciato, è in corso di emanazione una variante alla Disposizione Permanente Segreteria Tecnica N°1 che riguarda i Corsi di Paracadutismo e che prevede un aumento dei periodi addestrativi relativi al “comportamento in atterraggio”.
Preannuncio che come ‘novità’ verranno inseriti nel corso di paracadutismo N° 4 periodi dedicati
alla “storia del paracadutismo militare italiano”, questo per fornire completezza e qualità all’attività aviolancistica dell’A.N.P.d’I. che, ricordiamolo sempre, è “sotto controllo militare” che, è bene chiarirlo, soprattutto ora che le Autorità Militari prestano particolare attenzione alla nostra Associazione, non significa una distratta firma in calce a un modulo ma, fraternità d’armi e di cultura, e spirito, quasi militare.
Alla luce di tutto questo, il nostro auspicio è anche quello di poter tornare all’utilizzo delle torri, indimenticata palestra di carattere.

CORSI
Corsi di paracadutismo.
Presso 96 Sezioni sono stati svolti:
– 286 corsi di paracadutismo, che hanno visto 2521 allievi concludere il corso.
Corso Istruttore di Paracadutismo
Il Corso svolto nell’anno 2015 ha visto 57 paracadutisti partecipare alle selezioni; dei 17 ammessi al corso hanno conseguito la qualifica 14 nuovi Istruttori di Paracadutismo.
Aggiornamenti
Sono state svolte ben 5 sessioni di aggiornamento svolte presso le Scuole di Paracadutismo di Cagliari, Ferrara (2), Reggio nell ‘Emilia (2). A queste si è aggiunta una sessione di ‘recupero’.
Nel corso di tali sessioni si sono aggiornati circa il 70% degli Istruttori.
E si è proceduto alla “conversione” di 2 qualifiche di I.P. militare in qualifiche A.N.P.d’I..
Corso per Direttore di lancio
Sono stati abilitati 4 Direttori di lancio da velivolo leggero.

UFFICIO BREVETTI ESTERI
Nell’anno 2015 le attività dell’Ufficio Brevetti Esteri, di cui è previsto il cambio intestazione in Ufficio Attività Aviolancistica con l’Estero (UAAE), hanno avuto il loro debutto sulla scena internazionale seguendo le linee guida sancite dalla Presidenza Nazionale.
I principi informatori di questa attività sono:
SERIETÀ = SICUREZZA = ISTITUZIONALITÀ.
SERIETÀ, nella scelta dei componenti. È bene ricordare che l’A.N.P d’I. è una Associazione che gode di un privilegio forse unico al mondo, ossia quello di poter concedere di fatto su delega del Ministero della Difesa la “Abilitazione al lancio con paracadute”, ed ha scopi statutari che sono a livello decisamente superiori, dal punto di vista etico, storico ideale a quelli di un club di paracadutismo il cui scopo è far lanci in un’ottica decisamente sportiva;

SICUREZZA, nello svolgimento dell’attività aviolancistica, che deve quindi avere gli stessi requisiti previsti per la normale attività dell’A.N.P.d’I.;

ISTITUZIONALITÀ, nei contatti facendo sempre riferimento alle Autorità Militari Consolari Italiane presenti nello stato estero di interesse.

Partendo dall’assunto inequivocabile e incontrovertibile che i “Brevetti di paracadutismo militare” esteri vengono rilasciati dai militari delle Forze Armare estere secondo protocolli, leggi, norme, luoghi di svolgimento dell’attività, vettori aerei e che analogamente a quanto avviene in Italia, tali brevetti sono rilasciati dall’Autorità Militare di rango appropriato ed incarico ad essi inerente (il brevetto lo firma il Comandante del CAPAR o il Comandante di reggimento o di Corpo, ……………………… non un Direttore di Lancio o ufficiale/sottufficiale qualsiasi……….), e sgombrato quindi il campo dei vari “supermarket dei brevetti “ che abbondano in Europa dove si possono acquistare “bellissimi attestati” su dei pezzi di carta che tali sono e nulla altro, l’Ufficio si è posto alla ricerca di contatti con Forze Armate Estere per svolgere le attività ad esso devolute.
Non tutte le FF.AA straniere sono disponibili e soprattutto hanno i mezzi per farlo e quindi gli eventi organizzati dalle FF.AA Statunitensi in America finalizzati ad attività di lancio e scambio di brevetti sono divenuti, di fatto, l’unico al momento, vero e serio terreno di gioco.

Alla luce di quanto detto nel 2015 sono state svolte le seguenti attività:
– partecipazione alla LEAPFEST 2015 che ha visto partecipare e gareggiare 25 paracadutisti dell’A.N.P.d’I. procedendo al rilascio di 111 Abilitazioni come da accordi con Enti preposti, ottenendo lusinghieri risultati nella classifica a squadre(50 squadre partecipanti) e individuale (250 partecipanti) e acquisendo, i partecipanti numerosi brevetti di paracadutista militare estero;
– partecipazione di 4 Direttori di Lancio da velivolo militare, soci A.N.P.d’I., qualificati presso la SMIPAR/CAPAR «DLxFV» alla attività TOY DROP 2015 a Fort Bragg dove complessivamente sono stati lanciati 4500 paracadutisti americani e stranieri dei vari teams dei DL (Olanda, Germania, Latvia, Canada,Repubblica Domenicana) e dei quali 505 sono stati lanciati dal nostro team di DL. La richiesta di partecipazione del nostro team di DL, stante la nostra disponibilità già espressa alle Autorità Militari Americane ed all’Addetto Militare Italiano negli USA è giunta all’Associazione proprio tramite quest’ultimo.
È evidente a tutti il grande inequivocabile successo d’immagine e di sostanza che l’A.N.P.d’I. ha avuto in queste attività che sono state seguite con attenzione dall’Addettanza Militare Italiana negli Stati Uniti la quale ha avuto contatti con i Comandi Organizzatori stabilendo in modo definitivo che il paracadutismo militare italiano è rappresentato dalle FF.AA italiane e anche dall’A.N.P.d’I.: altri attori non ci sono.
Di grande gratifica sono state le parole di apprezzamento ed elogio rivolte all’Associazione da parte dell’Addetto militare, Col. Rodolfo Sganga, già Comandante del 187° Reggimento Paracadutisti.
Al momento è in preparazione la rappresentativa di 25 paracadutisti dell’A.N.P.d’I. per la partecipazione alla LEAP FEST 2016.

MATERIALI DI AVIOLANCIO
Materiali di addestramento: grazie alle permute effettuate col CAPAR l’Associazione, al momento, dispone di 700 paracadute dorsali e 200 paracadute ausiliari, distribuiti ai Consiglieri di Gruppo regionali per addestramento.
Materiali operativi
Sono di proprietà dell’Associazione
33 paracadute dorsali;
53 paracadute ausiliari,
ai quali andranno ad aggiungersi le 15 coppie di paracadute derivanti da una recente delibera del C.N. Che ne autorizzava l’acquisto, portando, così, a 48 dorsali e 68 ausiliari:
GARE
Nell’anno 2015 si sono svolti:
– Campionato nazionale A.N.P.d’I. (FDV), organizzato dalla sezione di Como sull’aeroporto di Reggio nell’Emilia, che ha visto la partecipazione di numerose squadre;
– Campionato nazionale A.N.P.d’I. (TCL), organizzato dalla Sezione di santa Lucia di Piave in coincidenza con la Sub Silver Cup che ha visto la partecipazione di 63 atleti.

PARTE AMMINISTRATIVA

Come ben sapete, il Presidente Nazionale reputa questa, la parte più difficile e delicata, non solo della Relazione annuale, ma bensì di tutta la vita associativa.
Dati, che comunque vi sono stati, credo chiaramente, illustrati nel rendiconto generale annuale del 2015 che vi è stato inviato unitamente al bilancio di previsione per l’anno 2016, alla nota integrativa ed alla relazione del Collegio dei Sindaci Revisori.
Anche quest’anno la politica economica dell’Associazione ha seguito, nella piena osservanza delle nostre disposizioni statutarie, regolamentari e dell’osservanza della norma costituzionale che per ogni spesa vi deve essere l’adeguata copertura, una politica di “attenta prudenza” e, quindi, possiamo parlare di un bilancio complessivamente positivo, pur in presenza di consistenti spese straordinarie determinate dalla grave situazione patologica di alcune nostre sezioni. Purtroppo potremmo aspettarci altri oneri ed a tale scopo sono stati effettuati ulteriori accantonamenti di bilancio.
Abbiamo fatto e facciamo la cosiddetta “pianificazione finanziaria”, ma queste cose le lascio dire e fare a quelli più bravi di me; io dico solo che
«“ i conti devono tornare “ e “ i conti tornano”!»
Infatti “l’attenta prudenza” ci ha consentito non solo di far tornare i conti, ma di:
– sollevare le Sezioni per l’anno 2016 dal pagamento della quota relativa all’assicurazione, e mi auguro di poter far ciò anche in futuro;
– eliminare il pagamento del Mod. T1 e del Mod. T3, oltre al costo del cartoncino associativo che si aggiunge a quanto fatto in passato avendo ristretto le spese postali, a carico delle sezioni, unicamente al materiale di economato; (è allo studio la distribuzione gratuita anche del libretto dei Voli e dei Lanci)
– sollevare i frequentatori del Corso Istruttori di Paracadutismo da ogni spesa ( corso, vitto, alloggio);
– stanziare, seppur una cifra non rilevante, per commemorare annualmente la Patrona dell’Associazione Santa Gemma Galgani; (colgo l’occasione per rammentare a tutti che Santa Gemma è, per disposto Statutario, la Patrona dell’A.N.P.d’I. e non dei paracadutisti, che invece, come noto, è San Michele Arcangelo;
– concludere definitivamente a spese della Presidenza il pagamento EAS per tutte le sezioni;
– procedere con sicurezza all’informatizzazione dell’Associazione, che ci costerà sì dei denari ma renderà molto più facile, veloce, scorrevole e soprattutto sicuro, il rapporto «Sezioni-Presidenza nazionale»;
– procedere a sostanziali accantonamenti per fare fronte:
– a quegli imprevisti che ho prima accennato,
– all’eventuale pagamento di canoni arretrati per i locali della Presidenza che fino ad ora, nonostante i nostri ‘remember’ non ci sono stati richiesti dagli Organi competenti;
– ed infine porre all’Ordine del giorno di questa Assemblea la diminuzione del 25% della quota associativa che le Sezioni versano alla Presidenza.
E tutto questo senza avere più da ormai 4 anni il contributo che lo SME versava annualmente all’A.N.P.d’I. per l’attività aviolancistica.

Una menzione la debbo, anche quest’anno, al Segretario Generale che ancora una volta ha fatto, come dissi lo scorso anno, «bene i compiti» presentandoli in maniera opportuna alle competenti Autorità e facendo sì che l’assegno erogato dal Ministero della Difesa Euro abbia potuto coprire, in parte, quanto speso per i vari progetti presentati e realizzati: Euro 50.460 !!!
A tutto questo va ad assommarsi il contributo del 5 x 1.000 relativo all’anno 2013 che, a mio avviso,negli anni a venire, con una maggiore diffusione tra tutti i soci, potrà essere di molto incrementato.
La Segreteria Amministrativa ha provveduto, in fine anno, a modificare le modalità di rilevazione e rendicontazione dei rapporti con le sezioni al fine di espellere dalle schede quei cosiddetti “fattori inquinanti” spesso all’origine di incomprensioni e, talora, di discussione. Tutto questo è stato fatto per rendere più chiaro e fluido il rapporto con le sezioni.
L’esposizione del bilancio che sarà preceduta dalla relazione del Collegio Nazionale dei Sindaci Revisori è argomento a se stante dell’Ordine del Giorno, e ad esso rimando per maggiori dettagli.

CONCLUSIONI


Concludo partecipandovi una visione:

“immagino il paracadutismo italiano come una lunga e luminosa colonna marciante verso il futuro.

Questa colonna è suddivisa in tre scaglioni di marcia:
– quello costituito dai paracadutisti alle armi ( lo scaglione centrale);
– quello costituito dai paracadutisti in congedo;
– quello davanti a tutti, costituito da coloro che ci hanno preceduto tra i quali vi sono i “TRIONFANTI” coperti di sangue e di polvere ma “belli” come solo i caduti per la Patria sanno essere.

In omaggio a questi ultimi noi diciamo, e diremo sempre, la verità, la diremo con esattezza storica, senza peccaminose esaltazioni, con il cuore in mano, con rispetto verso chiunque abbia meritato, e meriti, di essere rispettato e, sopratutto, senza alcuna adulazione né rancore di parte.
Noi ci inchiniamo davanti a tutti coloro, lo ripeto a tutti coloro,
che credettero nei destini della Patria, che obbedirono al comandamento della Patria,che combatterono per difendere l’onore della Patria, non importa se al di qua o al di là di artificiose barriere ideologiche che possano aver diviso i corpi ma che giammai divisero i cuori dei paracadutisti d’Italia i quali, sempre e comunque, per l’Italia pulsarono.
Proprio questo consentì, stupefacentemente, che i reduci, senza alcun rancore, chiarimento o distinguo, si unissero, settanta anni or sono, in quel lontano ma contemporaneamente vicino «11 gennaio del 1946», in un attimo, tutti insieme per perpetuare e celebrare lo spirito che li accomunava e che, ancor oggi, deve accomunare tutti noi, orgogliosi di marciare nel solco tracciato dai nostri padri e segnando la strada a coloro che ci seguiranno, in infinita, ideale colonna tra i territori dell’impalpabile e dell’infinito e quelli pieni di sudore e di polvere e di fango che siamo abituati a percorrere con zaino pesante ma con animo leggero e volontà serena.
Per conservare animo leggero e volontà serena è tempo di ergersi, stare coi piedi ben piantati per terra e lavorare seriamente, è tempo di far diventare ancor più grande l’A.N.P.d’I..
È per questo, dopo tutto quello che abbiamo fatto insieme, chiedo ancora il vostro consenso, meglio il vostro appoggio per riuscire tutti insieme a far migliore in tutti i sensi la nostra Associazione, per meglio poter santificare l’ideale del paracadutismo e per far ciò è indispensabile che tutti noi lavoriamo insieme per un unico scopo.
Noi dobbiamo coinvolgere i nostri iscritti in tutte le attività della sezione, perché se non facciamo ciò non avremo risposte, se non facciamo partecipare i nostri paracadutisti a tutte le problematiche associative faremo sì che loro arriveranno a pensare che i problemi dell’Associazione non siano problemi seri o, nel migliore dei casi, che siano problemi di altri, magari solo del Presidente di Sezione o perché no, della Presidenza Nazionale e che, quindi, ci pensino gli altri a risolverli.
Bisogna avere la volontà, insieme alla forza e al coraggio, per intraprendere questa strada, la strada della partecipazione di tutti alla vita associativa.
Noi dobbiamo offrire a tutti i nostri soci la possibilità di mostrare le proprie potenzialità ognuno secondo la propria disponibilità, anche in considerazione del fatto che non siamo tutti uguali, e non lo saremo mai. Noi anziani dobbiamo incoraggiare i nostri giovani soci, perché sono questi giovani soci quelli che costituiranno l’A.N.P.dI. di domani, sono questi giovani paracadutisti quelli che terranno l’A.N.P.dI. nelle loro mani per raggiungere, noi ci auguriamo, mete più alte di quelle che abbiamo saputo raggiungere noi, ma spetta a noi prepararli a questo difficile compito.
Certamente conta quello che si è stati, ma conta di più, molto di più, quello che si può diventare.
Almeno una volta ciascuno di noi avrà udito, ai tempi del servizio militare, la frase “ gli uomini passano i reparti restano” a ribadire il concetto che, comunque possano essere gli uomini che li compongono, i reparti conservano tutta intera l’aura di sacralità e di grandezza che la loro storia gli conferisce. Ed è in ragione di quella “ sacralità” che tutti i componenti di un reparto, in ogni epoca, in qualunque scenario, si sentono, specie nell’ora del cimento, parte e carne e sangue della loro unità. È lì che nasce l’eroismo ed è lì che si edifica la grandezza e la storia delle unità militari.

Ebbene l’A.N.P.d’I. è un reparto!

Ebbene l’A.N.P.d’I. è, quasi, un’Unità militare è, di certo, l’organismo vivente e pulsante del voler essere paracadutisti.

Siamo noi quella schiera che in questo mondo lassista deve tenere la testa alta e la schiena diritta!

Noi dobbiamo, in questo momento in cui stanno venendo meno
il senso di appartenenza ed il senso dell’unità,
il rispetto verso l’anziano,
lo spirito di sacrificio ed il senso del dovere,
dove la parola Patria con la P maiuscola viene quasi evitata e preferita la parola paese,
dove è sempre più lontana quell’Italia, la nostra Italia,
quella del rispetto verso l’Autorità,
quella del crocefisso in classe, a prescindere dal credo di ognuno,
quell’Italia del riconoscimento delle nostre origini e della nostra civiltà latina,
l’Italia della nostra cultura e delle nostre tradizioni.

Le nostre tradizioni che sono un polo di riferimento irrinunciabile ma, non devono essere un’ancora di immobilità.
Noi dobbiamo avere l’orgoglio delle nostre tradizioni e del nostro passato. Se non lo facciamo siamo destinati a soccombere.
Le nostre bandiere, le nostre insegne, i nostri simboli, le nostre tradizioni, il ricordo delle nostre battaglie, dei nostri combattimenti antichi e recenti, del sangue versato non deve essere dimenticato, altrimenti tutto verrà rimosso e scivolerà nell’oblio.
Noi paracadutisti non ce lo meritiamo!
Non se lo merita chi ha sacrificato la vita e versato sangue per la nostra Patria e per la nostra civiltà, non se lo meritano i nostri fratelli in armi che vanno in combattimento nelle più lontane contrade,non se lo merita chi crede, e infine non se lo meritano i nostri Caduti che dalle loro urne sparse ovunque “ tengono la posizione” e nel nome dell’Italia fanno salire alto il loro grido:

Folgore! Nembo! Mai Strack!

Par. Gianni Fantini

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