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Pubblicato il 14/10/2015

IL RUMORE DELLE PERSONE MOLESTE TI CAMBIA LA VITA

Presentato da Amplifon, uno studio svela come ci siano troppi decibel nelle grandi città d’Italia. Il ‘mal di rumore’, non semplicemente quello assordante ma anche episodico ma invasivo, è associato a un aumento del 30% del rischio di deficit uditivo e a un raddoppio dei casi di disturbi dell’umore, insonnia, difficoltà di concentrazione e mal di testa.

Un terzo della popolazione è esposto: i troppi decibel possono aumentare di circa il 30% la probabilità di disturbi dell’umore, insonnia, difficoltà di concentrazione e mal di testa. In Italia il 10% della popolazione è a rischio di conseguenze gravi conclamate, ma un rimanente 40% è vicino alla soglia di pericolo.

Il caos sonoro invasivo e persistente, avviene spesso non a decibel elevati ma continuativi e di sottofondo: la semplice riduzione di 5 decibel sarebbe sufficiente a diminuire la prevalenza di ipertensione nella popolazione dell’1,4%, mentre quella di coronaropatie e infarti calerebbe dell’1,8%. In Italia, ad esempio, questo ‘risparmio’ di decibel potrebbe portare a 200 mila ipertesi e a 2 mila infarti in meno. C’è anche u una correlazione pericolosa ( 30% dei casi) tra il rumore e disturbo dell’umore (irritabilità, umore instabile, nervosismo e preoccupazione), insonnia, difficoltà di concentrazione e mal di testa contro il 16% di chi è meno esposto . In pratica, all’aumentare dei decibel si riscontra una crescita di circa il doppio dei vari disturbi. Infine, un alto livello di esposizione al rumore aumenta di circa il 30% la probabilità di avvertire una qualche difficoltà uditiva.

Il rumore pervade ormai la nostra quotidianità – commenta Roberto Albera, Professore Ordinario di Otorinolaringoiatria, Università degli Studi di Torino – e il termine socioacusia è stato coniato proprio per indicare un deficit uditivo che si manifesta come conseguenza del vivere in ambienti con un elevato tasso di inquinamento acustico. Vivere, frequentare o viaggiare in ambienti con sottofondo molesto o, nei casi più eclatanti, frequentare discoteche o ascoltare musica in cuffia può danneggiare l’udito di chi le frequenta abitualmente di musica in cuffia, con livelli massimi di suono che possono arrivare a 120 decibel. L’Italia risulta essere il Paese in assoluto più ‘assordato’ dopo gli Stati Uniti (16%). Le fonti più frequenti di rumore sono ovunque le strade (esposizione medio-alta del 33%; in Italia 39%), le conversazioni tra le persone (28%; in Italia 30%), la musica di sottofondo (25%; in Italia 32%) e il trasporto pubblico (21%; in Italia 28%).

‘Molti aspetti culturali – spiega Giampaolo Nuvolati, Presidente del Corso di Laurea Magistrale in Sociologia, Università degli Studi di Milano Bicocca – intervengono nella valutazione del rumore: quello che le persone considerano come accettabile o meno cambia infatti continuamente sulla base dei propri valori, esperienze e abitudini. Pochi conoscono le conseguenze disastrose che il troppo rumore può avere sull’organismo. Soltanto 1 persona su 2 immagina che possa provocare stress, compromettere il sonno o rendere irritabili, meno di 1 su 10 lo correla a un maggior rischio cardiovascolare. La metà della popolazione ignora addirittura che un’esposizione frequente e prolungata a rumori intensi possa danneggiare l’udito.

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