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Pubblicato il 19/10/2015

RASSEGNA STAMPA: IL 16 OTTOBRE LA FAMIGLIA MANDOLINI A LIVORNO

LA NAZIONE
LI_CRONACA pag. 3
Cerimonia per ricordare Mandolini

I familiari e i Baschi Amaranto sulla tomba del caposcorta di Loi
di MARIA NUDI – LIVORNO – DALLE MARCHE a Livorno per un’occasione davvero speciale l’anniversario l’anniversario celebrato il 16 ottobre a Pisa della storica e gloriosa battaglia di El Alamein quando gli eroi dai Baschi Amaranto hanno scritto una pagina di storia. I familiari di Marco Mandolini, il caposcorta del generale Loi in Somalia, paracadutista con grande professionalità e passione, ucciso sulla scogliera del Romito il 15 giugno del 1995, sono venuti a Livorno e venerdì nel giorno della storica battaglia hanno voluto salutare Marco con una cerimonia sentita sugli scogli del Romito dove c’è la lapide del militare. Una cerimonia breve nello stile di chi ha scelto di indossare il Basco Amaranto al grido di Folgore e conclusa con poche parole nate dal cuore «Riposa in pace Marco». «E’stato un gesto che non dimenticheremo – racconta uno dei familiari di Marco Mandolini – alcuni militari hanno scelto di stare con noi invece di partecipare per tutto il giorno alla cerimonia. Un gesto che dimostra i valori alti della Folgore, i valori che speriamo prevalgano sull’omertà e che possano dare un input alle indagini degli inquirenti». La famiglia del militare auspica che il giallo della Scogliera abbia una svolta e che finalmente si conosca l’identità di chi ha ucciso massacrandolo Marco Mandolini. «Riceviamo ancora delle segnalazioni importanti che fanno da cornice alle indagini degli inquirenti – spiegano – ma non possiamo svelare nulla perché rischiamo di far saltare gli accertamenti. Dopo tutti questi anni le persone che volevano bene a Marco ci stanno dando alcune indicazioni che possono essere utili. Siamo fiduciosi. La morte di Marco non deve e non può restare impunita». E ancora una volta come hanno fatto in tutti questi anni dai familiari arriva una certezza granitica: «Marco aveva scoperto qualcosa di scomodo, qualcosa che avrebbe potuto danneggiare qualcuno o qualcosa. LE INDICAZIONI che ci arrivano vanno in quella direzione. E noi ne siamo convinti. Bisogna cercare negli ambienti vicini a lui, negli incarichi che lui stava svolgendo. Bisogna analizzare i movimenti e gli spostamenti che Marco ha compiuto quel giorno di giugno di venti anni fa. La chiave dell’omicidio è lì. E’ possibile che l’auto di Marco, un macchina con targa straniera, non sia stata notata sul Romito?. Anche un piccolo particolare potrebbe essere di aiuto alle indagini degli inquirenti». Indagini che in estate hanno avuto un ulteriore impulso perché molte persone sono state sentite dagli investigatori. A lavor anche il pool di esperti ai quali la famiglia di Marco Mandolini ha dato incarico di lavorare e di investigare.

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