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Pubblicato il 26/04/2018

TAKROUNA: SOLENNI CELEBRAZIONI IN RICORDO DELLA BATTAGLIA CHE VIDE I PARACADUTISTI BATTERSI CONTRO I NEOZELANDESI

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Per il 75° anniversario di quella cruenta Battaglia ( definita dagli storici francesi come “missione suicida”) , si è tenuta il 24 Aprile , a Takrouna (Tunisia), la commemorazione dei soldati italiani che lì sono caduti. Fu l’ultimo fatto d’armi della Campagna d’Africa (20-22 aprile 1943).

La battaglia di Takrouna ritardò l’avanzata verso Tunisi degli inglesi, che dichiararono ” l’Italia ha schierato l i suoi migliori soldati”.


PARMA- Dopo El Alamein, i paracadutisti sopravvissuti ripiegarono verso la Tunisia, attraversando la Libia, con una estenuante marcia di 2500 chilometri, tra patimenti, combattimenti, sete, fame e fatica, sfruttando mezzi di fortuna. Stremati , giunsero a Takrouna dove li attendeva un’ultima cruenta battaglia prima della cattura. Era il 20 Aprile del 1943. Per combattere , si era ricostituito il 285° Battaglione Folgore, dapprima composto da 5 compagnie fra cui la 108^ del Tenente Rolando Gianpaolo, formato da circa 500 unità.
I fanti della 1^ compagnia del 66° Reggimento, i Paracadutisti del 285° battaglione e un’ultima compagnia di Granatieri giunta in rinforzo, combatterono violentemente , espugnando parte della collina , fino al 21 aprile. La mattina del 22 dovettero arrendersi , avendo terminato le munizioni.
La maggior parte di loro morì combattendo anche col pugnale . Diverse furono le Medaglie d’argento e di bronzo al valore. Tra queste il sottotenente Cesare Andreoli. Solo in cinquanta sopravvissero.

Per il 75° anniversario di quella cruenta Battaglia ( definita dagli storici francesi come “missione suicida”) , si è tenuta il 24 Aprile , a Takrouna (Tunisia), la commemorazione dei soldati italiani che lì sono caduti. Fu l’ultimo fatto d’armi della Campagna d’Africa (20-22 aprile 1943).

La cerimonia si deve all’Ufficio Militare dell’Ambasciata, ora diretto dal Capitano di Vascello Paolo Fantoni, che ha coordinato perfettamente i lavori di ripristino.
Schierati davanti al Monumento c’erano l’Ambasciatore d’Italia a Tunisi, Lorenzo Fanara, gli addetti militari di Algeria, Canada, Francia, Belgio, Russia ed autorità civili e militari locali.
L’AREA DEL MONUMENTO E’ STATA RIPRISTINATA DALL’ANPDI GRAZIE ALL’INTERESSAMENTO DELL’ADDETTO MILITARE E DI ROLANDO GIAMPAOLO
Il memoriale è stato costruito grazie al contributo di molti sodalizi e in maniera determinante di quello dell’Associazione Nazionale Paracadutisti d’Italia.
Un ulteriore stanziamento di fondi della Presidenza Nazionale dell’ANPDI ha consentito all’inizio del 2018 di fare una sostanziale manutenzione dell’area, con la creazione di una recinzione adeguata alla sacralità del luogo. Il Paracadutista Rolando Giampaolo, il cui Padre ha eroicamente combattuto anche a Takrouna, si occupa da sempre di ricordare le gesta di quegli Uomini, con una educata ma costante azione di “pressione” sulla Presidenza Nazionale affinchè tenga sempre presente quei luoghi.
Oltre a Rolando Giampaolo, alla cerimonia non manca mai Lucilla Andreoli, figlia del Sottotenente Cesare Andreoli (Medaglia d’Argento), ai quali si devono la realizzazione delle aste per le bandiere e la protezione del simbolo.
Tra il pubblico una numerosa delegazione dell’Associazione Italiani di Hammamet, grazie alla quale si realizzerà l’iscrizione esterna al luogo: “Memoriale dei Paracadutisti Italiani caduti in Tunisia”.

Ha dichiarato l’Ambasciatore Fanara, “La memoria di un Paese deve essere preservata con il rinnovato impegno delle istituzioni non per risentimento ma in prospettiva futura, perché riteniamo doveroso impegnarci, anche con le forze armate, oltre che con la diplomazia, a preservare la pace. La memoria è sacra, la Patria è sacra, il coraggio va ricordato, il sacrificio va valorizzato ma soprattutto guardando al futuro per scongiurare ulteriori conflitti”.

Nel corso della cerimonia, il Primo Maresciallo dei Carabinieri Salvatore Ferraro ha ricevuto i gradi da Luogotenente, mentre all’Appuntato Scelto Stefano Morlino ha ricevuto la Croce d’Argento per anzianità di servizio.

LA BATTAGLIA DEI LEONI DELLA FOLGORE CONTINUO’ CON ONORE ANCHE A TAKROUNA
Dopo El Alamein, i paracadutisti sopravvissuti ripiegarono verso la Tunisia, attraversando la Libia, con una estenuante marcia di 2500 chilometri, tra patimenti, combattimenti, sete, fame e fatica, sfruttando mezzi di fortuna. Stremati , giunsero a Takrouna dove li attendeva un’ultima cruenta battaglia prima della cattura. Era il 20 Aprile del 1943. Per combattere , si era ricostituito il 285° Battaglione Folgore, dapprima composto da 5 compagnie fra cui la 108^ del Tenente Rolando Gianpaolo,formato da circa 450 unità.
I fanti della 1^ compagnia del 66° Reggimento, i Paracadutisti del 285° battaglione e un’ultima compagnia di Granatieri giunta in rinforzo, non più di 500 uomini in totale, combatterono, espugnanso parte della collina , fino al 21 aprile. La mattina del 22 aprile – dovettero arrendersi , avendo terminato le munizioni.
La maggior parte di loro morì combattendo anche col pugnale . Diverse furono le Medaglie d’argento e di bronzo al valore. Tra queste il sottotenente Cesare Andreoli. Solo in cinquanta sopravvissero.
Takrouna sorge tra colline rocciose interrotte da qualche strada sterrata, nella regione del Sahel
La Presidenza Nazionale ANPDI ed il paracadutista Rolando Giampaolo ci hanno incaricato di ringraziare il Capitano di Vascello Paolo Fantoni, presso l’Ufficio dell’addetto militare della Ambasciata Italiana, per l’impegno e la passione che ha dimostrato nel seguire i lavori ed organizzare la splendida e toccante cerimonia.

Foto e video : cortesia Tiziana Bianchi , che ha pubblicato su Osservatore d’Italia un bellissimo servizio (QUI)


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