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Pubblicato il 19/12/2013

SARA’ LA BRIGATA SASSARI DEL GENERALE SCOPIGNO A CHIUDERE LA MISSIONE ITALIANA IN AFGANISTAN . “LA PIU’ COMPLESSA OPERAZIONE LOGISTICA DEL DOPOGUERRA”

TEULADA Tra due mesi la brigata Sasari comandanta dal generale, paracadutista, Manlio Scopigno, torna in Afghanistan per chiudere la missione Isaf. I soldati della Brigata Sassari ieri hanno terminato l’ultima esercitazione, denominata “Impare” , finalizzata a rinfrescare le procedure di sicurezza in pattuglia e nelle operazioni di presidio e scorta che dovranno effettuare in quel paese.

Trascorreranno Natale e San Silvestro a casa, il 28 gennaio celebreranno la Festa della loro Brigata , poi a febbraio ritorneranno ad Herat, dove coordineranno sul terreno «la più imponente manovra logistica dalla Seconda guerra mondiale», spiega il comandante, Manlio Scopigno, che laggiù guiderà i suoi militari più l’intero contingente fresco, chiamato a sostituire l’Aosta e a precedere la Garibaldi.

RIENTRO VIA AEREO + MARE

Quasi tutti i materiali che l’Italia ha accumulato in dieci anni di missione rientreranno in Patria via aerea -da Herat agli Emirati- e successivamente trasportati al porto di Jebel Ali, dove verranno caricati su navi appositamente noleggiate.
L’organismo che supervisionerà la gigantesca operazione è il COI, comandato dal Generale di corpo d’armata Marco Bertolini. Il comando operativo interforze la cui sede è a Centocelle di Roma, si occupa, tra le altre cose, degli spostamenti di ogni materiale, dalla rondella al caterpillar, dal Buffalo alle munizioni -e di tutti gli uomini- da e per il “teatro operativo”. I militari che se ne occupano hanno accumulato una preziosa esperienza tecnica che li pone, per capacità decisionale e di pianificazione, al livello di un direttore generale di una grossa casa di spedizioni


sopra: la enorme capacità di carico dell’ANTONOV russo, comparata con quelle degli altri aerei, incluso l’Hercules C130

Si tratta di uno sforzo logistico ed economico formidabile, se considerate che i materiali , se fossero tutti allineati contemporaneamente su strada, misurano quasi undici chilometri lineari e che ogni volo di Antonov-navetta supera i 200mila euro ( fino all’Italia costerebbe 550/600 mila).
Gran parte dei mezzi(tranne gli abbandoni o la donazione, ndr), entrerà nella pancia dei giganteschi Antonov o Ilyushin , in grado di trasportare fino a 100 tonnellate per volo, con misure interne di circa 6 metri di larghezza per 5 di altezza.

Le vie alternative sono precluse, al momento, perchè nè la Russia, nè Tajikistan , Uzbekistan e Kazhakistan , nè l’Iran hanno dimostrato volontà collaborativa nell’aprire i confini per il transito ferroviario o camionistico.

IL LAVORO DEI DIMONIOS
In totale 2500 uomini e donne, un migliaio dalla Sardegna, seicento da altri reparti d’Italia dovranno radunare, condizionare per il trasporto e caricare strumentazioni e mezzi.
Ad aprile ci saranno anche le prime elezioni presidenziali libere e gli uomini dell Sassari dovranno assicurare il regolare svolgimento del voto nell’area assegnata all’Italia.

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