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Pubblicato il 14/12/2021

MERCENARI WAGNER- PESANTI SANZIONI DELLA COMUNITA’ EUROPEA

Il parlamento europeo ha deciso ieri di sanzionare la Wagner, ritenuta una costola paramilitare di Mosca in particolare in Africa. Secondo fonti di stampa il gruppo è finanziato principalmente da un imprenditore russo amico intimo di Vladimir Putin.

L’Alto Rappresentante per la Politica estera e di Sicurezza Josep Borrell attribuisce a Wgner azioni che favoriscono instabilità e violazione delle regole del diritto internazionale.

Il Gruppo Wagner, più otto singoli dirigenti e tre società legate all’organizzazione vedranno congelate le loro attività in Europa mentre alle singole persone verrà vietato l’ingresso nell’Unione Europea.

Le tre società sono Evro Polis, Mercury e Velada, presenti in Siria nel settore del petrolio e del gas. Tra i dirigenti c’è Dmitrij Utkin, un ex membro delle forze speciali russe, fondatore e comandante del Gruppo Wagner. Seguono Valerij Zakharov, consigliere per la sicurezza del presidente della Repubblica centrafricana Faustin-Archange Touadéra; Denis Kharitonov, capo militare nella regione separatista del Donbass in Ucraina; e Andrej Troshev, direttore generale del Gruppo Wagner per le sue operazioni in Siria. Il finanziatore , Evgenij Prigozhin, è già oggetto di sanzioni europee dal 2020, nonostante egli neghi qualsiasi coinvolgimento.


Wagner ha iniziato le attività in Siria quando combattè contro gli oppositori al regime di Bashar al-Assad.Successivamente, dice la Cee, “Ha reclutato, addestrato e inviato operatori militari privati in zone di conflitto in tutto il mondo per alimentare la violenza, saccheggiare le risorse naturali e intimidire i civili in violazione del diritto internazionale».

Secondo l’Unione Europea, Wagner è anche in Libia, in Ucraina, nella Repubblica Centroafricana e nella regione del Sahel.
In settembre era corsa voce che il Mali stesse trattando l’intervento di circa un migliaio di mercenari del Gruppo Wagner per garantire la formazione del personale militare così come operazioni di contro-terrorismo. Il Mali avrebbe riconosciuto un compenso di 10 milioni di dollari al mese, in contanti o attraverso la produzione dei giacimenti aurei del Paese, ma il contratto non sarebbe stato ancora firmato.

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