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Pubblicato il 05/11/2014

MUORE UN COMBATTENTE FOLGORE DELLA BATTAGLIA DI ROMA

ROMA- Si è spento ieri il Combattente della Folgore RSI,
Sergente Paracadutista


Luciano Refice

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Refice apparteneva alla 7a Compagnia.
Ecco un breve riassunto degli episodi della Battaglia di Roma in cui venne coinvolto :


1944
Il 3 giugno mentre i reparti tedeschi si ritiravano definitivamente dal fronte, i paraca­dutisti del Rgt. «Folgore» iniziavano inconsapevolmente ad assumere quel ruolo di protagonisti che la Storia aveva loro segretamente concesso e scritto, trasformandosi mirabilmente da sconosciuti soldati di riserva tattica quali erano sino a quel momento, disseminati sul vasto campo di battaglia, sperduti, misconosciuti e isolati fra decine e decine di migliaia di combattenti tedeschi in affannosa ritirata e alleati avanzanti appartenenti ad unità famose e conosciute come veterane di fatti d’arme, in personaggi d’eccezione. Ad essi, infatti, la Storia aveva riservato l’onere e l’onore di difendere per ultimi la capitale d’Italia: Roma!

Combattimenti avvenivano fra la 10ª Cp. (Ten. Leonida Ortelli) e reparti USA della 3ª Div. Ftr. nella zona di Cisterna ai limiti del territorio di competenza operativa del 1° Corpo Paracadutisti; scontri con americani della 45ª Div. avvenivano anche nelle zone di Presciano, di Zolfarata, Carroceto, Acquabona, Fosso del Buon Riposo, Vaiarello, Scalette, Pescarella, coinvolgendo le compagnie: 6ª (Cap. Guglielmo Recchia), 7ª (Ten. Romano Ferretto), parte dell’8ª (Ten. Sarpi), mentre le compagnie del 2° «Nembo» combattevano a Pomezia e sulla Laurentina, il 1° «Folgore» si batteva a Pratica di Mare, Castel Porziano.

La 7ª Cp. del Ten. Ferretto, che aveva già avuto al mattino i primi caduti durante il trasferimento da Campoleoneal fosso dell’Acquabuona, trasferimento compiuto fra enormi difficoltà, campi minati, mitragliamenti aerei, tiri di artiglieria, riceveva l’ordine di sostituire nel settore di Vaiarello-La Reggia un caposaldo difeso da un reparto controcarri tedesco, decimato dall’artiglieria nemica e dall’aviazione. Ma il caposaldo era stato nel frat­tempo conquistato da truppe inglesi della 1ª Div. Ftr., motivo questo che indusse il Ten. Ferretto a presidiare l’adiacente ciglio dell’Acquabuona, sistemando a difesa le MG.42, schierando i plotoni e le squadre, rincuorando con l’esempio i suoi giovanissimi volontari al battesimo del fuoco.

L’ordine pervenuto alla 7ª Cp. era perentorio: «riconquistare il caposaldo per bloc­care l’avanzata di mezzi corazzati nemici da Aprilia verso Pomezia e !’incrocio al km. 39 della S.P. Laurentina».

Appoggiata dal tiro dei mortai, la 7ª va all’assalto delle posizioni inglesi della 1ª Div. Ftr. praticamente allo scoperto, partendo dal basso verso il pendio presidiato dal nemico. I ragazzi impietosamente falciati dalle armi automatiche e stroncati dai mortai, in pieno giorno, sotto un sole dardeggiante avanzano con grande determinazione e coraggio incitati dal grido «Folgore»!

In poco meno di mezz’ora il miracolo si compie; vengono raggiunte le posizioni inglesi, ingaggiati violenti combattimenti all’arma bianca, presi d’infilata con i mitra i bunker abbandonati dai tedeschi, costretti alla resa i fanti inglesi, liberati i prigionieri tedeschi. Per questa significativa vittoria si contano decine di ragazzi caduti e feriti: Fiocchi, Camuncoli, Monaci, Podiana, Colombani, Valent, Millich, Monti, Lanfranchi, Bottini. Giovani, giovanissimi, veterani, accomunati da un solo destino, da una identica volontà, da un comune ideale. La posizione è però vulnerabile, isolata, facilmente accessibile da sud; fu necessario sgomberarla, neutralizzarla alla meglio e ritornare sul ciglio dell’Acquabuona risultato più difendibile.

Nel pomeriggio del 3 giugno il previsto contrattacco nemico si verificava puntualmen­te con largo impiego di artiglieria, mortai, carri armati; la difesa dei paracadutisti è ammirevole ma vana dinanzi alla potenza nemica. Alla sera ogni resistenza cessava con l’annientamento sistematico dei centri di fuoco e dei superstiti difensori isolati. Solo pochi paracadutisti riescono a ripiegare verso Pomezia e Castel di Decima; della valorosa 7ª quasi tutti sono morti, feriti, prigionieri.

(tratto da Historiamilitaria.it di Marco Marzilli)

Si componeva in gran parte di ragazzi giovanissimi, quasi tutti diciottenni, coordinati dai pochi veterani presenti per dare loro coraggio in una situazione irreversibile, che costò al battaglione Nembo (l’unico al completo di effettivi) coraggio e volontà contro il più potente avversario, affrontato nel giro di 24 ore per ben 3 volte con grande sprezzo del pericolo, lasciando sul terreno decine e decine di caduti (21 non ancora ventenni lasciati sul crinale dell’Acquabona, fra cui come esempio di valore il giovanissimo Ferdinando Camuncoli decorato di M. O. v. m. alla memoria).
Il tenente istruttore Romano Ferretto, che volle combattere in primissima linea con gli uomini che aveva addestrato, guadagnò, per il suo comportamento, la Medaglia d’Argento al Valor Militare “sul campo”, e la Croce di Ferro tedesca di prima classe.

(tratto da scritti di Nino Arena)


I funerali si terranno presso la Chiesa di San Giacchino ( Zona Prati) Piazza dei Quiriti, Via Pompeo Magno, domani 6 novembre ore 15.30.

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