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Pubblicato il 28/01/2014

PIRATERIA INTERNAZIONALE: I BARCHINI SGUSCIANO IN AFRICA OCCIDENTALE


PARMA- Il grande impiego di risorse navali militari, unito all’inserimento a bordo dei mercantili di contractors, ha dato buoni risultati. Nel 2013 ,infatti,gli attacchi sono stati quattro.
mentre erano 10 nel 2009, otto nel 2010, otto nel 2011 e cinque nel 2012, anno deil’inizio degli interventi militari.
Nell’intero 2013 la pirateria marittima rileva l’Imb( International maritime bureau, dipartimento d International chambre of commerce (Icc, che monitorizza gli attacchi), ha effettuato 264 abbordaggi. Nel 2012 erano stati 297 e 439 nel 2012; 445 nel 2010 e 410 nel 2009. Nel 2013 , 15 abbordaggi sono stati portati a termine o tentati nelle acque somal. Nel 2012 erano 75 e 237 nel 2011.

Le persone prese in ostaggio in mare nell’anno appena trascorso sono state 300, con 21 membri di equipaggi che hanno riportato ferite da arma da fuoco o da taglio.

Secondo Pottengal Mukundan, direttore dell’Imb, i motivi del decremento della criminalità piratesca sono le guardie armate e gli accorgimenti di difesa a bordo, cui si è certamente sommato l’intervento delle marine militari.

I COSTI DELLA PROTEZIONE
Il costo della pirateria somala sull’economia globale ha pesato per 6 miliardi di dollari nel 2012 e per 7 miliardi nel 2011.

I PIRATI SFUGGONO ED INVADONO LE COSTE DELL’AFRICA OCCIDENTALE
Viene registrata una netta crescita del fenomeno della pirateria nell’Africa occidentale, con 51 attacchi nel 2013 (+19% sul 2012), dei quali 31 compiuti da pirati nigeriani. Questi hanno rapito 36 persone l’anno scorso. Dei 264 attacchi registrati nel 2013, il 75% è avvento in sette zone: Indonesia (106), Nigeria (31), India (14), Bangladesh (12), Malesia (9), Stretti di Singapore (9), Vietnam (9).

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