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Pubblicato il 09/04/2016

IL CASO REGENI IN 11 PUNTI

di Walter Amatobene

Per capire la storia del giovane Giulio Regeni ho dovuto ricorrere al metodo dei “punti chiave” . Riassumo :

1- Regeni studiava in Inghiterra a Cambridge; a 25 anni era borsista di una agenzia universitaria che la stampa londinese dichiara come consulente dei servizi segreti inglesi. Lo fanno tutti i paesi: usano “analisti” e “ricercatori” delle università. Il dottor Regeni era in Egitto per riferire circa i movimenti antigovernativi, seguendo i “consigli” del suo tutore che gli suggeriva di “calarsi” nella galassia anti AL SISI..

2- L’Egitto conduce una battaglia contro la radicalizzazione nel modo che sappiamo essere l’unico che funzioni in quei paesi: il bastone. Controprova: abbattuto Gheddafi e tentata la destituzione di Assad, la polveriera medio oriente è esplosa, anziché spegnersi. Le primavere arabe , così definite dai “facciamociicazzideglialtri” era un ideale velleitario, perché lontano mille anni luce dalla genetica e dalla cultura di quei popoli.

3- Il fenomeno del radicalismo in Egitto è una cosa seria: bombe, bande, tagliagole con bandiera nera, assalti nel Sinai. Centinaia di militari uccisi. Al Sisi non sottovaluta alcuna minaccia, potenziale o in atto. Risponde colpo su colpo agli attacchi. Condanna a morte ed esegue le pene. La città e le province sono presidiate dai corpi di polizia e quelli militari. Al Sisi fa sul serio e mantiene stabile quel paese, generando pure una ( faticosa ed osteggiata dall’0ccidente) ripresa economica.

4- Regeni, al Cairo frequentava senza alcuna precauzione movimenti politici dichiaratamente antigovernativi. Forse non si rendeva conto del loro grado di “prontezza”, ma era più che un simpatizzante, più che uno “studioso”, al contrario di ciò che dovrebbe fare un “neutrale ricercatore”. Partecipava a riunioni che erano ( di sicuro) monitorizzate dagli onnipresenti servizi segreti, che contano su migliaia di informatori.

5- Aveva pubblicamente devoluto parte della sua borsa di studio alla “causa” antigovernativa, dichiarandolo addirittura in una assemblea pubblica.

6- Scrivera articoli anti AL SISI su IL MANIFESTO, raccomandandosi di mantenere il suo anonimato. Dilettantisticamente non sapeva che una delle prime fonti di informazione- per ogni servizio segreto- sono i giornali ed i forum sulla rete, altro luogo dove Regeni esternava frequentemente. La sua “tutor” inglese ha definito AL SISI ,in una intervista alla stampa inglese, come “un assassino” e un “sanguinario”.

7- Non rappresentava alcuna istituzione, né università italiana , né svolgeva incarichi che giustifichino un interessamento così morboso del nostro governo. Conduceva una intensa attività “politica”, consapevolmente, al punto di nascondersi dietro pseudonimi per timore di ritorsioni.

8- Il governo egiziano è stato eletto regolarmente e AL SISI conta su un vero plebiscito popolare. Ha quindi pieno diritto a scegliere come difendersi dal cancro dell’islamismo radicale e dall’antigovernativismo su cui soffiano movimenti politici stranieri

9- Non c’è alcun interesse nazionale che sia stato leso dalla morte di Regeni. A parte la doverosa assistenza consolare alla famiglia, per funerali ed indagini di polizia , non vediamo perché il Governo dovrebbe spingersi oltre , interrompendo o attenuando i rapporti diplomatici ed economici con un paese che è da sempre amico dell’Italia.

10- Se è stato ucciso dalla polizia segreta egiziana , deviata oppure ufficiale, questo è avvenuto nei confronti del nostro connazionale solo per la sua figura di potenziale oppositore straniero collegato ad università, oppure ad agenzie di intelligence inglesi, magari inconsapevolmente, in grado di veicolare messaggi nocivi che potevano influenzare la opinione pubblica italiana ed europea. Gli articoli pubblicati sono ( in senso generale) sempre considerati parte della “intelligence” in ogni paese, ovvero come attività tipica di chi ha incarichi di “controinformazione”. Nulla di più facile che abbiano pensato al Dr Regeni come ad un agente agitatore.

11- La santificazione del Dr Regeni è sbagliata, come lo è stata quella di altri “eroi” mediatici. La terribile morte che gli è stata inflitta va punita e la magistratura italiana DEVE indagare. Nessun dubbio . Forse anche quella inglese, visto che Regeni era un giovane comunista di ottima famiglia , che studiava a Cambridge

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