CRONACA AGGIORNATA OGNI ORA

Condividi:

Pubblicato il 09/05/2017

IL GOVERNO ( MINISTERO DELL’INTERNO) VUOLE IL “PATTO NAZIONALE PER L’ ISLAM ITALIANO” . RAI ANCHE IN ARABO

E’ in corso un piano del governo e delle associazioni islamiche per stilare un’intesa chiamata “Patto nazionale per un Islam italiano”, a seguito di quanto firmato il 1° febbraio scorso al ministero dell’Interno con nove associazioni, dove fu definito per linee generali. Lo stesso giorno alla Camera c’è stato un seminario su “L’Islam in Italia. Quale patto costituzionale?”

Quella firma di febbraio ha dato conseguenze anche locali: il prefetto Gerarda Pantalone, capo del Dipartimento libertà civili e immigrazione del Viminale, ha spiegato che una circolare è stata inviata ai prefetti per l’attuazione del Patto con le comunità presenti in ogni territorio.
Come sappiamo gli islamici vogliono nei loro statuti gli imprescindibili principi dell’Islam, inoltre sembrerebbe trovare un solo referente nella comunità islamica. Il caos mondiale dei luoghi dove sono presenti, è foriero di pessime previsioni.

Il costituzionalista Stefano Ceccanti, ordinario di Diritto pubblico comparato alla Sapienza ed ex senatore del Pd:

“Non ci sono problemi di compatibilità tra il diritto islamico e l’Italia e la nostra identità costituzionale non è una clava contro le religioni”.
E incalza: la Costituzione è “fatta per integrare e non per escludere” e sostiene che nn vanno trovate formule troppo anti-jidahiste perchè bisogna stare attenti “a non fare il gioco degli avversari”.

Nulla si dice sulla trasparenza sui finanziamenti alla formazione teologica che dev’essere simile a quella dei rabbini, dei sacerdoti o dei pastori valdesi e nulal si dice circa il rifiuto dei musulmani di affermare con la dignità di uomini e donne.

Insieme con il Patto stipulato a febbraio, Stefano Dambruoso (Civici e innovatori), già magistrato antiterrorismo, si raccomanda di FROMARE GLI INSEGNANTI ITALIANI perchè – secondo lui- “non hanno l’interculturalità nel loro bagaglio”.

Si parla anche di una formazione specialistica non solo per forze di polizia e forze armate, ma anche per docenti delle scuole e delle università, per gli operatori dei servizi sociali e socio-sanitari e per la Polizia locale; investimenti a scuole e università; un portale informativo; una piattaforma multimediale della Rai per prodotti in lingua italiana e araba; un piano nazionale per la rieducazione dei detenuti.


LEGGETE LA LETTERA DI INTENTI DEL MINISTRO

MINISTERO DEGLI INTERNI
1 febbraio 2017

 

Leggi anche