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Pubblicato il 15/10/2020

ROMA- INCONTRO TRA ORDINI DEI MEDICI E SANITA’ MILITARE –


Esercito, Carabinieri, Guardia di Finanza, Marina Militare, Aeronautica, Polizia e dei Vigili del Fuoco hanno in organico circa mille tra medici, infermieri, biologi, veterinari, farmacisti, psicologi, tecnici di laboratorio, altri operatori. . Tanti sono gli operatori sanitari del Comparto Difesa e Sicurezza sono stati impiegati durante la pandemia di Covid-19, inviando personale a sostegno delle strutture del Servizio Sanitario nazionale; mettendo a disposizione, come centri Covid, gli ospedali militari; allestendo dell’emergenza, ospedali da campo.

Il Tenente Generale Nicola Sebastiani, Ispettore Generale della Sanità Militare, li ha ricordati tutti in apertura dell’incontro tra la la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici – e il Tavolo Tecnico Sanità del Comparto Difesa e Sicurezza.
Il Delegato per la Sanità militare era Franco Lavalle. Per il Tavolo Tecnico del Comparto Difesa e Sicurezza, oltre all’Ispettore Generale della Sanità Militare, il Tenente Generale Nicola Sebastiani, appunto, erano presenti: il Maggiore Generale Giacomo Mammana, Direttore Policlinico Militare “Celio”; il dr Fabrizio Ciprani, Dirigente Generale Medico Direzione Centrale di sanità della Polizia di Stato; il Colonnello Giuseppe Rinaldi, Vicedirettore di Sanità della Guardia di Finanza; il Vice Ispettore Sanità Militare Generale di Brigata dell’Arma dei Carabinieri Sebastiano Fallo; l’Ammiraglio Filippo Crociata, componente dell’Igesan, l’Ispettorato Generale della Sanità Militare. “Grazie per tutto quello che avete fatto nell’emergenza Covid, e che sempre fate per il nostro Paese – ha dichiarato il Presidente della Fnomceo, Filippo Anelli -.


La Sanità del Comparto Difesa e Sicurezza è una parte importante del nostro Sistema Sanitario nazionale. Durante l’emergenza Covid ha dato prova del suo ruolo e del suo valore”. Tre gli ospedali da campo allestiti dalle Forze armate per supportare il Servizio Sanitario Nazionale nelle fasi più critiche dell’emergenza coronavirus e decongestionare così gli ospedali civili: l’Esercito ha realizzato due ospedali da campo a Crema e Piacenza, mentre la Marina Militare ha allestito il posto medico avanzato di Jesi. Quattro sono state invece le strutture sanitarie militari messe a disposizione dal Ministero della Difesa: i Centri Ospedalieri Militari di Milano e Taranto, il Centro Sportivo olimpico dell’Esercito presso la Cecchignola in Roma, e l’Ospedale Militare “Celio”, sempre a Roma. E proprio al “Celio”, che, con i suoi centocinquanta posti letto, di cui sino a cinquanta possono essere impiegati per la terapia intensiva e sub-intensiva, è attualmente ‘ospedale Covid’ a supporto dell’IRCCS Lazzaro Spallanzani, si è conclusa la visita, iniziata presso l’Ispettorato Generale della Sanità Militare. A catturare l’attenzione dei rappresentanti Fnomceo, le strutture sanitarie da campo – in particolare lo shelter, cioè l’unità mobile, per la rianimazione, con sei posti letto, e lo shelter tac multistrato campale – e le autoemoteche militari per la raccolta di sangue a domicilio.

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