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Pubblicato il 21/10/2017

RASSEGNA STAMPA: IL CORRIERE E “LA PARTE SBAGLIATA” DI EL ALAMEIN

CORRIERE DELLA SERA – CORRIERE DELLA SERA
sezione: Lettere data: 21/10/2017 – pag: 29

EL ALAMEIN E IL RICORDO DEL VALORE SFORTUNATO

Caro Aldo, verrà inaugurato a Parma un monumento ai paracadutisti della Folgore in memoria della battaglia di El Alamein. In questo periodo di rievocazioni di episodi della Grande guerra 15-’18, anche i caduti di quella Divisione nell’ottobre 1942 non meriterebbero di essere ricordati? Non dico come «giusti dalla parte sbagliata» ma, anche se due volte sconfitti (in quella battaglia e in quella guerra), almeno per la dimostrazione di un eroismo che in troppo pochi e poco spesso gli italiani seppero (o forse sanno?) dimostrare? Mario Taliani mtali@tin.it Caro Mario, C arlo Azeglio Ciampi andò a El Alamein a onorare i caduti della Folgore, della Ariete, della Pavia e gli altri soldati della «generazione sfortunata», come la definisce Alfio Caruso nel suo bel libro L’onore d’Italia . È la stessa generazione di Ciampi, che combatté in Albania. Tra i punti fermi del suo lavoro di recupero dell’amor di patria c’era l’idea che non bisognava vergognarsi di aver combattuto la Seconda guerra mondiale. Ero tra i cronisti al seguito, ricordo la commozione del presidente nel visitare il sacrario eretto con infinita pietà da Paolo Caccia Dominioni. Nel deserto egiziano gli italiani si batterono con grande coraggio e valore. Non credo si possa parlare di «parte sbagliata»: siamo nell’autunno del 1942, manca quasi un anno all’armistizio e alla guerra civile. Tuttavia non possiamo neppure far finta di non sapere che se i tedeschi e noi con loro fossero arrivati ad Alessandria, la comunità ebraica che là viveva da secoli sarebbe stata sterminata. È vero che dove gli italiani avevano il controllo del territorio, come nel Midi francese, gli ebrei furono protetti (ma quando la Quarta armata si dissolse molti finirono nei lager). Resta il fatto che la guerra accanto ai nazisti era meglio non farla. Ps. il sottotitolo del libro di Alfio Caruso, che esalta con pagine commoventi il valore degli italiani, è: «El Alamein. Così Mussolini mandò al massacro la meglio gioventù». Le segnalo, caro Mario, anche il buon film di Enzo Monteleone, con un grande Pierfrancesco Favino, attore romano di origine meridionale che per una volta riesce a interpretare un veneto senza ridurlo a caricatura

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