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Pubblicato il 29/12/2014

RASSEGNA STAMPA : L’ARENA DI VERONA PARLA DELL’OTTAVO REGIMENTO PARACADUTISTI

ARENA DI VERONA DEL 28 DICEMBRE 2014
Se nella martoriata Bangui, città di 800mila abitanti capitale della Repubblica Centrafricana, le violenze tra musulmani e cristiani rimangono ora un brutto ricordo ed il clima di odio si sta via via stemperando, parte del merito va sicuramente anche ai 48 genieri paracadutisti dell’Ottavo Reggimento della Folgore di stanza alla caserma Briscese di Legnago. I quali, dalla fine dello scorso agosto, sono entrati a far parte del contingente europeo impegnato nella missione «Eufor Rca».
I parà, tornati nel Legnaghese prima di Natale, hanno dato infatti un contributo fondamentale al progetto che l’Europa, grazie a circa 700 militari appartenenti a 13 nazioni, ha avviato otto mesi fa per ristabilire la pace e la sicurezza in un Paese che nel 2013 era stato sconvolto da una crisi politica sfociata poi in una guerra civile con migliaia di vittime ed un milione di sfollati. Grazie alle elevate competenze tecniche e alla profonda sensibilità nei confronti delle popolazioni in difficoltà che da sempre li caratterizza, i parà legnaghesi, in quattro mesi, sono riusciti a portare a termine progetti importanti come la costruzione di ponti o significative opere di bonifica. «C’era molta attesa qui a Bangui per il loro arrivo lo scorso agosto», spiega il colonnello Mario Renna, portavoce del Contingente Europeo – Li aspettava con ansia anche la popolazione locale, non solo il resto dei militari. La missione aveva ritmi molto elevati ed occorrevano infrastrutture di base. E non è un caso che ci siano voluti 10 voli cargo per trasportare escavatori, ruspe, ed altre attrezzature per i laboratori con i quali i genieri hanno poi realizzato i diversi progetti».
Il primo grosso intervento ha riguardato il rifacimento della strada d’accesso all’aeroporto di Bangui, l’unico di tutto il Paese, dove nel 2013 si erano rifugiate oltre 100mila persone. «Ora», prosegue il colonnello Renna, «i rifugiati sono scesi a 20mila. Tutto ciò è una chiara dimostrazione che la missione ha già dato ottimi frutti». Altri interventi con i quali i genieri paracadutisti hanno cambiato la vita quotidiana di quella popolazione – in aggiunta ai pattugliamenti 24 ore su 24 effettuati a tutela della sicurezza della città dove purtroppo dilagano alcune frange di criminalità – sono stati la bonifica di un tratto della rete idrica di Bangui, con la quale indirettamente si è contribuito alla prevenzione della malaria, e la costruzione ex novo di una zona vicina all’aeroporto che ha permesso la ripresa degli scambi commerciali.
«Particolarmente significativo», conclude il colonnello Renna, «è stato anche il rapporto che si è instaurato con la gente. Molto più stretto rispetto ad altre missioni. Alcuni parà legnaghesi conoscono bene il francese, che qui parlano regolarmente, e questo ha portato ad una maggiore integrazione. Soprattutto con i bambini che si avvicinavano ai macchinari pieni di curiosità». E proprio ai più piccoli, i genieri paracadutisti, poco prima di lasciare il Centrafrica, hanno voluto lasciare alcuni doni: una decina di buoni studio da 50 euro ciascuno – cifra che a Bangui permette ad un ragazzo di proseguire la scuola per oltre un anno – ed alcuni palloni per giocare a calcio fatti arrivare appositamente dall’Italia. Tutto il materiale è stato consegnato ai padri Carmelitani di Bangui che stanno seguendo alcuni giovanissimi rifugiati.
«Il bilancio delle attività dei genieri paracadutisti è assolutamente positivo», ha sottolineato il comandante della missione Ue, generale Thierry Lion, nel corso della cerimonia di congedo dei militari dell’Ottavo Reggimento in partenza per raggiungere Legnago. «In questi mesi», ha rimarcato l’alto ufficiale francese, «il contingente italiano ha portato a termine con successo un numero notevole di interventi, spaziando dalla fortificazione della base di Eufor alla bonifica di canali d’acqua, passando per la realizzazione di opere infrastrutturali». Intanto, nei giorni scorsi, ad avvicendare i colleghi della Folgore nell’ambito della missione sono arrivati a Bangui i genieri alpini del Secondo Reggimento della Brigata Julia di stanza a Trento. Tra i primi compiti che spetteranno loro ci sarà la costruzione di un ponte metallico che servirà a riunire due quartieri della città già teatro di violenti scontri interconfessionali in passato. Gli studi preliminari per il suo montaggio sono stati però elaborati dai parà dell’Ottavo Reggimento Folgore. La missione europea «Eufor Rca» si concluderà nel marzo 2015 con il passaggio di responsabilità ai Caschi Blu dell’Onu.

Elisabetta Papa

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