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Pubblicato il 22/10/2016

LE FORZE SPECIALI A PARMA: IL GENERALE ZANELLI PARLA AGLI STUDENTI DELL’ULTIMO ANNO DELLE SUPERIORI

PARMA- 22 ottobre 2016-Il capo del Comando Operativo Forze Speciali (COFS), generale di divisione Nicola Zanelli, ha incontrato a Parma le quinte classi degli istituti Bodoni (commerciale) e Bocchialini ( agrario) , per parlare di Difesa e di Forze Speciali.
Poco conosciute e con qualche pregiudizio nei giovani, le forze speciali italiane di Esercito, Carabinieri ( GIS), Marina ed Aeronautica sono in evoluzione continua per adeguare le risposte “risolutive” alle nuove e tante minacce per gli interessi nazionali.
“Nelle forze speciali convivono due anime: siamo buoni e cattivi.Le dobbiamo usare a seconda del nostro interlocutore”. “Paracadutismo, roccia, subacquea, marce di sopravvivenza: dopo le selezioni, il nostro lavoro è un divertimento, aggiunge. Ho fatto questa scelta 30 anni fa, e non mi sono mai pentito”.

La guerra di oggi ha subito un cambio di scenari e di alleanze, nemici senza uniforme, terroristi interni ed esterni all’Europa, attacchi cibernetici;Zanelli cita i peggiori episodi avvenuti dalle Twin Towers a Beslan, al Kenya.

Situazioni che richiedono da una parte capacità nuove di risposta e dell’altra analisi e capacità di pre-vedere quali scelte strategiche adottare. L’aumento della “popolazione combattente”-come la chiamano i sociologi- , ad esempio, evidenzia futuri e profondi mutamenti sociali: del miliardo di individui tra 20 e 45 anni previsti entro il prossimo quinquennio, gli europei saranno meno di 65 milioni. La popolazione si sposterà al 40% nelle città e per il 65% vicino al mare, dicono gli studiosi. Queste analisi richiedono programmazione e questo le forze speciali stanno facendo, per adeguare le modalità di attacco e di difesa.

” Dovremo essere pronti a reagire, in patria o all’estero. Molti dei nuovi conflitti si svolgono e sempre più si svolgeranno nei centri urbani, con popolazione inerme. “Questi nuovi nemici hanno sempre dalla loro parte il fattore sorpresa”
Ad uno studente che gli chiedeva come far finire le guerre, ha spiegato:
“Sono il primo a ripudiare la guerra,anche perchè il piombo lo prenderei io.Ma non basta ripudiarla, perchè è la guerra a ripudiare te: di fronte a certe stragi non ti viene voglia di porgere l’altra guancia” .

Per spiegare come sia importante conoscere il pensiero di chi istiga al terrorismo, cita il caso dell’Imam di bruxelles, che considera sharia e islam la stessa cosa e ironicamente incitava gli “infedeli” ad avere anche loro 4 mogli e fare tanti figli ( come i musulmani, ndr).
“Il 40 per cento dei bambini ad Anversa è musulmano”,mentre era pari al 40 per cento il numero di cittadini inglesi che comprendeva le ragioni degli islamici di Charlie Hebdo.
“Dobbiamo anche conquistare le loro menti ed i loro cuori: ecco perchè nel al mio comando c’è un team per le operazioni psicologiche, dove sono presenti, tra l’altro, ben 100 unità femminili.

Numerose, intelligenti e talvolta impertinenti sono state le domande degli studenti, alcune con qualche luogo comune sulla guerra e sul commercio delle armi.
“L’uomo è intrinsecamente cattivo- dice ad uno studente- . Se osservi i campi di battaglia ti accorgerai che sono presenti armi prodotte da ognuna delle nazioni ONU”.
“La guerra fa parte dell’animo umano”. Non si stupisce, Zanelli e chiede anche ai ragazzi di accettare questa verità. Ad un altra studentessa che chiedeva la differenza tra immigrati e terrorismo, risponde che sono gli esaltati , quelli da combattere, perchè danno interpretazioni del Corano. Pochi sono i terroristi che giungono in Europa con quel sistema.
“Anche la Bibbia, letta in un certo modo, potrebbe incitare al terrorismo”, conclude.

“Si vis pacem, para bellum”, ha ricordato ai ragazzi, senza girare attorno alle parole: sparare per uccidere, significa , per l’incursore italiano, avere il possesso di una etica che lo distingue dal mercenario. Si elimina solo la minaccia certa, armata, selezionata. “Le nostre regole di ingaggio limitano moltissimo l’uso della forza”.
Zanelli è stato chiaro con chi gli aveva chiesto quali caratteristiche deve avere un suo operatore: non vuole esaltati, non crede ai colpi che partono per caso. Li vuole equilibrati, forti,determinati.

Il lungo applauso dei ragazzi, alla fine, ha dimostrato come la schiettezza del Comandante Zanelli sia stata apprezzata: non ha strizzato l’occhio a nessuna tesi buonista o politicamente corretta. Questo è piaciuto e non solo agli studenti, ma anche alle autorità presenti, vicesindaco in testa. L’ incontro era organizzato dall’Associazione Nazionale Insigniti di ordini cavallereschi ( ANIOC)ed aveva il patrocinio del Comune e dell’ANPDI di Parma –

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