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Pubblicato il 28/03/2024

CACCIATI DAL NIGER GLI STATI UNITI STANNO ELABORANDO IL PIANO DI ABBANDONO DELLA BASE DEI DRONI DI AGADEZ

Il Niger ha comunicato mercoledì che gli Stati Uniti presenteranno a breve una proposta per ritirare, i propri soldati dal Paese, dopo che il regime ha annunciato la fine di un accordo di cooperazione con Washington del 2012.

I governi golpisti di Mali, Burkina Faso e Niger hanno espulso i francesi e gli europei che gestivano le operazioni anti-terrorismo: non ci sono più soldati, elicotteri e jet a vigilare sui traffici e sulle bande jidahiste e l’uscita degli americani spegnerà l’ultima risorsa per il loro contrasto : i droni americani dall’aeroporto di Agadez. 110 milioni , operativa dal 2021 – è l’unica base di sorveglianza aerea degli USA Pentagono tra l’equatore e il Mediterraneo. «Se non possiamo vedere, non possiamo capire – ha dichiarato il generale Michael Langley, comandante di Africom -. Se perdiamo la posizione nel Sahel, questo ridurrà la nostra capacità di vigilare e dare l’allarme, con conseguenze pure per la sicurezza degli States».


Scrive Gianluca De Feo:
Il buco nero che si sta aprendo in Niger fa ancora più paura di quello afghano: è il crocevia della migrazione verso l’Europa, incentivata dalla depenalizzazione del trasporto di stranieri decisa dalla giunta golpista. L’Isis vuole riprendere a colpire nelle città del vecchio continente, come aveva fatto fino al 2018, quando poteva contare sulle basi del Califfato in Siria e in Iraq. Nell’ultimo anno sono stati arrestati uomini dell’Isis-K – quasi sempre rifugiati afghani – che progettavano attentati in Germania, Olanda, Austria e Svezia.


Lo scorso 4 gennaio il portavoce di tutto lo Stato Islamico, Abu Hudhaifa al-Ansari, ha lanciato una chiamata alle armi contro ebrei e «crociati cristiani»: «Uccideteli dovunque li trovate. Aggrediteli su tutte le strade d’America e d’Europa per vendicare i musulmani di Palestina, Iraq e Siria. Investiteli con le auto. Attaccateli e sgozzateli; fategli sapere che i crimini commessi nei Paesi islamici saranno puniti a Washington, Parigi, Londra e Roma».
Gli appelli alla violenza si sono intensificati con l’inizio del Ramadan: «Sarà il mese della vittoria», ha promesso l’ultimo bollettino della loro rivista diffusa online.
L’Italia compare sempre più spesso nei loro proclami.
Ancora De Feo, con lucidità segnala:
Nelle intercettazioni dell’indagine sui tre palestinesi arrestati due settimane fa all’Aquila, dove vivevano da anni come rifugiati politici, sono evocati assalti da compiere in Israele e in Cisgiordania e pure armi – ha scritto il giudice – «da utilizzare sul territorio italiano».

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