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Pubblicato il 05/04/2016

DROGA NELLA CASERMA DEI BERSAGLIERI: UNA FITTA RETE INTERNA DI TOSSICI E COMPLICI

CASERTA- Emergono particolari inquietanti sulla attività di cinque spacciatori in divisa nella caserma dell’ 8° Reggimento bersaglieri di Caserta. Roba da non credere. Numerosissimi i consumatori di cocaina e crak. Gente che andava in strada con le armi. La rete di connivenze e complicità è un ulteriore segno del profondo degrado di un numero non trascurabile di giovani di quel reggimento, disposti per soldi o amicizia a coprire i colleghi tossici.
Una rete di amici soldati non tossicodipendenti che solo per amicizia forniva loro pipì pulita per salvare i compagni spacciatori. Anche qui le intercettazioni dei messaggi Whatsapp dei Carabinieri sono un gran brutto segnale di illegalità diffusa tra quei giovani. Come quando Santonastaso chiede a un amico: «Per domani potresti farmi un po’ di pipì?». Frase quanto mai originale che non lascia dubbi negli investigatori. «Non preoccuparti te la procuro», risponde l’amico. Lo fa anche la soldatessa Rossini, che chiede la pipì alle amiche fidate. E viene intercettato un soldato tossicodipendente che, costretto a fare il drug test, si affida agli spacciatori e poi chiede notizie: «Grazie mille, hai messo la pipì di Ciccio?». Ciccio è un soldato che non si droga, ma che fa pipì in provetta quando gli viene chiesto. E se l’inganno non riusciva? A mali estremi venivano modificati i risultati della pipì “sporca” in laboratorio intervenendo sul software del macchinario per le analisi. E sulla carta la pipì tornava ad essere limpida e pulita.

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