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Pubblicato il 14/09/2014

MONTE MAFREI: I PARTIGIANI TRUCIDANO 200 FUCILIERI DEL SAN MARCO

SAVONA- Erano 200 giovani del battaglione san Marco;vennero uccisi in quel luogo dopo che l’Ufficiale in comando pattuì, a guerra finita, il disarmo dei propri uomini coi partigiani Altri 300 corpi di altre compagnie sono nella zona. Per anni è rimasto in bigore il divieto dei sindaci di andar per boschi. Il rischio era quello di trovare reperti umani.

Si è svolta questa mattina ad Urbe la commemorazione dell’eccidio di Monte Manfrei.

Erano presenti alla cerimonia il Capitano dei Carabinieri di Cairo Montenotte Luca Baldi, il Presidente della Provincia Angelo Vaccarezza, i paracadutisti in congedo, le Fiamme Bianche, la divisione S.Marco e autorità amministrative e religiose locali.
Grande la commozione e il raccoglimento sia durante la cerimonia militare e civile che durante la cerimonia religiosa.

Si ricordavano i Marò che nel settembre 1945 dopo aver pattuito il disarmo con i partigiani a guerra finita sono stati uccisi.
CRUDELTA’ DEI PARTIGIANI

Erano giovanissimi i militari della divisione San Marco guidati da Giorgio Giorni, vennero trascinati per circa tre giorni e tre notti lungo mulattiere e sentieri poco battuti, sino alle pendici del Monte Manfrei, dove in diverse radure erano già pronte le fosse comuni.
Nessuna pietà e i colpi delle mitragliatrici e poi il silenzio delle fosse comuni nelle quali vennero gettati denudati e senza i loro averi.
Significative le ordinanze dei sindaci dei luoghi che per lunghi anni, vietarono la raccolta di frutti dal bosco per la presenza di salme riaffioranti e di fosse semiscoperte contenenti resti umani

SEPPELLITI IN 50 FOSSE COMUNI USATE PER ALTRI ASSASSINII DI NON COMUNISTI
Nel dopoguerra il sindaco di Urbe, Zunini, con l’ausilio dei carabinieri, decise di iniziare la ricerca delle fosse, ben 50 fosse comuni furono individuate, ma molte altre risultavano ancora sparse sul territorio. Nessuna indagine della magistratura, nessun indagato, nessun colpevole.
Nel 1958 sul Monte Manfrei venne eretta una croce in memoria dei trucidati , distrutta poco dopo.

Solo nel 1984,i militi poterono avere una nuova croce di commemorazione voluta da Zunini, che la fece erigere con il supporto della Associazione Fiamme Bianche di Genova.

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