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Pubblicato il 28/10/2020

PAVIA- DUE BERSAGLIERI E UN PARACADUTISTA AD EL ALAMEIN- L’ULTIMA LETTERA DI UN FANTE PIUMATO

La Provincia Pavese ed. sezione: VARIE data: 28/10/2020 – pag: 30

la battaglia di El Alamein

L’ultima lettera ai familiari del bersagliere Comotti. Lasciò moglie e tre figli

Pavese, classe 1913, morì a El Daba dopo essere stato ferito all’addome. La storica Paola Chiesa: lui e gli altri caduti meritano un monumento

Nella tasca della giubba da bersagliere di Angelo Comotti, classe 1913, da Gropello Cairoli, c’era l’ultima lettera indirizzata alla moglie Teresa, al padre Cesare e ai suoi tre bimbi, scritta pochi giorni prima della morte, avvenuta il 3 novembre a El Daba, sulla strada per Alessandria d’Egitto (il 5, al termine della seconda battaglia di El Alamein, vinta dagli inglesi, l’armata corazzata italotedesca cominciò il suo disperato ripiegamento nel deserto). Il figlio Cesare l’ha custodita gelosamente e ora l’ha messa a disposizione di Paola Chiesa, storica militare, autrice di numerosi libri e saggi sui soldati italiani in guerra, da quella del 15-18 all’Afghanistan.«Cara Teresa e caro papà, sono arrabbiato perchè non so più niente di voi», scrive Angelo che poi si dice certo dell’imminente vittoria, perchè «gli inglesi prendono delle botte e stiamo per andare ad Alessandria. Allora sarà finita e torneremo alle nostre case. Ieri sotto la tenda ho acceso due candele per i compagni morti».Comotti faceva parte del settimo reggimento bersaglieri: venne ferito gravemente all’addome (sulla lettera ci sono ancora tracce del suo sangue) e per lui non ci fu più nulla da fare.Sul fronte nord-africano c’era anche il vigevanese Luigi Garbarini, classe 1920, manovale: parte per El Alamein con la divisione paracadutisti Folgore (creata per l’attacco a Malta ma poi schierata nel deserto durante l’offensiva dell’estate 1942); viene catturato dai britannici il 5 novembre del ’42 e trascorre la prigionia in Egitto. Torna in patria nel maggio 1946. Ferruccio Martelli, anche lui vigevanese, classe 1920, operaio calzaturiero, caporalmaggiore del 26° reggimento di artiglieria della divisione Pavia, è sua volta catturato dagli inglesi; rientra in Italia l’11 aprile 1946. Marcello Muggetti, classe 1920, di Trivolzio, muratore, bersagliere dell’ottavo reggimento, finisce prigioniero a El Alamein e viene trasferito al campo Suez 210; riabbraccia i familiari nel giugno 1945.La sconfitta di El Alamein segna l’inizio della fine per le fortune italotedesche in Africa; la tenace resistenza opposta dalla Folgore, dalla Pavia (entrambe quasi interamente annientate nell’inferno della battaglia) non basta per fermare l’avanzata degli inglesi, superiori in modo schiacciante sotto ogni punto di vista: la ritirata dell’Africa Korps e degli italiani si fermerà solo in Tunisia, fino alla resa definitiva dell’aprile 1943, preludio all’invasione della Sicilia e del continente da parte degli angloamericani. «Pavia ricorda, giustamente, i caduti nella Grande guerra, i martiri di Nassiriya, ma non c’è alcuntributo agli eroi di El Alamein – sottolinea Paola Chiesa – io credo che anche gli uomini della Folgore e di quanti degli altri reparti si sacrificarono meriterebbero di non finire nell’oblio».

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