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Pubblicato il 13/11/2019

CASO SCIERI- RASSEGNA STAMPA- PANELLA RIFIUTA IL TEST DEL DNA

LA NAZIONE DEL 13 NOVEMBRE 2019
CRONACHE pag. 16
Riflettori sul caso Scieri, l’ex caporale rifiuta il test del dna

In campo anche la procura militare: via alle prime verifiche. Secondo le ricostruzioni il parà fu picchiato e costretto a salire su una torre
PISA La procura militare di Roma apre un nuovo fascicolo sulla morte di Emanuele Scieri. Una morte in caserma da vent’anni avvolta nel mistero. Il primo atto di quest’indagine riguarda Alessandro Panella, 40 anni di Cerveteri, invitato ieri a comparire nella caserma dei carabinieri della città di residenza dove gli è stato chiesto di prestare il consenso ad un tampone salivare per il campionamento di Dna. Consenso che l’ex caporale ha negato. I carabinieri, dopo aver identificato Panella, l’hanno informato del procedimento a suo carico da parte della giustizia militare per «violenze ad inferiore mediante omicidio in concorso» relativamente alla morte di Scieri.


Titolare del procedimento è il pubblico ministero Isacco Giustiniani. La procura militare, sulla vicenda, si era fatta avanti già nelle settimane scorse quando aveva chiesto la trasmissione degli atti «per competenza e giurisdizione» a quella pisana. Una richiesta basata sul fatto che i presunti autori del fatto e la vittima all’epoca erano militari e che tra di essi c’era differenza di grado (tutti superiori in comando rispetto alla vittima): in questo caso si applicano le norme del Codice penale militare di pace. Il caso è quello della morte di Emanuele Scieri, 26enne, siracusano, parà militare di leva trovato morto il 16 agosto 1999, nella caserma Gamerra di Pisa. Deceduto da tre giorni. E il suo corpo martoriato era ai piedi della torre di asciugatura dei paracadute, occultato sotto un tavolo. Un giallo lungo due decenni che, nell’agosto del 2018 e sulla spinta degli esiti della commissione parlamentare d’inchiesta, vede una prima svolta: la Procura di Pisa – guidata da Alessandro Crini – dopo una serie di approfondimenti indaga, per omicidio volontario, tre commilitoni di Scieri. Quella sera del 13 agosto di vent’anni fa – secondo l’accusa – Scieri sarebbe stato vittima di atti di nonnismo: sarebbe stato prima picchiato e poi spinto a salire sulla torre alta dieci metri, e una volta in cima, ci sarebbero state anche pressioni con gli scarponi sulle nocche delle dita del giovane. Di qui la caduta e la fuga dei caporali che avrebbero lasciato il 26enne agonizzante. I soccorsi negati sarebbero la «pistola fumante» che gli inquirenti pisani – in attesa delle ultime consulenze per chiudere l’indagine – mettono in mano ad Alessandro Panella, Luigi Zabara e Andrea Antico. Ma un nuovo filone ora è partito anche da Roma. Carlo Baroni Antonia Casini



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