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Pubblicato il 27/11/2014

L’IS METTE UNA TAGLIA SULLA TESTA DEI CRISTIANI CONSIDERATE “SPIE” DELL’OCCIDENTE

Il califfato islamico che si è insediato sotto il confine turco, tra la Siria e l’Iraq, polverizza le vecchie frontiere geografiche, è per sua natura mondiale. Gli hanno dichiarato obbedienza dall’Egitto, dall’Arabia Saudita, dallo Yemen, dall’Algeria, dalla Libia. In Nigeria e Camerun Boko Haram ha esteso il califfato anche nell’Africa subsahariana. «La marcia trionfante dei mujaheddin arriverà fin a Roma», ha proclamato Abu Bakr al Baghadi, il califfo.



PARMA- Il Califfato islamico continua ad espandersi e a inasprire le violenze. L’ultima di queste è un invito alla persecuzione su ricompensa. Per chi aiuterà ad arrestare «i cristiani che operano come spie per conto di Governi stranieri», lo Stato islamico ha annunciato che darà la somma di 5mila dollari. «I crociati», ha fatto sapere l’ISIS in un comunicato, «usano spie e agenti che indicano attraverso microchip le posizioni dei mujaheddin da colpire con i raid aerei della coalizione». Nemmeno la sottomissione e la rinuncia alla dignità e alla libertà, nemmeno il riconoscersi “gente del libro” a cui è riconosciuta la “dhimma”, la protezione dell’islam, può far sopravvivere.

Questo è ciò che predica l’autoproclamato Stato islamico che oggi, dal Mar Rosso alle rive del Mediterraneo, cerca di allargarsi. Il compito di contattare i diversi gruppi jihadisti sparsi nel mondo per radunarli sotto la bandiera nera del Califfato è stato affidato a un ex fedelissimo di Osama Bin Laden, Mohammed Haydar Zammar, siriano con cittadinanza tedesca, che ebbe un ruolo-chiave nella preparazione degli attacchi dell’11 settembre 2001. Da mesi Zammar si muove nell’ombra, mietendo inquietanti successi: nel Sinai è arrivato in questi giorni l’annuncio che il gruppo jihadista Ansar Bayt al-Maqdis, legato ad al Qaida, ha giurato fedeltà allo Stato islamico.

In Libia – come spiega la CNN – i salafiti indossano le uniformi delle truppe del Califfato e addestrano le «reclute» di altri Paesi: il centro di tutto è la città di Derna, dove il leader jihadista locale Abu al-Baraa el-Azdi ha siglato l’accordo che ha portato la città ad annunciare l’entrata nell’ISIS. La Libia del resto è strategica: da lì si può penetrare in Medio Oriente passando dall’Egitto. Senza contare che le cose libiche sono a un passo dall’Europa.

CINQUEMILA COMBATTENTI PRONTI ANCHE NEL NORD AFRICA
Ma L’is non sta raccogliendo adesioni solo in Libia, Iraq e Siria: sarebbero almeno 5mila gli uomini pronti a immolarsi per la jihad in Tunisia e poi ci sono il Marocco, Algeria e varie aree del Maghreb, da dove l’autoproclamato Stato islamico attinge uomini e giovani da arruolare per la costruzione di un Califfato sempre più vasto.

NIGERIA

Basti pensare alla Nigeria, dove gli jihadisti di Boko Haram si sono messi al servizio del califfo. Secondo “Al Arabiya”, il leader del movimento nigeriano, Abu Bakr Shekau, ha giurato fedeltà all’ISIS da tempo.
SOMALIA
E anche la «costola» somala di Boko Haram, i terroristi di Al Shabaab, sembrano pronti a fare il salto. Ma a preoccupare è ora l’Algeria. Nel Paese è già attivo il gruppo “Soldati del Califfo” – che in settembre sequestrò e uccise l’ostaggio francese Herve Gourdel per dimostrare la fedeltà ad al-Baghdadi.

Vi sono notizie certe che il vero obiettivo di Zammar sia di convincere Mokhtar Belmokhtar (l’imprendibile e feroce leader di Al Qaida nel Maghreb islamico) a entrare nell’ISIS. Belmokhar è fra i cinque terroristi più ricercati d’Africa e Zammar lo sta cercando per offrirgli denaro e protezione. In cambio di uomini e potere.

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