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Pubblicato il 20/08/2021

LA CADUTA DI KABUL: PARLAMENTARI AFGANI TRATTAVANO DA LUGLIO LA RESA CON I TALEBANI

Rassegna stampa- RSI del 20 Agosti 2021


La rapida caduta dell’Afghanistan nelle mani dei talebani è stata resa possibile anche da traditori all’interno di quelle stesse istituzioni che avrebbero dovuto difendere. E l’allarme era già stato dato a luglio. E’ quanto emerge dal reportage di Roberto Antonini e Philippe Blanc, andato in onda a Falò giovedì sera ( radio teevisione svizzera, ndr) .


Già a inizio luglio, anche davanti alle telecamere, il vicepresidente Amrullah Saleh aveva accusato un deputato di avere legami con i talebani e di aver spinto le forze armate a collaborare con loro. Una collaborazione che aveva portato alla rapida caduta di Ghazni nelle mani degli estremisti. Uno scenario che si è ripetuto in molte altre città, cadute nelle mani dei talebani senza che l’esercito opponesse resistenza. Non è chiaro quanto il collaborazionismo da parte delle istituzioni abbia contribuito a queste rese rapide.

Sono invece meglio documentati gli accordi tra talebani e capi tribali nelle regioni rurali, dove l’avanzata degli estremisti è stata fulminea.

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I media intanto, dal New York Times alla CNN, rivelano che il commander in chief ha minimizzato gli allarmi lanciati dall’intelligence da luglio sui rischi di un rapido collasso dell’esercito e del Governo afghani davanti all’inarrestabile avanzata dei talebani. Allarmi peraltro smentiti dai vertici del Pentagono: “Non c’è stato alcun monito sul collasso di Kabul in undici giorni”, hanno affermato il segretario alla difesa Lloyd Austin e il capo dello stato maggiore Mark Milley.

Falò/ATS

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