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Pubblicato il 18/05/2015

GIUSTIZIA ITALIANA:SOLO UN SOLDATO USA SU 100 SCONTA EVENTUALI CONDANNE

«I militari americani accusati di atti criminali in Italia spesso evitano la condanna». La denuncia è contenuta in un articolo firmato da Nancy Montgomery uscito su Stars and Stripes. «Negli ultimi cinque anni – dice lagiornalista USA – in Italia ci sono stati 200 processi contro militari americanincompresi aggressione, aggressione sessuale e omicidio colposo. Ma ad oggi solo un soldato è in carcere in Italia».
L´articolo cita intanto il caso del soldato Darius McCullough, condannato il mese scorso a sei anni di carcere per stupro dal tribunale di Vicenza. Tra qualche giorno è prevista la sua partenza per un altro Paese e quindi potrebbe non vedere mai una cella. Nel 2005 il sergente James Michael Brown era stato condannato sempre a Vcenza a sei anni per uno stupro. Ma qualche mese dopo se n´era tornato negli Usa e non è mai più tornato. Uno dei responsabili dell´ufficio legale dell´esercito Usa in Italia, il comandante David Lee, dice che gli Stati Uniti «non hanno l´autorità per impedire a un soldato, se ha finito i 2-3 anni del servizio di leva, di andarsene. A meno che non sia già in galera».
Nei casi di reati minori i magistrati italiani non chiedono se un soldato sta per andarsene o meno. E anche nei reati più gravi, una volta informati che l´imputato potrebbe lasciare il Paese, spesso rispondono “Va bene”». Anche gli avvocati difensori sono contrari: «Gli imputati se ne vanno – dicono – perché gli Stati Uniti si sentono forti e fanno quello che gli pare». Tra loro Paolo Mele senior, avvocato di Vicenza che ha difeso e difende molti militari americani: «In 23 anni di lavoro come legale di soldati Usa non ho mai sentito un pubblico ministero acconsentire se un imputato lascia l´Italia». Per Mele «se avessero rispetto per la giustizia italiana gli Stati Uniti dovrebbero tenere in caserma i soldati sotto accusa fino alla fine del processo, anche se hanno finito il loro servizio militare». Nicola Canestrini, anche lui legale di un soldato accusato di stupro e sparito in America, parla di “sistema ridicolo”: «Che senso ha fare un processo se tanto sai che la condanna non sarà eseguita?». Ovviamente di mezzo c´è anche la cronica lunghezza dei processi in Italia. E su quello non occorre che lo dica Stars and Stripes.
Quanto a McCullough (che in questo momento è ai domiciliari), l´esercito Usa ha fatto sapere al tribunale che il militare non può restare nella base oltre la data del trasferimento perché la sua presenza «mina il buon ordine e la disciplina». L´esercito avrebbe anche offerto di mettere McCullough in carcere in Germania, ma il giudice non ha accettato. L´articolo ricorda anche che l´Italia è stata sanzionata dalla Corte europea dei diritti umani per il trattamento e le condizioni delle carceri. Così su 200 soldati condannati, uno solo è in carcere. Di tratta di Jerelle Gray, accusato con McCullough dello stupro di una 17enne nel 2013. Fuggito dagli arresti domiciliari (era confinato nella caserma Dal Din), dopo essersi ubriacato aveva aggredito due prostitute.

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