CRONACA AGGIORNATA OGNI ORA

Condividi:

Pubblicato il 28/06/2021

RASSEGNA STAMPA- IL RICORDO DEI CADUTI DI CIMA VALLONA

Corriere delle Alpi sezione: CRONACA data: 28/6/2021 – pag: 17

Eccidio di Cima Vallona «Vicini a chi ha sofferto così ricordiamo i caduti»

san nicolò comelico

San Nicolò- Si è svolta ieri mattina, alla chiesetta di Cappella Tamai in Comune di San Nicolò di Comelico, la cerimonia per il 54° anniversario dell’eccidio di Cima Vallona, il vile attentato ad opera di terroristi sud tirolesi nel quale perirono prima l’alpino Armando Piva e poi tre componenti della pattuglia intervenuta, Francesco Gentile, Mario Di Lecce ed Olivo Dordi.

Come ha ricordato Giancarlo Ianese, sindaco di San Nicolò Comelico, nell’unica allocuzione ufficiale, dopo la pausa forzata nell’estate del 2020 a causa della pandemia, è ripreso il filo del ricordo ininterrotto dal 1970, anno di inaugurazione della chiesetta dedicata ai Caduti. Cerimonia in forma più contenuta, ma che ha consentito ugualmente alla comunità del Comelico, alle autorità militari e civili, alla Sezione Ana Cadore, alle altre associazioni dei carabinieri, dei paracadutisti, degli incursori e della guarda di finanza, di stringersi accanto a Marcello Fagnani, Medaglia d’argento al valor militare, unico superstite gravemente ferito dell’attentato, e ai parenti delle vittime.

Erano presenti infatti Massimo Gentile, figlio di Francesco, capitano dei carabinieri; Graziella Di Lecce, moglie di Mario, sottotenente dell’Esercito; Gabriella Piva, sorella di Armando alpino del Btg. Val Cismon. Mancavano solo Ottavio ed Amatore Dordi, fratelli di Olivo, sergente del btg. sabotatori paracadutisti, presenti tutti gli anni
.In questa occasione non è stato possibile effettuare l’omaggio al sacello eretto a Cima Vallona, poco distante il luogo dell’attentato: le abbondanti nevicate dell’inverno e la presenza di frane sulla strada rendono per ora impossibile e comunque non sicuro, l’accesso in quota. Nella sua omelia, don Fabio Fiori ha voluto richiamare l’importanza della solidarietà e del sostegno morale: «Il vero ricordo, la vera memoria per questi Caduti non sta nelle parole, ma nell’essere qui presenti, vicini a chi ha subito e ancora subisce l’immenso dolore per la perdita di un proprio caro».Dolore ancor più intenso – ha ricordato infine don Fabio – quando i responsabili di quel gesto insensato, individuati e condannati dalla giustizia, non hanno mai scontato nemmeno un giorno della pena loro inflitta. –Livio Olivotto

Leggi anche