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Pubblicato il 22/01/2017

RASSEGNA STAMPA: SCARTATA IN ITALIA UFFICIALE IN AMERICA

RESTO DEL CARLINO

BOLOGNA

CRONACHE pag. 17

Martina, ufficiale nell’esercito Usa «Scartata in Italia per l’altezza»

«Volevo diventare militare a tutti i costi». Missione in Afghanistan
Milla Prandelli TORINO MARTINA Donato, 34 anni, lei è italiana: come mai ha deciso di arruolarsi nell’esercito americano? «Mi sono recata in America dopo avere provato due volte il concorso per entrare in accademia e dopo la laurea conseguita da civile in scienze strategiche all’università di Torino presso la scuola di applicazioni dell’esercito italiano. Nel nostro Paese, dove fino allo scorso anno vi era un limite di altezza, sono stata esclusa per tre centimetri. Negli Stati Uniti, dopo aver lavorato alla Disney, ho potuto coronare il mio grande sogno di indossare la mimetica». Come ha fatto ad arruolarsi? «Ho partecipato alla lotteria green card che consente di stabilirsi in America e lavorarci a tempo indeterminato. Appena ho potuto ho preso contatti con un reclutatore e ho cominciato a esercitarmi per le selezioni d’ingresso: sono molto diverse da quelle italiane». Come si è addestrata? «Per l’esercito Usa è fondamentale la preparazione fisica. Da quando ho iniziato la mia carriera militare ogni giorno corro e mi alleno. Il nostro corpo è importantissimo così come la sua cura e la sua preparazione. Naturalmente ho studiato l’americano che è indispensabile». È entrata subito come ufficiale? «No. Ho cominciato dal basso. Per tre anni sono stata nella truppa dove ho fatto il meccanico di elicottero. Ho anche fatto una missione all’estero, in Afghanistan, dove operano anche i miei colleghi italiani». Come ha fatto a prendere le stellette? «In Italia ho una laurea magistrale. Ho iniziato le pratiche per la comparazione che mi hanno fruttato un bachelor e un master. Questo è stato sufficiente, dopo aver vinto un concorso, ad acquisire i gradi di lieutenant e frequentare la scuola di applicazioni militari». È l’unico ufficiale italiano dell’esercito americano? «Io non ne ho conosciuti altri». Ha studiato con tanti ufficiali dell’esercito italiano. Come giudica la preparazione di base? «Direi ottima. La scuola ha preparato tutti noi alle esperienze internazionali e strategiche. Lo dimostra il fatto che ora lavoro negli Usa mettendo a frutto le nozioni acquisite in Italia». Come vengono trattate le donne? «Esattamente come gli uomini. Non ci sono differenze. Siamo soldati. Sesso, religione e razza non contano». Da un anno anche le donne non altissime possono entrare nelle forze armate italiane. «Era ora. Di questo ringrazio il ministro Roberta Pinotti che si è dimostrata molto sensibile. Ai tempi avevo cercato di sensibilizzare la politica e l’opinione pubblica senza alcun risultato». Ora che sarebbe possibile, pensa di tornare in Italia e arruolarsi qui? «Assolutamente no. Sono un ufficiale dell’esercito americano e ne sono orgogliosa. Mi è stata data una possibilità quando nel mio Paese non c’era. La mia intenzione è continuare la mia carriera negli Usa».

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