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Pubblicato il 02/11/2020

BOLZANO- PARACADUTISTA IN SERVIZIO ASSOLTO CON FORMULA PIENA DOPO 4 ANNI

L‘Arena
sezione: PROVINCIA data: 2 novembre 2020 – pag: 27

LEGNAGO. Il militare 42enne in servizio alla caserma «Briscese» era finito a processo a Bolzano con l’accusa di lesioni nei confronti di un 39enne

Lite fuori dalla discoteca, assolto parà della Folgore

Il paracadutista era stato rinviato a giudizio nel 2016 perché avrebbe scagliato il coetaneo su un pilastro

Assolto perchè il fatto non sussiste. È finito un incubo durato quattro anni, che in caso di condanna avrebbe potuto stroncargli la carriera nell’esercito o costargli almeno una pesante azione disciplinare, per un parà dell’Ottavo Reggimento Genio Paracadutisti Folgore in servizio alla caserma «Donato Briscese» di Legnago. Il militare era finito infatti a giudizio, davanti al giudice di pace di Bolzano, con l’accusa di lesioni personali. Ossia quelle che, in base al capo di imputazione, avrebbe cagionato ad un coetaneo la notte del 24 aprile del 2016 nel mezzo di un lite scoppiata per futili motivi all’esterno di una nota discoteca del capoluogo altotesino. Al termine dell’udienza, svoltasi giovedì scorso in tribunale a Bolzano, il giudice Maria Costanza Giatti ha infatti assolto con formula piena P.C., il paracadutista 42enne difeso dall’avvocato Toufik Riccardo Shahine di Legnago.Si chiude così, dopo una serie di udienze in cui sono stati sentiti diversi testimoni indicati sia dal pm che dalla difesa, una vicenda scaturita dalla denuncia-querela di F.G., un 39enne del posto, che quella notte aveva riferito di essere stato aggredito dal militare all’uscita della discoteca Okay, uno dei ritrovi più trendy della località alle porte delle Dolomiti. In base a quanto emerso nel corso dell’istruttoria dibattimentale, quella sera il militare della Folgore, che si trovava in città per svolgere una missione, aveva raggiunto il locale per svagarsi in compagnia di alcuni commilitoni. Tutto sembrava scorrere senza problemi fino a quando l’imputato avrebbe avuto un battibecco con la presunta vittima, mai incontrata prima di allora. Un litigio banale, al culmine del quale il parà avrebbe alzato le mani contro il 39enne al punto che la discussione sarebbe degenerata nel sangue. Erano passate da poco le tre quando, in base a quanto sostenuto in udienza dall’accusa, il militare si sarebbe scagliato contro il bolzanino, iniziando a spintonarlo violentemente fino a scaraventarlo contro un pilastro di ferro. In quell’occasione, il 39enne aveva effettivamente riportato una ferita al cuoio capelluto occipitale, che fece precipitare i soccorritori nel piazzale dell’Okey. Quindi, l’uomo, con la testa sanguinante, era stato trasferito in ambulanza nell’ospedale cittadino da cui era stato dimesso con una prognosi di 12 giorni. Il 39enne riferì che a provocargli quelle lesioni era stato il parà di stanza a Legnago. Il quale, pur professandosi sempre innocente, venne rinviato a giudizio in base all’articolo 582 del codice penale. Ed ora, dopo 54 mesi, è stato prosciolto con formula piena.

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