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Pubblicato il 03/02/2022

SIRIA DEL NORD – INCURSORI AMERICANI UCCIDONO IL NUOVO CAPO DELL’ISIS

Abu Ibrahim al-Hashimi al-Qurayshi, vistosi circondato si è fatto esplodere, portando con sè la moglie, la cognate e i due figli piccol.
Il blitz anti terrorismo Usa in Siria è stato condotto da quattro elicotteri con a bordo quattro distaccamenti di incursori , supportati da elicotteri da combattimento, droni Reaper armati e un jet d’attacco. Nessun ferito o caduto tra gli americani.
L’operazione è durata due ore e ha interessato il villaggio di Atmeh, vicino al confine con la Turchia, un’area costellata da campi profughi siriani; nella stessa zona era stato individuato ed eliminato l’ex leader e fondatore dell’Isis, Abu Bakr al-Baghdadi nel blitz dell’ottobre 2019, anche lui fattosi esplodere.

Uno degli elicotteri usato nel raid in Siria per uccidere il nuovo leader dello Stato Islamico, Abu Ibrahim al-Hashimi al-Quraishi, è stato fatto esplodere dagli stessi americani a causa di un malfunziomento.
I militari che vi dovevano salire per esfiltrare sono stati divisi su altri elicotteri. Anche in occasione del raid ad Abbottabad in Pakistan, in cui fu ucciso il leader di al Qaeda Osama Bin Laden, un elicottero Usa fu fatto esplodere perché non poteva più riprendere il volo.


Come si è svolta l’azione

L’intelligence Usa aveva lavorato mesi per scoprire il nascondiglio di “Hajji Abdullah”, successore di Abu Bakr Al Baghdadi, responsabile dello sterminio degli yazidi e del recente assalto alla prigione di Hasaka. A dicembre ha avuto la certezza di averlo trovato e ha informato Biden. Al briefing nella Casa Bianca i militari hanno portato anche un modellino della palazzina a tre piani dove si nascondeva, vicino ai campi dei profughi in fuga dalla guerra, per spiegare l’operazione. Il presidente voleva evitare vittime innocenti e quindi ha escluso di bombardare l’edificio. Il raid sul terreno era più pericoloso per i soldati americani, ma offriva più garanzie per i civili. La settimana scorsa il capo del Central Command Kenneth McKenzie ha deciso che si poteva ordinare l’attacco, ma il maltempo lo ha frenato. Fino a martedì mattina, quando dopo un vertice di tre ore col segretario alla Difesa Austin e il capo degli Stati Maggiori Riuniti Milley, Biden ha dato il via libera.
Mercoledì, dopo mezzanotte, una cinquantina di soldati delle forze speciali sono volati ad Atmeh a bordo di almeno tre elicotteri, con la copertura di aerei e droni. Anche i russi in Siria erano stati informati, seguendo i protocolli di “deconfliction”, per evitare incidenti. Una volta atterrati i militari hanno urlato nei megafoni, sollecitando chi non voleva morire ad uscire dall’edificio. Al primo piano c’era una famiglia di due genitori e quattro bambini, ignara di vivere con Al Qurayshi, che li usava come scudi umani. Sono usciti e sono stati portati al sicuro. A quel punto, però, al terzo piano c’è stata un’esplosione. Il capo dell’Isis, oltre a uccidere se stesso, ha ammazzato la moglie e due figli. La palazzina è rimasta in piedi, ma dal secondo piano sono arrivati i primi spari. Dentro c’era il vice di Al Qurayshi, che con sua moglie mirava sugli americani. I soldati sono entrati, uccidendo lui, la moglie e un figlio. Altri quattro bambini però sono stati portati in salvo. Un elicottero ha avuto un guasto, come era accaduto nel raid contro Bin Laden, e quindi è stato evacuato a distrutto.
Gli uomini delle forze speciali hanno raccolto le impronte digitali e il dna del capo dell’Isis, per confermarne l’identità, e tutta l’intelligence utile. A quel punto un gruppo di militanti ha assalito la palazzina, scatenando una battaglia in cui due di loro sono morti. Respinto l’attacco, dopo quasi due ore sul terreno i soldati sono andati via

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