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Pubblicato il 17/02/2023

RECENSIONI: ROMMEL – LA AMBIGUITA’ DI UN CONDOTTIERO




Il saggio di Carlo De Risio parla di Rommel e di una certa sua ambiguità.
Una per tutte:il 30 giugno 1942, i cannoni tedeschi tacquero ad El Alamein, dove pochi reparti britannici resistevano scollegati, mentre il grosso dell’Ottava Armata ripiegava in disordine verso Oriente. Il comandante in capo inglese Hauchinleck non seppe mai perché l’arrembante neo feldmaresciallo avversario avesse fermato l’avanzata italo-germanica, consentendogli di portare in linea i rinforzi arrivati dall’Iraq e di imbastire con successo una difesa affrettata.

Il liberò è illustrato con molte foto in bianconero a cura di Alessandro Santoni.
Parla del genio militare di Erwin Rommel (1891-1944), ma anche dei dubbi sul perchè davanti a El Alamein Rommel sia venuto meno alla sua stessa direttiva perentoria di non lasciare in nessun modo al nemico di organizzarsi.


Mussolini era in Libia, presumendo imminente la conquista di Alessandria d’Egitto. Probabilmente questa presenza ha stizzito Rommel, che deve aver ritenuto che il duce volesse rubargli la scena, dopo che le avanzate vittoriose avevano portato il nome Rommel sulla bocca di tutti. O forse la ‘volpe del deserto’ si era già spostato sulle posizioni antihitleriane che causeranno il suo suicidio col cianuro, dopo il fallito attentato contro il Führer.


UNA VITA DA SOLDATO
Di famiglia borghese, il giovane Erwin si era arruolato diciannovenne in un Reggimento di fanteria, avviandosi alla carriera da ufficiale di mestiere, appannaggio soprattutto degli aristocratici nella Germania del kaiser Guglielmo. Tenente ventiseienne aveva conquistato con un pugno di wurtenberghesi il monte Matajur sul fronte di Caporetto, nell’ottobre 1917 e meritato la massima decorazione al valor militare collaborando all’accerchiamento di ingenti forze italiane a Longarone. Durante l’offensiva del maggio 1940 in Francia comandò una delle dieci divisioni corazzate tedesche che piegarono gli anglo-francesi in tre settimane. Il suo contributo alla blitzkrieg fu decisivo: dalle ‘intransitabili Ardenne’ la sua 7a Panzer risalì ad arco la Francia centro-orientale fino alla costa atlantica. Quando all’inizio del 1941 venne inviato con l’Africa Korps a sostenere l’alleato italiano ributtato dai britannici fino a Tripoli, contrattaccò subito, prima ancora di radunare l’intera forza in arrivo nei porti libici.

Non teneva buoni rapporti con i comandi italiani e veniva ricambiato. Le divisioni corazzate dell’Afrika Korps e poi dell’Armata che comprendeva le italiane Ariete, Littorio e Trieste, furono spesso ben deficitarie di panzer.


Auchinleck ritenne di diffondere un ordine del giorno ai comandanti in Medio Oriente, chiedendo di smettere di considerare Rommel com un super uomo.

Se restano oscure le ragioni dello stop a El Alamein a fine giugno – non corretto dalla poco ispirata offensiva lanciata a fine agosto 1942 – è di tutta evidenza che una possibile vittoria in Nord Africa venne ostacolata anche dalla gravissima sottrazione di artiglierie efficaci e automezzi italiani gettati inutilmente contro l’Armata Rossa nella campagna di Russia, voluta da Mussolini per motivi esclusivamente politici. L’Armir nelle steppe servì agli inglesi più delle loro divisioni australiane, sudafricane e coloniali. Rommel, ambiguità di un condottiero Amazon.it: 15,20 EUR 16,00 EUR Vedi su Amazon ©

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