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Pubblicato il 22/06/2019

PONTE MORANDI- GENOVA: ANCHE IL NONO REGGIMENTO COL MOSCHIN PARTECIPERA’ ALLA PRIMA FASE DELL’ABBATTIMENTO DEGLI STRALLI CON ESPLOSIVO

La demolizione con l’esplosivo delle pile 10 e 11 sul lato di levante del vcantiere di ponte Morandi coinvolgerà anche il IX Reggimento ‘Col Moschin’. La data è venerdì 28 giugno. Lo riporta in un articolo la testata radio web PRIMO CANALE di Genova, che ha intervistato il colonnello Gianfranco Francescon , comandante della regione militare Liguria dell’Esercito:
“Le prime due esplosioni saranno sfasate di microsecondi e saranno quelle che di fatto taglieranno di netto i cavi di acciaio. Viene usato dell’esplosivo particolare che consente di limitarne al massimo la quantità, il chè prdoduce una onda d’urto minore e meno impatto in generale. insieme alle opere di mitigazione ha anche il fine di impedire il prodursi di danni collaterali sulla rampa autostradale che si trova immediatamente dietro. Al momento dell’esplosione si alzeranno colonne d’acqua di 90 metri che avaranno il compito di diminuire fortemente la diffusione delle polveri” Un’operazione, divisa in quattro fasi dovrebbe durare cinque secondi al massimo.

Fase 1: per la campata 11 il taglio degli stralli avverrà con uso di cariche esplosive direzionali, utilizzate dal IX “Col Moschin” o.

Fase 2: comune ad entrambe le pile, prevede l’elevazione di un muro d’acqua in quota. Attraverso una vasca che copre la lunghezza dell’intera campata, realizzata con i new jersey riciclati dal ponte, l’esplosione di cariche calibrate solleverà l’acqua ad un’altezza di circa 90 metri che, ridiscendendo sotto forma di pioggia intensa prima dell’attivazione della fase 3, contribuirà a mitigare la diffusione di polveri al suolo.

Fase 3: abbattimento delle strutture portanti di entrambe le campate, ossia dei due pilastri che reggono gli stralli, alti circa 82 metri. È previsto l’impiego di cariche esplosive di tipo tradizionale. In meno di mezzo secondo verranno abbattuti gli appoggi e gli impalcati cominceranno a collassare frazionandosi in maniera composta prima dell’impatto al suolo. Per attutire la caduta il terreno sottostante è stato ricoperto di materiale inerte.

Fase 4: prevede, già durante l’esecuzione della fase 3, l’innalzamento di muri d’acqua alti circa 40 metri ai lati di entrambe le campate. Tali muri, attivati anch’essi da cariche esplosive, costituiranno un filtro laterale per gran parte delle polveri generate dalla caduta dei manufatti. I sistemi di mitigazione delle polveri opereranno in supporto ai metodi tradizionali.

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