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Pubblicato il 25/04/2016

BRIGATA AEROMOBILE FRIULI A ERBIL CON 8 ELICOTTERI

Gli aeromobili della brigata Friuli iniziano a schierarsi a Erbil    e con la unità  ci saranno anche  otto elicotteri militari .: quattro NH90 dell’Esercito italiano,  e quattro AW129 Mangusta. Tutti saranno impiegati per missioni di contrasto allo Stato Islamico (ISIS) e con compiti SAR e ricognizione.

L’annuncio dell’invio degli elicotteri (e di un totale di 130 soldati) era arrivato nel febbraio scorso dal ministro della Difesa Roberta Pinotti: i primi uomini sono quindi arrivati in Iraq nei giorni scorsi.

NH90: TRASPORTO TATTICO E COMBAT SAR

L’NH90 viene operato dall’Esercito in configurazione trasporto tattico (TTH) con una commessa complessiva da 60 esemplari. Gli elicotteri, sviluppati dal consorzio NHI (di cui fa parte anche Finmeccanica), possono imbarcare due squadre di incursori o tre barelle con il kit medico per il primo soccorso. La dotazione difensiva conta su mitragliere a canne rotanti, cabina blindata e sistemi di contrasto ai missili terra-aria.

AW129 MANGUSTA: IL RITORNO IN IRAQ

Dopo le 10mila ore di volo accumulate in Afghanistan, dieci anni dopo è arrivata l’ora del ritorno in Iraq per l’A129 Mangusta.

L’A129 Mangusta è il primo elicottero d’attacco ad essere progettato e prodotto interamente in Europa. Le sue origini risalgono all’inizio degli anni ’70, quando l’Esercito pubblicò i requisiti per un aeromobile con funzioni scout e anticarro, sulla falsariga di quanto intrapreso dalla Germania nello stesso periodo (per cui si tenterà anche una partnership, poi abbandonata).

Il processo di progettazione dell’A129 Mangusta inizia nel 1978: l’iniziale ipotesi di derivazione dall’A109 viene subito scartata in favore di una piattaforma più ambiziosa. Il primo volo arriva cinque anni dopo, l’11 settembre 1983. Per vedere tutti e cinque gli esemplari di prova bisognerà però aspettare il 1986, lo stesso anno in cui verrà approntata e poi di nuova abbandonata una nuova joint venture con Spagna, Paesi Bassi e Regno Unito per ricercare una versione migliorata dell’A129.

Anche quella via verrà abbandonata: lo step successivo sarà quindi lo sviluppo di una versione da esportazione del Mangusta denominata A129 International, dotata di rotore principale a cinque pale, motori e trasmissione migliorati e un sistema d’arma avanzato. Nel 1998, anche l’Esercito italiano decide di aggiornare una parte dei suoi aeromobili (60 in tutto quelli commissionati) alla versione A129I, la nomenclatura AW129 arriverà invece nel 2007.

La Turchia produce attualmente una versione autoctona dell’A129, denominata T129 Atak. Si tratta di una variante della versione International, prodotta dalla TAI su licenza.

L’A129 può essere impiegato in missioni anticarro, di ricognizione armata, attacco al suolo e supporto ravvicinato. Per le missioni di attacco al suolo il Mangusta conta su vari armamenti, tra cui un massimo di otto missili Hellfire. L’A129 può inoltre essere equipaggiato con razzi non guidati da 81 o 70 mm, mentre l’armamento principale conta sul cannone anteriore M197 installato su una torretta Oto Melara TM-197B. Nel 2014 è inoltre arrivato lo Spike, missile anticarro di quarta generazione.

l Mangusta può operare anche in notturna, in ogni condizione meteo. L’ultima versione sviluppata è la variante ARH-129D da ricognizione, con cui l’elicottero è stato potenziato con nuova dotazione optronica Rafael TOPLITE III comprensiva di FLIR ed un nuovo laser con funzione di telemetro. AgustaWestland ha pianificato la modifica di un totale di 24 A129 al nuovo standard, mentre ulteriori 24 aeromobili dovrebbero essere consegnati all’Esercito nella variante ARH-129D.

 

 

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