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Pubblicato il 06/04/2017

RASSEGNA STAMPA: I COMMOVENTI FUNERALI DI NICOLA GALLI

Il Tirreno ed.
sezione: LUCCA data: 6/4/2017 – pag: 37
Ciao, signore dell’aria
L’addio al base jumper Nicola Galli è un susseguirsi di emozioni

di Alessandro Bientinesi
CAPANNORI- bNon è stato un funerale tradizionale, ma un susseguirsi di emozioni. Più che un’atmosfera cupa e di morte, si è respirata un’aria di vita. Di libertà. Nicola Galli, il base jumper deceduto sabato 1° aprile in Trentino, non era un tipo comune e anche il suo funerale è uscito fuori dagli schemi. Del resto il fratello Emiliano lo aveva anticipato: «Nicola non avrebbe voluto vedere dei musi lunghi e cercheremo di accontentarlo». Ci sono riusciti ed Emiliano Galli è stato il primo a dispensare sorrisi e abbracci. Forza e voglia di vivere. Voglia di guardare oltre. Più in alto. LE “VIRGOLE” SUL VISO. Accanto al feretro del ragazzo e lungo la navata principale della chiesa di Santa Maria Assunta ci sono le foto che lo immortalano nei suoi momenti di sport: il paracadutistmo, il ciclismo, il combattimento. Nei primi piani ha sempre il sorriso, come se stesse inseguendo qualcosa in grado di renderlo davvero felice. «Se guardate bene in ogni foto ha come delle “virgole” sul viso» dice il fratello Emiliano. Sopra la bara, riportata giù dal Trentino, i parenti hanno disposto una tuta alare e uno dei caschi che usava durante i lanci. E lo zaino che conteneva il paracadute, proprio quello che non è riuscito ad aprire il giorno dello schianto fatale. UNO ZAINO DI RICORDI. Lo zaino è anche una metafora. «Per me e Nicola la vita era un po’ come uno zaino – racconta Emiliano -. Siamo noi a doverlo riempire. E noi lo abbiamo fatto con esperienze bellissime. Nel nostro caso lo zaino era il nostro compagno di avventure, era il paracadute che si apriva nel momento giusto. Nicola questo zaino ce l’ha anche adesso in spalla ed è pronto a partire per un viaggio lunghissimo».Un volo diverso a quello dei tantissimi paracadutisti presenti ieri in chiesa. Non più una planata verso il basso, ma un’ascesa verso il cielo.FAMIGLIA SPECIALE. Che quella di Nicola Galli sia una famiglia speciale lo si capisce anche da come la fidanzata Beatrice Bellettini, un’ora prima del funerale, prepara con cura le tante foto del suo fidanzato. Con lei i parenti e gli amici, per gli scatti che colorano, insieme ai fiori, la navata e l’altare. Sul quale si insinua un raggio di sole, con il riflesso verde e arancione, per una incredibile coincidenza i colori preferiti del base jumper lucchese. Per pochi minuti Beatrice porta in chiesa i due cani che la coppia accudiva nella casa di Ponsacco, dove da qualche mese si era trasferita. «Qui dentro, Nicola è qui». Sembra dire lei. E i due cani si avvicinano e sembrano voler saltare sulla bara.LA PIENEZZA DELLA VITA. Nel corso delle esequie, celebrate da don Luigi Bertolucci, il parroco lancia un messaggio. «Per tutti quelli che dicono come Nicola se la sia cercata, rispondo che lui ha cercato solo la pienezza della vita – ha spiegato Don Bertolucci -. La differenza è che lui ha incontrato Dio prima di noi. Probabilmente ora starà aggiustando le ali a San Michele, il protettore dei paracadutisti».Una pienezza che non era fanatismo. Non era un cercare di superare il limite. Nicola Galli amava le montagne, perché da lassù non si riusciva mai a vedere l’orizzonte o un punto di arrivo. Magari lo sguardo verso il padre che non c’è più da tempo, una perdita affrontata dai familiari con la stessa forza e dignità dimostrata dopo questa tragedia.IL SIGNORE DELL’ARIA. «Nicola era un signore dell’aria: il cielo era il suo elemento e il volo la sua naturale andatura – ha detto ancora il fratello Emiliano citando un passo di un articolo pubblicato sul Tirreno -. Proprio così dobbiamo ricordarlo. E quando eravamo lassù io e Nicola ci guardavamo sempre negli occhi. E in quello sguardo il nostro rapporto si saldava sempre di più. E ora abbiamo un rapporto che nulla potrà spezzare». Neanche quanto avvenuto sulle Pareti Zebrate di Pietramurata. L’ultimo salto del base jumper originario di Pieve di Compito.IL RITORNO DELL’EROE. Un volo che dal Trentino lo ha riportato fino alla sua terra. «Sai Nicola – ha proseguito il fratello nell’emozionante racconto -. Quando ti stavo riportando a casa, avvicinandomi sempre di più, ho avuto la sensazione di riportare un eroe nella sua terra. Un eroe perché qua sei nato e qui sei tornato. Un eroe perché oggi ci stai insegnando qualcosa. E ti troverò sempre nella natura, come fosse un gabbiano o un uccellino che tornerà a salutarci. Non sarà facile, ma la vita non è mai facile. Siamo noi a doverla far diventare bella. A volte, brother, fratello, ci prende a cazzotti. E come ti dicevo sempre, il modo migliore è reagire: jab e si vola». L’ultimo saluto arriva anche dall’alto, con un elicottero che, una volta uscito il feretro dalla chiesa, rilascia una serie di petali di rose sulle centinaia di persone in attesa. E quella canzone che profuma di libertà. “I’m coming home”, sto tornando a casa. A Colle di Compito e forse anche verso il cielo, sopra le montagne che amava tanto. L’ultimo viaggio verso il cimitero di Colle di Compito, accanto al padre.

LA NAZIONE – LUCCA
CRONACHE pag. 19

«Dio ti accoglierà volando ad ali spiegate»

di MICHELA STEFANI
UNA FOLLA gremita si è raccolta ieri nella chiesa di Colle di Compito attorno al feretro di Nicola Galli, lo sfortunato 36enne rimasto vittima di un fatale incidente con la sua tuta alare, durante un «base jumping» in Trentino. Commoventi le parole del parroco don Luigi Bertolucci: «Siamo qui riuniti – ha detto – affinché la morte non abbia l’ultima parola. Siamo turbati più del solito per questa improvvisa disgrazia. Ci viene spontaneo dire che si tratti di una sciagura ‘cercata’, ma non è così. Nicola non ha cercato tutto questo, quello che cercava Nicola era una pienezza di vita, e ha incontrato il Signore prima di noi. E così oggi affidiamo Nicola a San Michele Arcangelo, patrono dei paracadutisti affinché lo accolga ad ali spiegate. Sorgerà per lui una nuova vita, ci sarà per lui una resurrezione. Dio lo accoglierà volando come lui avrebbe voluto. Rivolgo la mia preghiera – ha sottolineato don Luigi- a tutti i paracadutisti poiché avvicinandosi al cielo riescano anche ad avvicinarsi a Dio». Alla conclusione della messa ha voluto ricordare Nicola anche il fratello Emiliano. «Nicola – ha detto – mi trasmetteva forza e tanto coraggio. Quando ci guardavamo negli occhi lassù in volo il nostro legame si rafforzava. Questo sport non deve essere scambiato per fanatismo, si tratta piuttosto di una riscoperta interiore. Io e Nicola parlavamo spesso di questa probabilità, quella di poter morire, ma le nostre cattedrali erano le montagne, dove non si riesce mai a vedere una fine. La vita era per noi come uno zaino vuoto, uno zaino che a mano a mano si riempiva di viaggi, di esperienze, le cose brutte alla fine uscivano da quello zaino ricolmo solo di bellezza. Adesso lo zaino è chiuso, il viaggio è finito ma tu, Nicola adesso viaggi verso l’infinito. I nostri occhi – ha concluso Emiliano – ci indicano la direzione, le gambe ci sorreggono e ci portano, lo spirito sono le nostre ali. Sono sicuro che ogni mattina mio fratello tornerà a trovarmi, verrà a bussare alla mia finestra, a quella della sua fidanzata, di mamma e di mia sorella, magari sotto altre, infinite forme». Infine rivolto alla platea Emiliano ha invitato tutti i presenti a cercare sempre la propria strada. Era presente alla funzione anche l’Associazione Nazionale paracadutisti e al termine della cerimonia l’elicottero dei paracadutisti ha lanciato migliaia di petali colorati sul feretro avvolto nella sua tuta alare e sulla folla presente.

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