ADDESTRAMENTO

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Pubblicato il 17/02/2016

LA PSICOLOGIA DEGLI SPORT ESTREMI

di Giusy Modica*

Per i comuni mortali, l’idea che un paracadutista si lanci nel vuoto al solo scopo di sentirsi vivo, può sembrare parecchio strana e lontana anni luce dalla propria concezione di vita.

La differenza tra gli amanti degli sport estremi e chi preferisce dedicarsi alla corsa, al nuoto o alla palestra, non sta nel coraggio, bensì nel modo di approcciarsi alla vita e nella ricerca del proprio equilibrio interiore. Se da un lato c’è chi per stare bene necessita di emozioni forti, è corretto che dall´altro vi sia anche chi si accontenta di una vita tranquilla, senza il bisogno di lanciarsi a testa in giù da un ponte, fare acrobazie freestyle con la moto o quant´altro.
Le ragioni per cui gli amanti del rischio sono attratti da sfide in luoghi pericolosi, dalla possibilità di trovarsi faccia a faccia con elementi ignoti o incontrollabili della natura, dalle condizioni in cui si vivono sensazioni fisiche fuori dal comune, sono indubbiamente intrecciate al proprio rapporto con la vita, alla necessità personale di sfidarla, di sentirsi padroni e di controllarne anche gli eventi più incerti.

Uno dei primi aspetti che esercita un grande fascino negli sport “oltre il limite” è la possibilità di fare esperienze in cui è possibile sentire in modo inconsueto “di essere vivi”, provando un’euforia smisurata.

Le descrizioni delle emozioni sperimentate dagli appassionati degli sport estremi hanno portato ad individuare una semplice ed importante caratteristica posseduta da tali attività, soprattutto da quelle basate sul rotare e sul rimanere sospesi: si tratta della capacità di stimolare quello stato interiore che è stato definito “dinamic joy”, cioè il puro divertimento che può nascere dal movimento rotatorio o dall´oscillazione nel vuoto e che è un retaggio infantile, sperimentato attraverso giochi come il dondolare o il girare. Infatti l’attrazione esercitata da queste attività è osservabile precocemente nelle reazioni dei bambini che strillano di gioia quando sperimentano il “piacere psicofisico dell’ilinx” (vortice, vertigine), che può rimanere uno stimolo centrale che guida alcune attività fisiche di molti adulti.
La passione per lo sport estremo, dunque, affonda le sue radici nella cultura del rischio, del brivido e del pericolo, trasformando ognuna di queste cose in una sensazione di piacere.

Palermo
17 Gennaio 2016

*: Consulente per la salute con lo sport presso l’Associazione Anas zonale Oreto.

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