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Pubblicato il 03/10/2017

SI E’ SPENTA LA AUSILIARIA RSI FIORENZA FERRINI

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Ha voluto morire a Villa Mussolini e sarà sepolta vicino alla tomba del Duce

PARMA- È MORTA ieri sera alle 21.10 a Villa Carpena, all’età di 91 anni, Fiorenza Ferrini, arruolata deopo l’8 settembre nel Servizio ausiliario femminile fascista (Saf)*. Lo scorso luglio si era fatta portare da un’ambulanza della Croce Rossa da Verona a Villa Carpena, la prima casa di Benito e Rachele Mussolini e dei loro cinque figli, trasformata dal 2000 in ‘Casa dei Ricordi’.
Voleva «morire nella casa del duce», come aveva espresso ai responsabili Adele e Domenico Morosini.
Fiorentina d’origine, a diciotto anni Fiorenza Ferrini si arruolò nella Repubblica Sociale Italiana, come ausiliaria.
Il 25 aprile 1945 in servizio alla stazione fu arrestata dai partigiani. Ottenne salva la vita grazie alla conoscenza di uno di loro.

Ha lavorato per trent’anni alla Fiera di Milano ma si recava spessissimo a Villa Carpena per curare la esposizione dei cimeli del Museo e vare da guida volontaria Nei prossimi giorni si svolgeranno i suoi funerali e dovrebbe essere sepolta, per suo desiderio, nel cimitero di San Cassiano, vicino alla tomba del duce.
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*Il Servizio Ausiliario Femminile venne istituito il 18 aprile 1944 con il decreto ministeriale n. 447, come supporto allo sforzo bellico. Il comando fu affidato al generale di brigata Piera Gatteschi Fondelli, già ispettrice nazionale dei Fasci di Combattimento Femminili. Il SAF era posto alle dipendenze della Direzione del Partito Fascista Repubblicano per tramite di un Comando Generale del Servizio Ausiliario, ed era articolato su Comandi Provinciali e di Gruppo.
Al termine dei corsi di formazione le ausiliarie prestavano giuramento secondo la formula delle Forze Armate Repubblicane, e venivano considerate personale militarizzato con la qualifica di volontarie di guerra . Per l’impiego operativo le ausiliarie erano poste alle dipendenze dei comandi delle Forze Armate Repubblicane o della Guardia Nazionale Repubblicana presso i quali prestavano se

Scrive di Lei la giornalista Emma Moriconi, le cui parole condividiamo:

Ciao, Fiorenza. Il distacco dalle persone care è sempre difficile, soprattutto quando si tratta di persone speciali come te. Avevo promesso che sarei venuta a trovarti a ottobre, non ho fatto in tempo ad abbracciarti per l’ultima volta. La tua storia rimane impressa nel mio cuore e nella mia memoria come in quella di tutti coloro che hanno avuto il privilegio di conoscerti. Ti sei spenta lì dove hai scelto di morire, a Villa Mussolini, a Villa Carpena, vicina a persone che ti hanno sempre voluto bene e te lo hanno sempre dimosrato. Adele e Domenico sono ora vicini a te, piangono la tua scomparsa e ti tengono ancora la mano, mi sembra di vederli… Sono stati la tua famiglia, in quest’ultima fase della tua vita e non solo. Sono stati sempre vicini a te, e tu a loro, al posto che hai scelto tanti anni fa quando, appena ragazza, partisti per seguire il tuo destino, che era quello di Salò. Un impegno, preso a diciassette anni, che hai mantenuto fino al tuo ultimo respiro. Perché nella vita si giura fedeltà una volta sola. Ciao Fiorenza, cara amica, esempio per tutti. La tua bontà e la tua determinazione siano sempre la guida di tanti giovani, che essi ispirino al tuo esempio la loro vita, la loro quotidianità. E anche noi, che valiamo la minima parte di te, dovremo sforzarci di essere degni di chiamarci tuoi amici. Ciao, Fiorenza cara. Conoscerti, poterti stare vicina, ascoltarti, apprendere dalle tue parole la nostra storia vissuta in prima persona è stato un onore e un privilegio. Indimenticabile Fiorenza, onore a te.
Emma Moriconi

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