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Pubblicato il 21/11/2015

COMPIE CENTO ANNI IL CARABINIERE PARACADUTISTA GIUSEPPE PALAGI SOPRAVVISSUTO AD ELUET EL ASEL

Compie cento anni Giuseppe Palagi, carabiniere paracadutista, sopravvissuto alla battaglia di Eleut el Asel del 1941. Fece parte delle squadriglie incaricate di catturare il bandito siciliano

CAPANNORI- Giuseppe Palagi è sopravvissuto alla battaglia di Eluet el Asel durante la guerra in Africa, prigioniero sino al 1946, nel dopoguerra fu aggregato a Palermo e fece parte delle squadriglie predisposte per la cattura del bandito Giuliano. Domani alle 11 ci sarà la festa di compleanno alla chiesa parrocchiale di Lammari. Al termine del rito religioso, officiato da don Giovanni,i Carabinieri della ANC, che hanno organizzaypo l’incontro, offriranno un rinfresco. Alla festa parteciperanno i paracadutisti del Tuscania di Livorno con due carabinieri in alta uniforme. Nonostante i 100 anni compiuti il 19 novembre, Palagi ha ancora una memoria di ferro. Vive con la moglie ultranovantenne in via Angeli a Segromigno in Piano ed è perfettamente autosufficiente. Arruolatosi nell’Arma il 16 giugno 1936, nel 1940 frequentò a Tarquinia il corso di paracadutista. «Il 16 luglio 1941 assieme al battaglione carabinieri paracadutisti venni imbarcato per Taranto diretto nell’Africa settentrionale. Sbarcammo a Tripoli due giorni dopo raggiungendo Zavia, campo di transito di tutte le unità provenienti dall’Italia e destinate alla guerra». Il 14 dicembre il battaglione paracadutisti riceveva dal generale tedesco Rommel, la volpe del deserto, l’ordine di partenza per la zona di Eluet el Asel con il compito di opporsi all’avanzata delle truppe britanniche. Nei cruenti scontri con le unità inglesi, che al termine della battaglia omaggiarono con l’onore delle armi le truppe italiane, il reparto aveva perduto 282 dei suoi effettivi. «Rientrato in Italia nel 1946 a Napoli – dice con lucidità – mi furono concessi tre mesi di licenza al termine dei quali venni richiamato in servizio alla Legione Carabinieri di Livorno dove fui collocato in congedo nel 1968». Durante la permanenza alla Legione di Livorno venne aggregato per un periodo alla Legione di Palermo per concorrere, con le squadriglie, alla cattura del bandito Giuliano. «L’Arma è una grande famiglia ed essere stato carabiniere servendo lo Stato e il nostro Paese per me è motivo di vanto e di orgoglio»

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