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Pubblicato il 21/10/2022

NOTIZIE DAL FRONTE – 42 PARACADUTISTI ITALIANI ESPUGNANO QUOTA 105 E L’HIMEIMAT A EL ALAMEIN



EL ALAMEIN- 42 Paracadutisti italiani hanno “espugnato” l’Himeimat e quota 105, al centro del Fronte sud che la Folgore fu costretta ad abbandonare il 4 Novembre 1942. Lo hanno fatto realizzando una impresa impossibile; il 20 Ottobre Si sono lanciati da un C130H e sono atterrati sul suolo dove la Folgore si è immolata. Il conto con la storia (come da promesse fatte ai Leoni del Sessantesimo è concluso.
Dopo ottanta anni esatti è stato esaudito il desiderio dei Leoni della Folgore di lanciarsi nel deserto per attaccare.
I paracadute dei giovani Leoni del 1941 abbandonati a El Daba all’arrivo in zona di operazioni, sono stati idealmente ripresi in consegna. Dovevano servire per il lancio su Malta e successivamente su Alessandria per aggirare dal cielo il fronte inglese.

LA FATICA E LA GIOIA
Per lanciarsi i paracadutisti italiani si sono sottoposti a due giorni di ricondizionamento fisico e tecnico (seguito da istruttori civili e militari egiziani) che definire pesante è un eufemismo. Caldo, sudore, stanchezza, tensione, esami di ammissione senza sconti e poi finalmente la porta del C130 si è aperta.

Il decollo è avvenuto dalla base militare delle forze aeree militari egiziane al Cairo. L’equipaggio era militare, assistito a bordo dal Generale Ahmad Alashi, già comandante dei Paracadutisti e ora capo dell’addestramento della federazione di paracadutismo egiziana.
Sebbene stanchi e acciaccati dalle decine di capovolte fatte anche dalla pedana alta, gli italiani hanno vinto.
Quota 800 metri ( ottocento) con due passaggi da 19 cadauno, in corsa, e poi il cielo di El Alamein che ci ha ripagati dell’impegno. C’erano anche 5 in caduta libera, da 3000 metri di quota.
Sotto: l’omaggio dei paracadutisti alle divisioni che hanno combattuto ad El Alamein, citate durante le flessioni da Amatobene, che le ha ricordate ad alta voce .

Seguiranno tante foto e filmati con il racconto di questi giorni stancanti ma splendidi. Lasceremo parlare le immagini.


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