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Pubblicato il 06/07/2021

RASSEGNA STAMPA- IL SOLE 24 ORE – LA MARINA MILITARE VUOLE DRONI IN GRADO DI ATTERRARE ANCHE CON IL MARE IN TEMPESTA

Il Sole 24 Ore
sezione: IMPRESE E TERRITORI data: 06/07/2021 – pagina: 16

Marina Militare, appello all’industria: servono droni per attività in mare

C’è un problema per l’impiego di droni sulle navi militari nel mare in tempesta. La Marina militare lamenta l’incapacità dell’industria dell’aerospazio e difesa di fornire velivoli a pilotaggio remoto in grado di atterrare «sul ponte di volo nel mare in tempesta».

Il problema è stato segnalato in un seminario della Marina militare sul «Future combat naval system 2035 nelle multi domain operations», con rappresentanti di Marina, industria, università.

I «domini» delle operazioni militari al 2035 sono cinque: oltre a quelli terrestre, marino, aeronautico, ci sono «spaziale e cyber», ha detto il capo dell’ufficio Spazio e innovazione tecnologica, Enrico Vignola. Il contrammiraglio Valentino Rinaldi, capo del terzo reparto, ha spiegato che «l’obiettivo 2035 dello sviluppo capacitivo» della Marina è articolato in tre aree, «gruppo portaerei più caccia di quinta generazione, forza anfibia (con proiezione a terra), capacità sottomarina».

Il contrammiraglio Placido Torresi, capo del sesto reparto (aeromobili), ha parlato di aerei. «La sfida principale è il rinnovamento della linea aerotattica, con la sostituzione degli Av-8B con gli F-35 a decollaggio corto e appontaggio verticale dal 2024». Torresi ha detto che «da più di dieci anni la Marina militare ha un requisito per gli «unmanned». Questo gap non è più ritardabile. Sarà necessaria la piena integrazione di aerei a pilotaggio remoto. I mezzi aerei dovranno essere navalizzati. Sono centinaia le aziende che producono droni. Ma quando si parla di atterraggio sul ponte di volo nel mare in tempesta questi partner si dissolvono. Rilancio l’appello per gli amici dell’industria per navalizzare i droni».

Mbda ha illustrato le proprie tecnologie contro nuove minacce, sta lavorando a un intercettore endo-atmosferico per affrontare diverse minacce, tra cui missili balistici a raggio intermedio, missili da crociera ipersonici, aerei da combattimento di nuova generazione.

«In questi due anni siamo riusciti ad avere risultati eccezionali a livello internazionale, insieme alla Marina e ai partner, Leonardo ovviamente, grazie a un prodotto che è il top, le Fremm, rappresenta l’F-35 in campo navale», ha detto Giuseppe Giordo, direttore generale divisione navi militari di Fincantieri. «La trasformazione dell’industria italiana navale della difesa deve essere quella di passare da un cantiere navalmeccanico a un prime contractor».

Alessandro Profumo, a.d. di Leonardo-Finmeccanica, ha parlato di trasformazione digitale e cyber security. «Dico grazie a Giuseppe Giordo per quello che ha detto, che condivido al 100%, ma anche perché ha ottenuto grandi successi a livello internazionale anche come a.d. di Orizzonte sistemi navali, che ha con noi una stretta interconnessione». Profumo ha parlato del futuro aereo da combattimento di sesta generazione, «il Tempest è il campione digitale». Insieme al Baltic Institute of Advanced Technology di Vilnius Leonardo si è aggiudicata il progetto Ue sulla cyber security Edf-Edidp Cyber4De, un consorzio a guida lituana che beneficia di fondi Ue per 9,3 milioni di euro.

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