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Pubblicato il 09/04/2024

RECENSIONI – “LE PAROLE DELLA GUERRA” di Paolo Capitini e Mirko Campochiari

Recensione del Gen. B in congedo Fulvio Capone, Bersagliere


“LE PAROLE DELLA GUERRA”
Di Paolo Capitini e Mirko Campochiari
Parabellum edizioni- 497 pagine

L’attuale situazione mondiale dimostra che la guerra è “senza tempo” e si è evoluta parallelamente al progresso scientifico del quale spesso si è appropriata anche a discapito del senso di civiltà.
In tale contesto si colloca il libro “Le Parole della guerra” che per il suo contenuto emerge dalla sterminata editorialistica militare e bellica; in altre parole è un testo che non si limita alla pedissequa enumerazione o descrizione di armi, materiali, organici e dottrine, bensì razionalizza il loro impiego per la soluzione del teorema “cosa, come, dove e quando”.

Sulla base di questo approccio il Generale Paolo Capitini è stato di una chiarezza esemplare poiché la sua professionalità si è coniugata con un’efficace capacità didattica rendendo comprensibili anche al profano quelle che sono le caratteristiche della guerra, dei suoi scenari e degli strumenti, inducendo il lettore più interessato a ragionare in modo approfondito. Particolare cenno merita “l’umanizzazione” del testo che nonostante la complessità della materia militare e della guerra filtra gli schemi normativi evidenziando che in ultima analisi è sempre il Comandante o il soldato nascosto in un cespuglio colui che deve tramutare la teoria in pratica per vincere o salvare la pelle.

Ho citato l’importanza che riveste il cospicuo bagaglio professionale di Capitini in quanto per poter argomentare su una specifica materia e in particolare su quanto concerne la guerra in tutte le sue sfaccettature e metodo di conduzione, non si può improvvisare pontificando in modo astratto e parzialmente competente come fanno i molti pseudo analisti che popolano i talk show televisivi;

diversamente il Generale Capitini esprime nel suo libro concetti di base fondamentali e normativi descrivendo contesti che scaturiscono dall’esperienza di aver vissuto in prima persona situazioni reali in molti teatri operativi.


Situazioni che insegnano a percepire ciò che accade per fronteggiarle nel migliore dei modi: questo può farlo solo chi ha respirato per anni realtà operative fatte anche del carro armato fermo perché il pezzo di ricambio non arriva, del munizionamento dei mortai giunto senza le spolette o delle casse di cottura con il rancio rimaste nelle retrovie, aggiungasi anche lo stress di dover prendere una decisione repentina al limite delle regole d’ingaggio in un teatro operativo ad alto rischio: questo si chiama “peso del comando”, peso che “l’analista” televisivo non ha mai trovato a gravare sulla sua scrivania posta a caposaldo di certezze cartacee e cappuccini di trilussiana memoria.
E’ auspicabile che il libro “Parole della guerra” possa trovare in un immediato futuro spazio nello zaino di ogni giovane Ufficiale e anche negli zaini di quelli che intraprenderanno la difficile salita “dell’Uomo d’Arme”.

Bersagliere Fulvio Capone


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