CRONACA AGGIORNATA OGNI ORA

Condividi:

Pubblicato il 08/04/2016

INAUGURATO IL MONUMENTO ALL’INCURSORE MARIO DI LECCE

di Giampiero Monti *

Oggi l’inaugurazione del monumento, realizzato dall’architetto e paracadutista Raffaele Ascenzi. A volere che Di Lecce fosse ricordato, Maurizio Federici, ex consigliere comunale, presente stamani alla cerimonia.
Negli anni ’50/60 il Bas (Befreiungsausschuss Südtirol – Comitato di liberazione del Sudtirolo), compì diversi attentati.
Uno dei più cruenti fu l’uccisione e il ferimento con trappole esplosive di alcuni militari sulla Cima Vallona di San Nicolò di Comelico in provincia di Belluno.
La strage avvenne dopo un attentato con il quale, il 25 giugno 1967, i terroristi abbatterono un traliccio dell’alta tensione in località Cima Vallona.
Per accertare la causa della deflagrazione, fu disposto l’invio di una pattuglia composta da alpini, artificieri e finanzieri che alle 5,30 partì dalla sede del presidio a bordo di auto da ricognizione.
A circa 70 metri dal manufatto ci fu l’esplosione di un ordigno collocato sotto un mucchio di ghiaia. L’esplosione investì l’alpino radiofonista Armando Piva, effettivo al battaglione “Val Cismon”, deceduto dopo alcune ore di agonia.
A bordo di un AB 204 fu inviata una squadra della Compagnia Speciale Antiterrorismo con il compito di raccogliere indizi utili all’indagine e per identificare gli autori dell’attentato. La squadra era composta dal Capitano dei carabinieri Francesco Gentile, carabiniere paracadutista del Tuscania, dal sottotenente Mario Di Lecce e dai Sergenti Maggiori Olivo Dordi e Marcello Fagnani del Battaglione Sabotatori Paracadutisti, oggi Col Moschin.
Sulla via del ritorno, i quattro si avviarono lungo lo stesso itinerario percorso all’andata. In direzione dell’elicottero rimasto in attesa, inavvertitamente, uno di loro attivò una trappola esplosiva piazzata a Sega Digon (una borgata di Comelico Superiore), distante dal luogo dell’attentato e lungo l’unico sentiero disponibile.
A seguito dell’esplosione il Sottotenente Di Lecce, il Capitano Gentile e il Sergente Maggiore Dordi morirono sul colpo, il Sergente Maggiore Fagnani rimase gravemente ferito.
Sul luogo dell’esplosione furono trovate due tavolette di legno con su incisa la rivendicazione a firma del BAS.
Al Capitano Gentile è stata conferita la Medaglia d’Oro al Valor Militare mentre agli altri caduti (Sottotenente Di Lecce, Sergente Maggiore Dordi, alpino Piva) e al ferito Sergente Maggiore Fagnani è stata conferita la Medaglia d’Argento al Valor Militare.
L’Istituto del Nastro Azzurro Federazione Provinciale di Viterbo, presente all’evento, a reso gli onori ai suoi decorati.

*Giampiero MONTI
Med. Arg. Al Valor Mil.

 

foto sotto. Sabotatore paracadutista  Roberto Guli

Leggi anche