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Pubblicato il 30/07/2014

RASSEGNA STAMPA: ACCADEMIA DI MODENA


GAZZETTA DI MODENA del 30 Luglio 2o14
Pagina 15 – Cronaca Il generale verso l’addio: «Così cambia l’Accademia» Acquisita l’Aeronautica, VIII Campale al Comune, residenze nelle Scuderie Nei 12 ettari dell’ex deposito di via Pelusia attività tecniche e formazione

di Serena Arbizzi

Apertura, verso la città e i modenesi: questo il leit motiv che ha caratterizzato l’Accademia Militare, fiore all’occhiello sotto diversi punti divista della città e del territorio, sotto la guida di Giuseppenicola Tota. Un incarico che sta per volgere al termine, quello di numero uno del Palazzo Ducale per il generale Tota, il quale proseguirà la sua carriera rivestendo un altro ruolo prestigioso, a partire da ottobre, presso lo Stato Maggiore dell’Esercito al quinto reparto Affari Generali. Reparto che, tra i vari compiti, si occupa del cerimoniale, dell’ufficio storico e del marketing dell’Esercito. Il generale Tota è stato, è e rimarrà comunque legato a Modena, dato che all’ombra della Ghirlandina, seppur nativo di Corato, Bari, ha frequentato a sua volta il 161° corso dal 1979 dell’Accademia Militare, diventando sottotenente di fanteria nel 1981, tra i vari incarichi, e uno dei suoi figli, Giandomenico, è nato nella città geminiana. In aggiunta, parte della famiglia del generale, per motivi di studio, rimarrà a Modena, segno che anche Giuseppenicola Tota, pur ricoprendo il nuovo ruolo a Roma, ritornerà a trovare figli e amici. Generale Tota, si avvicina la sua partenza per Roma, inevitabile chiederle che cosa le rimarrà della sua esperienza alla guida dell’Accademia Militare, iniziata il 4 ottobre 2012, che volgerà al termine dopo due anni «Innanzitutto la centralità dei 504 allievi dell’Accademia Militare, tra i quali ci sono 63 donne e un centinaio di sottotenenti. Allievi che hanno come aspirazione quella di l’essere utile alla società e che provengono in buona parte dal sud e per un rimanente 30% dal nord Italia. Anche i modenesi sono ben rappresentati qui in Accademia: il capocorso Nicola De Marchi è di questa città. Il cadetto inizialmente può scegliere se il suo iter sarà tra i carabinieri o nell’Esercito: nel primo caso, studierà giurisprudenza, nel secondo potrà addentrarsi nelle scienze strategiche, nel campo della medicina, farmacia, veterinaria, ingegneria meccanica, edile o informatica. Per essere ammessi in Accademia si deve superare un concorso, incluso un periodo di tirocinio, in cui si viene osservati costantemente giorno e notte: per questo ci avvaliamo di un team di psicologi che si rinforza durante la fase del tirocinio. Chi si “forma” qui sa che dovrà essere utile alla società: l’abbiamo dimostrato nel caso dell’alluvione, quando siamo stati tra i primi ad uscire dalla Montecuccoli verso Bomporto per preparare i sacchetti da mettere a terra, e, con un altro gruppo ad allestire un centro accoglienza. Nonostante non siamo direttamente coinvolti nella crisi in Medio Oriente, abbiamo anche persone del nostro staff in Afghanistan e i giovani allievi si avvalgono della competenza di comandanti che hanno maturato esperienza diretta all’estero. Poi, per ritornare a cosa mi lega a Modena, tante amicizie, l’incarico di ambasciatore dell’aceto balsamico nel mondo, la riscrittura della storia del Palazzo Ducale». Dal punto di vista delle infrastrutture, invece, quali sono le novità imminenti? «Secondo l’accordo preliminare siglato con il Comune, che porterà a un riassetto urbanistico, cederemo i 18 ettari dell’ ex Ottavo Campale in via Emilia ovest. Contemporaneamente procederemo con l’acquisto dell’ex deposito dell’aeronautica militare di 12 ettari, tra le vie Minutara e Pelusia. Dalla cessione ricaviamo le risorse per riorganizzare le ex scuderie (caserma Fabrizi), dove sono rimasti solo 42 cavalli: le ex scuderie diventeranno un centro residenziale per il personale dell’Accademia, composto da un migliaio di persone, attualmente all’Ottavo Campale. Il maneggio piccolo, invece, dovrebbe diventare un auditorium. Il Ministero della Difesa vuole fare diventare queste operazioni un progetto pilota e a ottobre sarà costituito un nucleo permanente che sovrintenderà alla parte progettuale. Parallelamente, sappiamo che l’amministrazione per l’Ottavo Campale intende fare un bando internazionale per cercare idee». Non tutti lo sanno, ma i tesori dell’Accademia si possono visitare per scopo turistico «Sì, e in questi anni abbiamo incrementato il numero dei visitatori: nel 2013 sono stati 19mila, mentre l’anno precedente 14mila». C’è qualche aneddoto che ricorda con piacere? «Un uomo di circa 80 anni, titolare di un’officina, mi ha chiamato un giorno dicendo di essere stato prigioniero qui, a Palazzo Ducale, allora sede del comando militare tedesco, dopo l’8 settembre 1943, a seguito di un rastrellamento. Allievo a Sassuolo, l’uomo era stato rinchiuso negli ambienti del palazzo adibiti a cella, dove c’erano letti a castelli alti fino a sei piani. Inoltre, ricordo con piacere che abbiamo ritrovato una vasca di marmo abbandonata dai tedeschi sessantanove anni fa e un siluro di sei metri, ovviamente non attivo. Un residuato bellico, inoffensivo».

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