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Pubblicato il 05/04/2016

PICCOLA CAPRERA: DOMENICA 3 APRILE DEDICATA ALLE “SAF”, ALLA MONTEROSA E AI VOLONTARI DI SPAGNA

di Pietro Garbin

Domenica 03 Aprile 2016, presso la “Piccola Caprera” a Ponti sul Mincio si è tenuta l’annuale Cerimonia in Onore dei Caduti, Combattenti e Reduci del S.A.F., della Divisione Alpina “Monterosa” e dei Volontari di Spagna, questi ultimi impegnati a fianco dei nazionalisti del Generale Franco, nella Guerra Civile Spagnola negli anni 1936-1939.
La Divisione Alpina Monterosa ebbe i natali a Pavia nel gennaio del 1944, per poi essere inviata a Muensingen Baden- Württemberg per l’addestramento militare con istruttori ed armamento tedesco.
Il 16 luglio 1944 riceve dalle mani di Benito Mussolini la Bandiera di Guerra.
Forte di 20.000 unità verrà mandata a presidiare la zona ligure, poi la Garfagnana in opposizione alla 5° Armata Americana ed i confini con la Francia contro i tentativi di infiltrazione delle truppe francesi.
Per il Servizio Ausiliario Femminile, “SAF” non servono molte parole.
Erano presenti cinque “Ragazze” che in quel periodo, segnato da un ineluttabile destino, per un profondo Amor di Patria e senso del dovere, decisero di arruolarsi volontarie per contribuire con la loro vita al proseguo di una lotta impari, per “difendere l’Onore d’Italia”.
Il S.A.F. venne istituito il 18 aprile 1944, come supporto per lo sforzo bellico, con mansioni logistiche, infermieristiche presso i reparti di destinazione.
Presso la X° MAS, autonomamente già nel il 1° marzo 1944, avevano dato vita ad un proprio Servizio Ausiliario.
In tutti i combattenti era chiaro la sorte del conflitto, ma fino alla fine nessuno ebbe ripensamenti e andò incontro al proprio destino consapevole di aver mantenuto fede al giuramento fatto, alla parola data.
Anche le Ausiliarie subirono le sorti dei loro camerati dopo la resa del 25 aprile 1945, ma non voglio proseguire oltre.
Voglio ricordare la loro splendida figura, di donna, di madre, di sorella, di soldato, che seppe anche nei momenti più tristi, più nefasti, essere di conforto e di aiuto nel portare quel minimo di sollievo ai combattenti sui vari fronti, sotto i bombardamenti, negli ospedali, in prigionia.
Il lavoro non terminò con la fine delle ostilità.
Nel dopo guerra il loro compito, con i reduci dei vari reparti, fu quello di ricomporre la dignità ed il nome dei molti caduti e dispersi, partecipare ai vari raduni per ridare vita a quello Spirito Indomito che aveva caratterizzato l’affluenza di migliaia di giovani volontari che volevano combattere per la difesa d’Italia.
Ancora oggi sono un grande esempio per le nuove generazioni, a chi vuol vedere oltre i muri dell’intolleranza e delle divisioni politiche, perché tutto hanno dato e nulla hanno voluto e sono ancora in prima linea per difendere il proprio credo di Donna e Patriota.

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